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I pulcini maschi delle ovaiole, attualmente, sono individuati e soppressi

In Germania è partita la corsa contro il tempo, per mettere a punto la tecnologia in grado di individuare il sesso negli embrioni delle uova fecondate, ed evitare così l’eliminazione di decine di milioni di pulcini. L’obiettivo è evita il sacrificio dei pulcini maschi delle ovaiole, che attualmente, a distanza di poche ore dalla nascita sono individuati, selezionati e soppressi tramite triturazione o soffocamento.

Il progetto “pulcini”, avviato nel 2008, vede la partecipazione delle Università di Lipsia e Dresda e dell’azienda che dovrebbe costruire gli apparecchi, l’Evonta technology. La coordinatrice è Maria Krautwald-Junghanns, responsabile del dipartimento di veterinaria dell’Università di Lipsia specializzata nell’uso dell’imaging per studiare le uova di rettili e uccelli. Questo sistema potrebbe essere utilizzato per salvare milioni di pulcini, permettendo di individuarne il sesso quando le uova sono state posizionate da pochi giorni nelle incubatrici. Il metodo si basa sulla differenza di vasi sanguigni tra embrioni maschi e femmine che si iniziano a formare subito dopo la fecondazione.

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Il procedimento si basa sulla spettroscopia molecolare Raman

Il progetto rappresenta il punto di arrivo di una ricerca durato oltre dieci anni: “Abbiamo utilizzato tutte le tecniche di imaging disponibili per analizzare le uova, fino a individuare la spettroscopia, che non danneggia gli embrioni”, spiega Krautwald. Il procedimento ideato dalla ricercatrice tedesca si basa su una complessa tecnica di analisi, la spettroscopia molecolare Raman. Per utilizzarla è necessario praticare delicatamente un foro nel guscio dell’uovo con un laser a CO2, e consentire alla luce di superare la barriera del guscio. In seguito si esamina il contenuto e lo sviluppo della rete sanguigna embrionale per identificarne il sesso. Se si tratta di una femmina, il forellino viene sigillato e l’uovo va nell’incubatrice, se invece il sistema individua embrioni maschili le uova vengono scartate e possono  essere utilizzate per l’alimentazione animale o per l’industria chimica (vedi approfondimento).

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È necessario praticare un foro nel guscio dell’uovo con un laser a CO2

Il metodo, sottolineano i ricercatori, permette di individuare il sesso dell’embrione entro le prime settantadue ore, quando il sistema nervoso non è ancora sviluppato, e quindi la distruzione dell’uovo non provoca sofferenze. In questo modo si esclude un contatto tra le uova, si semplificano le operazioni di gestione degli apparecchi e si previene la possibilità di infezioni, oltre a ridurre i costi. Il metodo scelto da Krautwald e dai colleghi appare più accettabile rispetto ad altri basati sulla manipolazione genetica, come quello allo studio in Corea del Sud dove si sta lavorando per rendere fosforescenti gli embrioni indesiderati. Il sistema offre anche maggiori garanzie rispetto ad altre tecniche basate su analisi ormonali o del DNA, che rischiano di compromettere l’integrità dell’uovo e richiedono tempi più lunghi.

La procedura della ricercatrice tedesca richiede 15/20 secondi, ma si sta provando a fare la selezione in meno di 10 secondi. “Abbiamo superato il passaggio più difficile, quello di individuare un metodo per prevenire l’uccisione dei pulcini maschi”, spiega Maria Krautwald-Junghanns, che ha ricevuto per le sue ricerche un importante riconoscimento, il premio Felix Wankel del valore di 30 mila euro per il benessere animale. “Adesso il nostro compito è di ottimizzare e automatizzare la sequenza delle operazioni, eseguendo le verifiche per assicurare che la procedura non danneggi gli embrioni di sesso femminile”.

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L’alternativa è il ricorso a razze cosiddette ambivalenti

Il progetto si svolge sotto l’egida del Ministero dell’agricoltura tedesco che ha anche contribuito a finanziarlo. Il ministro Christian Schmidt ha annunciato la disponibilità dei nuovi apparecchi dal 2017, permettendo così alla Germania di assumere un ruolo guida in Europa nel campo del benessere animale, in particolare nel settore della produzione di uova.

La tecnologia non è l’unica strada per evitare l’eliminazione dei pulcini maschi delle ovaiole. L’alternativa è il ricorso a razze cosiddette ambivalenti, dove i maschi sono utilizzati come polli da carne mentre le femmine vengono destinate alla produzione di uova. È questa la strada seguita dalla Coop svizzera (premiata da Compassion Word Farming Italia  CIWF) per aver avviato la produzione di polli allevati con il metodo biologico ottenuti dai pulcini maschi delle ovaiole.

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Per evitare la strage di pulcini, ci sono progetti sulla selezione di razze ambivalenti

Anche il Ministero dell’agricoltura tedesco, in parallelo alle sperimentazioni con lo spettroscopio, sta portando avanti  un progetto basato sulla selezione di razze ambivalenti. “Mettere insieme la produzione delle uova e del pollame da carne, come avveniva in passato, contribuirebbe a un maggior benessere degli animali” ha dichiarato il ministro. L’ostacolo in questo caso, è rappresentato dai consumatori, ormai abituati a utilizzare polli a rapidissimo accrescimento caratterizzati da carni molto tenere e a cucinare petti di pollo di grosse dimensioni. L’esperienza svizzera dimostra che il pollo ambivalente viene apprezzato, per la qualità della carne meno tenera ma più saporita e anche per ciò che rappresenta in termini di benessere animale.

(Ecco un documentario tedesco che fa il punto sulle ricerche e mostra il laboratorio di Maria Krautwald)

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ezio
ezio
24 Gennaio 2016 11:32

Bene la soluzione svizzera, che dimostra come spesso la soluzione più semplice, sia anche la migliore.
Se si danno le priorità agli aspetti qualitativamente migliori del prodotto finale, si arriva alla soluzione più naturale e diretta, che rispetta il miglior contenuto che madre natura e la sue manifestazioni creative, frutto di millenni di evoluzione, ci ha consegnato.
Manipolazioni genetiche forzate, irradiazioni, laser ed altri espedienti invasivi, complicati e costosi sono inutili e potenzialmente dannosi, molto meglio e molto più semplice dividere i pulcini: le femmine da una parte a fare uova ed i maschi da un’altra ad allevamenti sani per far carne.
Elementare, automatico, rispettoso e sano. Ci sarebbe arrivato un bambino, se qualche scienziato lo avesse consultato.
In Italia cosa fanno i nostri allevatori? Triturano i maschietti appena nati per non allevarli direttamente loro, o consegnarli agli allevamenti di polli da carne?

elisabetta
elisabetta
28 Gennaio 2016 08:47

Solo all’uomo, che considera gli animali presenti negli allevamenti intensivi come merce, può venire in mente simili atrocità: uccidere i pulcini e in maniera atroce, lasciar morire di fame i vitellini oppure cingerli con strumenti di tortura per le mamme… senza ricordare la documentata assurdità densa di dolore degli allevamenti intensivi e chissà quante altre cose vengono fatte a nostra insaputa. Se praticare questo può portare ad alleviare dolore e sofferenza mi domando perchè distruggere e non distribuire le uova…forse il mercato ne risentirebbe…e si ritorna a punto e accapo….