Secondo l’esposto inviato all’Antitrust da Gift, le scritte sulla riduzione degli acidi grassi saturi sui biscotti Macine Mulino Bianco non rispettano il Regolamento CE

Barilla utilizza sulle etichette dei prodotti claim comparativi ingannevoli? Il sito dell’avvocato Dario Dongo Great Italian Food Trade ne è convinto ed ha chiesto l’intervento dell’Antitrust. Da oltre un anno 42 biscotti, merendine, fette biscottate, grissini, cracker targati Mulino Bianco, Gran Cereale, Pavesi, Ringo propongono sulle etichette una scritta a caratteri cubitali che evidenzia l’assenza dell’olio di palma e, come conseguenza, una riduzione variabile dal 40 a oltre il 50% dei grassi saturi “rispetto alla precedente  ricetta”.

Il messaggio, visualizzato anche nelle immagini pubblicitarie sui giornali, ha un’indubbia efficacia che ha  probabilmente favorito il recupero delle quote di mercato perse a causa dell’ ostinazione a mantenere l’olio di palma nelle ricette. Queste  diciture risultano quanto meno scorrette e danneggiano in qualche modo i concorrenti che hanno  tolto l’olio di palma dai prodotti  ottenendo anche loro una fortissima riduzione dei grassi saturi.

Nel ricorso all’Antitrust, Great Italian Food Trade denuncia l’ampio impiego da parte di Barilla di indicazioni nutrizionali di tipo comparativo sul ridotto contenuto di grassi saturi ritenute scorrette, perché sono riferite a prodotti non più disponibili sugli scaffali, perché violano la normativa europea in materia di claim e anche il  codice di condotta dell’associazione di categoria AIDEPI (che tra l’altro è presieduta da Paolo Barilla). Il regolamento (CE) 1924/06 sulle diciture in etichetta dice chiaramente che quandosi vuole fare un confronto come nel caso dei prodotti Mulino Bianco,  il paragone deve considerare la media degli alimenti più venduti della stessa categoria merceologica. Mulino Bianco invece si riferisce alla sua precedente ricettazione.

Sono almeno 42 i prodotti Barilla che riportano le scritte scorrette con il contenuto di grassi saturi riferito alla ricetta precedente

 È vero che anche altre marche indicano scritte simili come si vede nella foto delle merendine Brioss Ferrero, ma la riduzione del 55% dei grassi saturi è calcolata “rispetto alla media delle merendine vendute” e non rispetto alal ricetta precedente. Leggendo l’etichetta i consumatori vengono indotti erroneamente a credere che i prodotti Barilla siano effettivamente più leggeri rispetto agli alimenti della concorrenza. Ma spesso non è così. Il regolamento claim  CE 1924/2006 (*) precisa che il confronto deve essere fatto riferendosi agli alimenti più venduti nella relativa categoria merceologica di appartenenza.

Il Fatto Alimentare  e Grat Italian Food Trade avevano segnalato nei mesi scorsi, l’illegittimità dei claim comparativi realizzati sui pop-corn di Cric Crok nonché da Barilla sulle Macine di Mulino Bianco e i biscotti Ringo (Pavesi)  evidenziando la violazione delle norme anzidette, ma non è cambiato molto. Adesso Great Italian Food Trade  ha deciso di rivolgersi all’Antitrust.

Altre  aziende alimentari come Ferrero riportano in etichetta correttamente la riduzione degli acidi grassi facendo un confronto con la media delle merendine più vendute sul mercato

La stessa Antitrust aveva a suo tempo chiarito come in questi casi le indicazioni nutrizionali comparative sulle etichette devono riferire la fonte dei dati utilizzati per eleborare il confronto, mentre i dettagli dell’analisi possono  essere specificati sul sito internet. Fino ad ora non ci sono reazioni ufficiali da parte dell’azienda di Parma, anche se le foto sul sito sono cambiate e non riportano più alcun riferimento alla riduzione dei grassi saturi (vedi foto sotto).

La foto mostra la pagina internet del biscotti Macine Mulino Bianco: in alto la versione scorretta con le diciture sugli acidi grassi, in basso sotto quella più recente “rettificata” senza scritte

(*) Articolo 9. Le indicazioni nutrizionali comparative confrontano la composizione dell’alimento in questione con una gamma di alimenti della stessa categoria privi di una composizione che consenta loro di recare un’indicazione, compresi alimenti di altre marche.

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Giuseppe Capetta
Giuseppe Capetta
18 Settembre 2017 12:20

Ritengo sia/fosse nel pieno diritto di un’azienda, e del tutto legittimo se non addirittura auspicabile, indicare sulle confezioni dei propri prodotti, per un periodo di tempo limitato a partire dal lancio, informazioni nutrizionali comparative rispetto alla precedente ricetta degli stessi – non vedo alcunché di scorretto o ingannevole nel farlo, innanzitutto nei riguardi dei consumatori abituali di quei prodotti; anzi mi sembra una scelta apprezzabile.
È casomai da rivedere il regolamento comunitario se non lo prevede.

Massimiliano
Massimiliano
18 Settembre 2017 12:38

Da consumatore di prodotti Barilla, io trovavo interessante il confronto perchè mi permetteva di valutare l’impatto dell’eliminazione dell’olio di palma dalla ricetta. E non ho mai pensato che fossero più leggeri della concorrenza, il claim non l’ho mai trovato fuorviante.
Quanto agli altri produttori cosiddetti “danneggiati”, potevano benissimo aggiungere diciture tipo “senza olio di palma da sempre” o simili. Qualcuno l’ha fatto. Basta girare i supermarket per rendersene conto.