È arrivata “La pillola che fa dimagrire”. I titoli dei giornali catturano facilmente i lettori, ma spesso sono fuorvianti. Il parere di Marcello Ticca, medico nutrizionista
È arrivata “La pillola che fa dimagrire”. I titoli dei giornali catturano facilmente i lettori, ma spesso sono fuorvianti. Il parere di Marcello Ticca, medico nutrizionista
Redazione 29 Settembre 2015L’obesità è una vera epidemia nel mondo occidentale (e non solo), sia come conseguenze in termini di malattie e diminuita aspettativa di vita sia come costi per la collettività. Curarla non è facile, e ci si può riuscire soltanto con un po’ di sacrificio e molta determinazione, impegnandosi a cambiare stabilmente il proprio stile di vita, ossia adottandone uno che preveda una maggiore attività fisica unita a una alimentazione più attenta sia come quantità sia come scelte di cibi.
Questo delle diete per perdere peso è un argomento di gran moda, e di conseguenza i mass-media amplificano volentieri qualunque notizia che lo riguardi, dando spesso – e purtroppo – particolare enfasi e spazio a quelle più adatte a colpire la fantasia, del tipo di quelle che alimentano le speranze di chi vorrebbe dimagrire con una pillola, senza correggere abitudini sbagliate e senza sottoporsi a nessun tipo di rinuncia.
Di esempi se ne contano a centinaia, e in tutto il mondo. Come dimenticare la copertina e il titolo che il settimanale Time dedicò nel 1996 al Redux, quale “primo farmaco antifame approvato negli USA dopo 23 anni”? Anche il Redux durò pochi mesi, prima che gli effetti collaterali lo facessero ritirare dal commercio. L’ultimo esempio lo abbiamo avuto a metà settembre di quest’anno, quando l’inserto “Salute” di un noto quotidiano nazionale ha dedicato l’apertura e tre pagine a un lungo articolo sormontato da un titolo in copertina davvero perentorio: “La pillola che fa dimagrire”. Come si vede le parole lasciano ben poco spazio ai dubbi, anche se soltanto un’attenta lettura del testo rendeva possibile accorgersi che la sicurezza ostentata a tutta pagina risultava piuttosto azzardata. Infatti le “novità” annunciate si riducevano al fatto che l’EMA (l’Ente Regolatorio Europeo) aveva dato il via libera per l’Europa a due farmaci antifame che “presto o tardi” (lo si precisava fra le righe) arriveranno anche in Italia, con il non piccolo particolare, però, che le relative possibilità di utilizzazione sono molto dubbie.
Qualche particolare in più aiuterà a capire meglio. Innanzitutto, di quali farmaci si tratta? Il primo è il liraglutide, finora usato per la cura del diabete di tipo 2, e che, sulla base di un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e ripreso anche da JAMA, sembra faccia diminuire l’appetito e di conseguenza il peso. Purtroppo si tratta di un farmaco molto costoso che, fra l’altro, e anche questo viene detto, andrebbe iniettato giornalmente, procedura non facile da accettare per “fare la dieta”. Il secondo farmaco è una combinazione fra bupropione (un antidepressivo usato soprattutto contro la dipendenza dal fumo di sigaretta) e naltrexone (utilizzato per trattare la dipendenza da oppioidi): il mix dei due principi attivi “sembra funzionare”, anche se gli effetti a lungo termine sul cuore sono ancora ignoti, come precisato anche nell’articolo in questione.
Ma non basta: un altro aspetto importante da considerare è che le due nuove formulazione “dimagranti”, se e quando saranno disponibili, sarebbero riservate solo a chi è decisamente obeso e a chi soffre delle complicazioni del sovrappeso, quali diabete, dislipidemie, ipertensione arteriosa, apnee ostruttive notturne, ecc. E in ogni caso, ulteriore precisazione presente nel testo, per servire a qualcosa, le due combinazioni dovrebbero comunque essere abbinate a una maggiore attività fisica e a una adatta dieta ipocalorica.
Insomma, un lungo elenco di cautele e di giuste riserve, disperse però in un lungo testo e sovrastate (e per molti lettori addirittura oscurate: quante sono le persone che si limitano a leggere il titolo?) dalle eccessive “ certezze” esibite a grandi caratteri a tutta pagina. Sia ben chiaro: un accurato esame dell’articolo permette a un attento lettore di percepire tutte queste incertezze, ed è indiscutibile che giornalisticamente sia giusto dare la notizia della approvazione da parte dell’EMA dei due nuovi farmaci. Ma dato che, stringi stringi, alla fine di concreto e di utile, in tema di novità, rimane ben poco, per quale motivo azzardare un titolo così vistoso e ottimistico, con il rischio di alimentare ancora una volta l’illusione che sia stato scoperto il rimedio magico contro sovrappeso e obesità e di ridare così vita alla beata illusione che esistano scorciatoie capaci di risolvere con poca fatica questi problemi sanitari così gravi e diffusi?
Marcello Ticca (libero docente in Scienza dell’alimentazione, vicepresidente della SISA (Società Italiana di Scienza della Alimentazione)
Non ho colto la sintesi del problema, anche se condivido gli argomenti esposti.
Propongo la mia, sperando in un confronto sereno.
L’obesità ha due possibili cause ed origini:
1- dipendenza psicologica (gestibile con i farmaci citati insieme a sostegno psicologico)
2- disfunzioni metaboliche ed endocrine, quindi non per dipendenza psicologica, ma s’ingrassa anche senza mangiare (trattabile e gestibile con una dieta corretta e curando la causa funzionale spesso endocrina)
Quindi parlare e vendere dimagranti è un’induzione alla confusione, se non si analizzano le cause e non si affronta il problema in modo appropriato e soggettivo.