Negli ultimi anni, tra gli ingredienti delle etichette alimentari ha iniziato a comparire il termine “succo di canna evaporato”, invece del più classico zucchero di canna, che indica la presenza di dolcificanti derivati da sciroppo di canna da zucchero.
Nel 2009, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense sottopose ai commenti del pubblico una bozza di guida per l’industria, in cui definiva questa dizione “falsa e ingannevole”, perché suggerisce erroneamente che questi dolcificanti siano di succo.
Infatti, afferma la FDA, il succo o l’estratto di canna da zucchero non è il succo di una pianta che i consumatori sono abituati a mangiare come verdura nella loro dieta e non è dunque “succo”, come previsto dal regolamento che definisce questo termine. In ogni caso, la guida della FDA, che in questi anni è sempre rimasta una bozza, aveva il solo valore di una raccomandazione, senza un obbligo giuridico vincolante.
In questa situazione confusa, diverse compagnie che hanno utilizzato in etichetta il termine “succo di canna evaporato” sono state accusate d’inganno da parte di consumatori, che hanno avviato class action in vari tribunali statunitensi. Nessun procedimento ha fatto ancora passi avanti e quello contro Odwalla, sussidiaria di Coca-Cola, è stato rinviato ad agosto, dopo che la FDA, il 4 marzo, ha deciso di riaprire ai commenti del pubblico, per 60 giorni, la sua bozza di guida del 2009.
Beniamino Bonardi
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