Stop alla morte di 40 milioni di pulcini maschi, tritati o soffocati appena nati. La Germania dice basta. In Italia nessuno vuole commentare!
Stop alla morte di 40 milioni di pulcini maschi, tritati o soffocati appena nati. La Germania dice basta. In Italia nessuno vuole commentare!
Paola Emilia Cicerone 4 Gennaio 2016Dal 2017 la Germania potrebbe vietare alle aziende l’eliminazione di decine di milioni di pulcini maschi che appena nati vengono soffocati o tritati in un macchinario dotato di lame rotanti. La selezione dei pulcini rientra tra i metodi ammessi dall’Unione europea, che raccomanda alle aziende di adottare una procedura in grado di assicurare “una morte rapida”.
Questo sacrificio crudele, giustificato dallo sviluppo intensivo del settore avicolo, si rende necessario perché i pulcini maschi delle specie selezionate per produrre uova non sono sufficientemente produttivi. Quando non c’erano gli allevamenti intensivi i pulcini maschi erano destinati a diventare polli da carne. “Oggi non è più così – spiega Annamaria Pisapia dell’associazione CIWF (Compassion in World Farming) Italia, una Onlus, che si batte per superare questa pratica – i polli da carne appartengono a razze selezionate in grado di garantire un rapidissimo accrescimento. Si tratta di animali con un petto molto sviluppato che se non vengono macellati giovanissimi non potrebbero sopravvivere”. I pulcini maschi delle galline ovaiole sono una specie a crescita più lenta, che non sviluppa una massa muscolare così importante nel petto. Questi due fattori rendono poco “attraente” e ancor meno interessante a livello economico l’allevamento, per cui vengono considerati “scarti”.
Per questo motivo i pulcini maschi delle specie di polli allevate per le uova vengono selezionati alla nascita ed eliminati a distanza di 24 ore dalla nascita. Esiste un’ampia letteratura sui metodi per esaminare i genitali di un pulcino senza danneggiarlo e la selezione viene affidata a una categoria di tecnici specializzati chiamati sexer o sessatori in italiano. Qualche mese fa fece scalpore un appello dei produttori di uova inglesi che non riuscivano a reclutare lavoratori da adibire alla mansione. Sembra che non sia possibile sostituire il lavoro di questi specialisti con apparecchiature meccaniche, ritenute troppo imprecise.
La situazione potrebbe cambiare presto perché l’iniziativa tedesca ha anticipato di poco altre proposte europee per vietare la soppressione dei pulcini. L’intenzione è promuovere metodi in grado di identificare il sesso dell’embrione, scartando così le uova che contengono “pulcini” maschi prima della schiusa per destinarle ad altri usi. «In Germania – spiega Pisapia – l’opinione pubblica e anche i media sono particolarmente attenti al benessere animale. Questo avrebbe spinto il ministro dell’agricoltura, il bavarese Christian Schmidt della CSU, ad impegnarsi per rendere l’allevamento di polli “socialmente accettabile”, pur restando economicamente sostenibile. «I cittadini tedeschi che ricevono costantemente informazioni sulle crudeltà dell’allevamento intensivo, come nel caso dei pulcini – continua Pisapia – non sembrano disposti ad accettare che milioni di esseri viventi vengano considerati scarti di produzione». La proposta tedesca, già approvata dalla Camera delle Regioni, dovrebbe essere ratificata a breve dal Parlamento e implementata nel corso del 2016. Il costo aggiuntivo viene stimato in circa due centesimi a uovo. Una proposta di legge è stata presentata da due deputate francesi.
Già qualche mese fa la multinazionale Unilever ha annunciato che intendeva finanziare la ricerca per creare incubatrici in grado di determinare il sesso degli embrioni in modo da effettuare la divisione di genere prima della nascita. Ma c’è anche chi ha seguito altri metodi, come la Coop svizzera, premiata proprio da CIWF per avere sviluppato una razza di polli, in cui i pulcini maschi possono essere allevati come animali da carne e le femmine per la produzione di uova: «Si tratta di una scelta che è stata apprezzata dai consumatori che hanno mostrato di capire le ragioni», osserva Pisapia.
Il problema riguarda anche altri aspetti del settore avicolo, visto che tra le procedure in discussione c’è il debeccaggio, ossia il taglio del becco delle giovani galline, misura che in Germania sarà vietata dal 2017 (grazie ad un accordo volontario dell’industria avicola). Il debeccaggio è usato dagli allevatori per evitare il cannibalismo tra gli animali, date le condizioni di sovraffollamento e stress in cui vivono. Rinunciare significa migliorare le condizioni di vita degli animali. Sarà interessante capire le ripercussioni di queste scelte negli altri paesi, tra cui l’Italia, che fornisce uova alla Germania. Abbiamo inviato una serie di domande ai responsabili di Assoavi, l’associazione che riunisce la maggior parte dei produttori di uova, per conoscere il loro punto di vista, per sapere quali sono i costi delle attuali procedure di “smaltimento” dei pulcini e quale la destinazione delle carcasse. Aspettiamo fiduciosi una risposta. Vi terremo informati.
Sotto una parte del video diffuso da Anonymous for Animal Rights, l’associazione animalista israeliana che ha effettuato l’inchiesta “Through Their Eyes“.
Inchiesta pulcini: articolo n.1 – articolo n.2 – articolo n.3 – articolo n.4 – articolo n.5 – articolo n.6
giornalista scientifica
Buongiorno,
segnalo che su Change.org più di 36mila persone hanno firmato un appello per chiedere l’istituzione di un marchio di garanzia per gli allevamenti rispettosi degli animali.
La petizione, lanciata da Andrea Richaud, è rivolta al ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, al presidente della Federconsumatori Rosario Trefiletti e al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
“Spesso gli animali da macello vengono allevati in modo intensivo, in spazi modesti e con mangimi ipercalorici. A risentirne non è solo la qualità del prodotto, ma anche il possibile mercato che questi potrebbe avere”, scrive Andrea. “La mia proposta è l’istituzione di un marchio di garanzia, del tipo “Allevamento rispettoso”, che garantisca al consumatore che gli animali siano stati allevati in modo quanto più possibile naturale”, aggiunge.
Il testo completo della petizione si trova a questo link:
https://www.change.org/p/allevamento-rispettoso-tutela-per-gli-allevatori-coldiretti-maumartina-3filetti
“Si tratta di animali con un petto molto sviluppato che se non vengono macellati giovanissimi non potrebbero sopravvivere.”
Si mangia carne di polli che non sono nemmeno in grado di sopravvivere a causa della genetica imposta dalle aziende che li ha fatti diventare dei mostri. Che tristezza.
Per il profitto!
Non c’è limite alla crudeltà umana. Capisco i posti di lavoro, capisco che le aziende devono stare in piedi, ma mi chiedo fino a che punto possiamo spingerci per giustificare questo sistema. Dobbiamo nel nostro piccolo abituarci a consumare di meno ed acquistare i prodotti alimentari da realtà imprenditoriali che conosciamo bene e che sappiamo non utilizzare certe pratiche. Dobbiamo prendere coscenza che non dobbiamo solo nutrirci, ma nutrirci con etica.
Marco Leonardi
(Tecnologo Alimentare)
Condivido quello che ha scritto Marco è una barbarie fare queste cose uccidere questi esserini che hanno solo la colpa di essere nati maschi e in che condizioni poi!!!!!!!!!!!!! E come se uccidessimo una parte di noi perchè che ci piaccia o no tutti siamo collegati.Non oso pensare con quale cuore queste persone facciano questo, probabilmente al posto del cuore hanno un salvadanaio.
La qualità della nostra vita e quella degli animali che alleviamo, dipende dalla nostra generale educazione e consapevolezza della realtà che ci circonda.
La nostra sensibilità ai problemi umani, animali ed ambientali è proporzionale alla cultura che abbiamo ricevuto ed assorbito.Difficile chiedere o pretendere da chei non “conosce” il rispetto umano, animale ed ambientale, perché non sa di cosa stiamo parlando.Le leggi e le religioni, spesso non colmano queste lacune sociali, se non c’è presa di coscienza e crescita culturale individuale.
È assolutamente raccapricciante questo metodo a dir poco crudele.
La vita degli animali vale parimenti quella umana .
Assurdo che ci siano imprese che facciano queste pratiche .
Converrebbe davvero smettere di comprare uova.
Negli allevamenti biologici queste pratiche non solo non sono ammesse, ma sono agli antipodi dei principi ispiratori dei disciplinari e della cultura degli operatori stessi.
Lucia perché arrenderci e rinunciare, dobbiamo reagire e far cambiare di mestiere.
Non ci sono parole adatte a commentare una tale crudeltà. Ma se trattiamo male gli essere umani come si può pretendere di trattare bene gli animali?