Il decreto-liberalizzazioni, come spiegato su Ilfattoalimentare.it, ha introdotto un termine inderogabile per il pagamento dei prodotti agricoli e alimentari: 30 giorni per le merci deperibili, 60 giorni per tutte le altre. Questa regola è in vigore dal 24 gennaio 2012 e la grande gistribuzione già protesta. Ma perché proprio in Italia serve una normativa di questo tipo?

Il 26 febbraio 2007 la Commissione europea, Direzione generale impresa publbicava (vedi allegato in inglese in fondo all’articolo) una fotografia della realtà dei tempi di pagamento nei vari Paesi Ue. Uno studio basato sui rapporti di istituzioni internazionali (come l’Ocse) e di soggetti privati che operano nella gestione del credito, ricerche accademiche e studi economici, interviste e questionari on-line. Questa è l’immagine che si delinea.

Tempi. In Italia, Spagna e Portogallo i tempi medi di pagamento raggiungono i 120 giorni. Mentre in tutti gli altri Paesi europei la media varia tra i 10 e i 60 giorni.

Cause. Prima causa del problema è lo squilibrio dei rapporti fornitori-clienti, che raggiunge livelli limite nelle relazioni commerciali con la Gdo e gli enti pubblici. Tale squilibrio si concretizza in pratiche commerciali sleali che spesso prescindono dagli accordi scritti e si manifestano nella fase di esecuzione dei contratti.
Ed è per questo che l’articolo 62 del decreto liberalizzazioni, al comma 2, vieta una serie di pratiche commerciali manifestamente inique.

Effetti. Il problema influenza negativamente l’economia, generando carenze di liquidità, difficoltà di accesso al credito, insolvenze. Non è un caso forse che i Paesi dove il problema è reale abbiano vissuto congiunture sfavorevoli negli ultimi anni. Il problema si riflette su prezzi, export, investimenti, ricerca e sviluppo, occupazione. E innesca circoli viziosi di inadempienze lungo l’intera filiera.
Proprio per questo è necessario (come previsto nel D.L. 24.1.12) che identica tutela sia offerta senza esclusioni a tutti gli operatori della filiera agro-alimentare, dal campo alla tavola.

Auto-tutela. La tutela del credito da parte dei fornitori è del tutto marginale: sia per il rischio di ritorsioni commerciali che potrebbero minacciare la stessa sopravvivenza dell’impresa, sia in ragione dei tempi e dei costi delle procedure di recupero crediti (e dell’incertezza sul rimborso delle relative spese), sia – nel caso di micro e piccole imprese (il 95% del tessuto produttivo in Italia) – per incapacità di risorse.

Soluzione. L’unica soluzione plausibile è la fissazione di regole cogenti – termini legali di pagamento, divieto di pratiche commerciali inique – la cui violazione sia punita con sanzioni deterrenti. E soprattutto, l’attribuzione a un’Autorità dei potere di indagine, anche di propria iniziativa, e di punizione.
Anche sotto questi aspetti l’articolo 62 del decreto liberalizzazioni risulta apprezzabile. Con un’unica nota: mentre la sanzione stabilita per i ritardi di pagamento è davvero dissuasiva (500-500.000 €), quella prevista per le pratiche commerciali vietate è al confronto un po’ misera (516-3000 €). Per una reale efficacia, meglio sarebbe allinearle.

Dario Dongo

Per approfondimenti, si allega un estratto del documento originale in cui abbiamo sottolineato le parti di maggior interesse per la comprensione della situazione italiana, in relazione sia ai pagamenti della GDO, sia a quelli degli enti pubblici (v. all.).

 

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Supermercati, in vigore dal 24 gennaio nuove regole sui pagamenti che salvaguardano i produttori della filiera alimentare Il 24 gennaio è entrato in vigore il decreto-legge n°1/2012 che obbliga i supermercati a pagare i produttori entro 60 giorni dalla data di consegna delle derrate agro-alimentari (30 per i prodotti deperibili)

 

 

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Luca
Luca
10 Febbraio 2012 17:24

Nessuno però tiene conto del fatto che nei rinnovi contrattuali del 2012 la GDO chiede al fornitore uno sconto "finanziario" per recuperare i giorni di pagamento che per legge devono ridurre. Inoltre abbiamo già esempi di conteggi fatti su tassi annui al limite dell’usura, che sono di poco inferiori al 10%. Questo diventerà un ennesimo balzello a cui le piccole aziende dovranno sottostare, pena il peggioramento dei rapporti con il distributore e di conseguenza, la riduzione dei fatturati.

Dario
Dario
13 Febbraio 2012 10:28

Caro Luca,

lo ‘sconto finanziario’ è da considerarsi VIETATISSIMO, grazie al D.L. 24.1.12 n. 1.

I distributori dovranno imparare subito ad adeguarsi alle nuove regole, altrimenti sarà l’Antitrust a intervenire e a irrogare gravi sanzioni.

Se sarà così cortese da trasmetterci gli esempi dei conteggi usurari e copia delle relative lettere (cancellando i riferimenti del destinatario), saremo lieti di mostrare questa realtà sul nostro sito.

Molte grazie

Dario

nicol
nicol
21 Febbraio 2012 16:20

FINALMENTE un po di serieta’, in queto mondo di speculazione e ingiustizia , il pagamento a 30 e 60 giorni e’ secondo me determinante per tutto il Paese
PERCHE’ SALVERA’ LE PICCOLE DITTE ED EVITERA’ LA NECESSITA’ DI RICORRERE ALLE BANCHE (aumento di spese) e il proliferare dei furbi che giocano con i tempi lunghi dei pagamenti