Greenpeace ha bocciato 11 delle 14 aziende che producono tonno in scatola. Lo rivela il rapporto “Tonno in trappola” che l’associazione ambientalista ha redatto sulla base delle risposte a un questionario. Nell’elenco dei marchi che finiscono nella zona rossa del grafico – perché non sono in grado di garantire metodi di pesca rispettosi delle altre specie ittiche  – troviamo: Mare Aperto STAR, Consorcio e Nostromo. Va meglio per Coop, AS do Mar e Mare Blu.

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta in Italia e nel mondo. Pochi sanno che per pescarlo si utilizzano spesso metodi distruttivi, come i palamiti e le reti a circuizione, che causano la cattura accidentale di tartarughe, squali e di tonni immaturi. Per questi motivi, il tonno pinna gialla, il più consumato in Italia, è sotto pressione e la salvaguardia di alcuni stock desta serie preoccupazioni.

La classifica complessivamente è disastrosa, perché alcune aziende come Tonno Mare Aperto STAR e Consorcio non hanno risposto al questionario, e altre, come Nostromo, hanno fornito poche informazioni sulla provenienza del pesce utilizzato.

Riomare ha dato informazioni precise, ma non adotta precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno da inscatolare. Il punteggio più alto va a Coop, AS do Mar e Mare Blu che adottano capitolati precisi per l’approvvigionamento sostenibile. AS do Mar è uno dei pochi che utilizza anche il tonnetto striato – specie considerata in buono stato – pescato con metodi sostenibili (lenza e amo).

Cambiare è possibile. Quando i consumatori hanno sollevato il problema delle catture dei delfini, l’industria ha risposto positivamente e ora quasi tutto il tonno in scatola venduto in Italia è” dolphin safe”, ma purtroppo non basta. Anche questa volta le catene di supermercati possono trasformare il mercato prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano compromessi, come è successo per il tonno rosso del Mediterraneo.

Ecco il bilancio dei 22 stock di tonno sfruttati commercialmente:

* almeno 9 sono classificati come completamente pescati.

* 4 sono considerati sovrasfruttati o completamente esauriti.

* 3 sono classificati come gravemente minacciati.

* 3 sono minacciati.

* 3 sono vulnerabili all’estinzione.

Per questo motivo il 79% dei consumatori europei considera l’impatto ambientale un fattore
importante da considerare quando compra prodotti ittici.

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