Identikit, statistiche, ricerche e analisi sui consumi alimentari degli italiani, è quanto promette italiani.coop.it, il nuovo progetto curato dall’Ufficio Studi Coop, che cerca di esaminare i cambiamenti e ipotizzare nel futuro. Il primo lavoro intitolato “Un secolo di italiani”, analizza gli ultimi 100 anni e riflette sulle cose che dci differenziano rispetto al passato?
L’italiano medio è passato da una situazione di povertà e sottonutrizione a una condizione di benessere. Nel primo decennio del secolo scorso gli italiani portavano a tavola soprattutto pane, cereali e legumi, sostituiti poi in parte dal consumo di carne e latticini. Negli anni ’30 era sottonutrito un terzo degli italiani: oggi il 59% è sovrappeso e il 21% è obeso.
Come si vede dalla tabella, l’incremento dei consumi riguarda quasi tutti i prodotti, a eccezione dei cereali e delle bevande alcoliche, per i quali si è registra una tendenza opposta. La carne è passata dai 15,5 kg pro capite l’anno (in media) fino a 80 kg. Un aumento consistente si registra per latte e formaggi. I prodotti ortofrutticoli sono passati da 200 kg pro capite annui a oltre 300. Esagerato e preoccupante risulta l’aumento di zucchero: da 3,5 kg annui pro-capite ai 27 attuali che rappresenta quasi un record.
Gli italiani, per rimediare al sovrappeso stanno cercando di cambiare i consumi: ecco allora registrare un forte incremento di prodotti “bio” e la riduzione delle proteine animali. «Gli italiani – si legge nel dossier – sono molto sensibili ai contenuti di freschezza e naturalità dei prodotti alimentari (si dichiarano tali il 62% del campione a fronte di una media Ue del 51%). Questo divario già evidente raddoppia, con quasi 20 punti di differenza, quando si parla di sostenibilità ambientale dell’azienda o del prodotto (83 e 81% di preferenze rispetto a valori europei di 66 e 64%)». Sembra infine che sia in atto una simpatia verso le scelte vegane: nel 2015 il 13% degli italiani affermava di consumare questi prodotti.
Sarebbe stato più utile se avessero scisso la pasta ed il pane dalla voce cereali. I cereali integrali hanno un indice glicemico nettamente inferiore alla pasta ed è un fattore importante se vogliamo parlare di sovrappeso e di disturbi legati al metabolismo.
Sarebbe stato più utile se avessero scisso la pasta ed il pane dalla voce cereali. I cereali integrali hanno un indice glicemico nettamente inferiore alla pasta ed è un fattore importante se vogliamo parlare di sovrappeso e di disturbi legati al metabolismo.