La bufala di Coldiretti sulle micotossine nel grano duro importato. Documento Ministero smaschera la notizia. Allerta per il formaggio a pasta dura
La bufala di Coldiretti sulle micotossine nel grano duro importato. Documento Ministero smaschera la notizia. Allerta per il formaggio a pasta dura
Roberto La Pira 21 Settembre 2017Il piano nazionale per il controllo delle micotossine del Ministero della salute, pubblicato il 18 settembre 2017, non ha rilevato irregolarità nei campioni a base di grano che rappresentano il 7% del totale. I campioni non conformi, su 2.794 analizzati, sono solo 56 e sono quasi tutti formaggi in fase di stagionatura. Si tratta di un dato che smentisce i comunicati e le dichiarazioni fatte da Coldiretti, dal suo presidente Roberto Moncalvo e da altre lobby che negli ultimi mesi hanno più volte rivolto accuse, prive di riscontri concreti, al grano duro importato da Canada, Francia, Stati Uniti. C’è da chiedersi come mai questo dato sia sfuggito a Coldiretti, che forse ha preferito non vedere il problema del latte contaminato veramente da micotossine finito in migliaia di forme di formaggio italiano a pasta dura e granulosa, come evidenzia il rapporto. Questa operazione contro i marchi leader della pasta italiana che importano tutti grano duro, è stata portata avanti con molta determinazione e in modo folcloristico dall’armata degli agricoltori con manifestazioni di piazza davanti ai porti pugliesi.
Purtroppo la notizia delle bandiere gialle alle prese con le navi cariche di grano duro contaminato da micotossine cancerogene, destinate a finire nei nostri piatti, è stata ripresa e amplificata a dismisura da giornali e tv che per abitudine non verificano i comunicati di Coldiretti, considerandoli alla stregua di un testo sacro. Queste sceneggiate hanno creato la psicosi delle micotossine tossiche che si formano nelle stive umide delle navi durante il lungo trasporto. La medesima storia è stata rilanciata da altre lobby come Granosalus per accusare grandi aziende come: Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro di importare grano duro contaminato. Salvo poi ridimensionare le accuse dopo le prime denunce per diffamazione.
Qualche mese fa abbiamo scritto un articolo per denunciare queste fake news, riportando i risultati ottenuti dalle analisi sulle micotossine effettuate negli ultimi anni dagli istituti zooprofilattici, dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente sui campioni di prodotto importato. Le analisi evidenziavano livelli molto al di sotto dei limiti di legge in centinaia di campioni e gli addetti ai lavori confermavano l’assenza di problemi.
Adesso arriva il primo rapporto del Ministero della salute relativo al 2016 che assolve il grano importato dalle accuse inventate di Coldiretti. Il problema è che la campagna portata avanti sino ad ora e le false accuse hanno lasciato un segno. La narrazione proposta da quasi tutti i media ha fatto credere alla gente che il grano duro importato sia contaminato e anche di mediocre qualità. La realtà è leggermente diversa. Il grano duro importato non è contaminato e la qualità ottima, tanto che viene pagato almeno il 20% di più rispetto a quello nazionale. Chi lo dirà ai lettori/ascoltatori? Coldiretti avrà l’onestà intellettuale di fare un comunicato stampa per raccontare la verità? I giornalisti scriveranno articoli per dire che la contaminazione del grano duro importato da micotossine è un’invenzione? Probabilmente nessuno cambierà idea e il grano duro contaminato resterà nell’immaginario collettivo un prodotto da evitare. L’amara riflessione è che la materia prima che rende la nostra pasta la migliore del mondo, viene considerata dagli italiani un fattore che rovina spaghetti e maccheroni , in virtù della comunicazione di Coldiretti & Co. .
L’ultima considerazione riguarda l’associazione di categoria Aidepi, incapace di ribattere con energia alle accuse delle lobby e di intervenire in modo efficace denunciando questo gioco al massacro che rovina l’immagine dei nostri spaghetti. Basterebbe una dichiarazione molto dura alle agenzie stampa di Paolo Barilla, presidente di Aidepi ogni volta che Coldiretti racconta le sue storie fantastiche per ristabilire la verità e chiarire i concetti. Ma in Italia criticare o andare contro la lobby degli agricoltori è un esercizio che pochi hanno voglia di fare.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ottimo,
ma che la verità (scientifica) prima o poi venga a galla è antico, saggio e collaudato proverbio.
Mentre la bufala è pesante di per sé, e prima o poi affonda. (Salvo disperati tentativi di galleggiamento artificiale)
Speriamo che ci siano altri affondamenti di fake-news che per adesso però occupano tronfie ancora il mare delle incontrollate e rassicuranti fesserie di comodo e prezzolate come
il Gluten-free per tutti,
i grani vintage taumaturgici,
il grano moderno ibrido, radioattivo, tenuto in vita da fiumi di pesticidi e portatore di celiachia
la gluten-sensitvity responsabile di ogni mal di testa dell’Homo credulonis occidentaliensis
Dai che forse ci lasciamo allo spalle un periodo buio, ma le resistenze son tante…
Io mi fido di più di Coldiretti che del ministero…staremo a vedere!
Veramente è l’Istituto Superiore di Sanità, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’ARPA che, dopo anni di indagini e migliaia di analisi in laboratori accreditati sono giunti alle stesse conclusioni (del resto analoghe in lavori scientifici internazionali validati).
Però, è vero, non hanno fascino né carisma mediatico.
Andrebbero fatte delle belle serate dalle Iene con il Mago Otelma come presentatore e tanti ospiti no-vax (e, ovviamente, grani antichi senza glutine per tutti !)
concordo che dovrebbero chiedere scusa, almeno, ai consumatori Italiani per l’insieme di notizie “imprecise” che fanno passare in tv e sui giornali. Incredibile il potere politico che questa organizzazione ha raggiunto. Da questo punto di vista devo fare i complimenti alla loro leaderschip.
si parla anche che l’acqua del rubinetto sia la piu controllata mentre in quelle minerali ibottigliate i valori di arsenico possono anche non essere dichiarati quindi per quella di casa possiamo stare tranqulli lo dicono numerose fonti accreditateno?????? e invece il caso acqua pfas in veneto ci insegna a contestare le tranquille proclaamazioni degli enti, mai come in questo periodo si dice tutto il contrario di tutto….
Bravissimo.
E’ noto che l’ufficio stampa di Coldiretti è una vera e propria potenza, per questo motivo non si tocca!!!!
Purtroppo tra i formaggi a pasta dura mi risulta essercene di importanti.
Il vantaggio sta nella lunga stagionatura, in questo modo effettuando i dovuti controlli si evita di immettere sul mercato partite non conformi.
Tutto ciò a dimostrazione dell’importanza dei controlli che devono essere sempre più capillari.
Purtroppo siamo un popolo che gode nel farsi del male di suo!!!
Siamo tutti sulla stessa barca e dovremmo “remare” tutti per il bene pubblico. …e invece qualcuno gode nel…”fare falle nello scafo”…..e così affondiamo tutti!!!
La Coldiretti non è un’organizzazione estera, con tutte queste notizie false ed allarmistiche mette in crisi un settore nazionale (degli sfarinati) che è da salvaguardare per il bene economico e salutistico di tutti!!
Tutto bene, quindi per i livelli di micotossine, ma se non ricordo male il problema del grano di importazione, soprattutto se proveniente dal Canada è legato alla presenza di glifosate.
Ovviamente nel 2016 il Ministero della Salute non ha preso in considerazione anche la presenza dei residui del disserbante, scandalo sollevato da talune organizzazioni come “granosalus” ; credo che “Probabilmente nessuno cambierà idea e il grano duro contaminato resterà nell’immaginario collettivo un prodotto da evitare” se l’informazione non sarà completa e non solo “rassicurante”.
Prof.ssa M. G. TANTILLO
ISS e ARPA proprio una garanzia… E coldiretti uguale. Meglio comprare grano coltivato in italia xché che le flatossine si formino sempre durante stoccaggio e trasporto lo diceva già veronesi
Le micotossine si formano durante lo stoccaggio è vero ,ma tutto il grano viene stoccato anche quello italiano. Tutto dipende da come viene raccolto e stoccato e come viene trasportato. Lei pensa che Barilla, Divella e tutti gli altri marchi paghino il 20% in più il grano canadese pieno di micotossine e contaminanti !!!!!!
IN effetti è vero, in ISS, CREA E ARPA non lavora il mago Otelma bensì dei noiosi, seppur preparatissimi ricercatori e analisti, i migliori italiani che almeno sanno bene ad esempio che le “flatossine” non esistono.
Forse le Aflatossine, ma nel grano avrebbe difficoltà a trovarle anche il suddetto Mago.
Non sono neanche micotossine da stoccaggio del grano, mentre probabilmente le potrà trovare nell’italianissimo mais già in campo in annate caldissime come il 2003, il 2012 e quasi sicuramente nel 2017. Vero pericolo frequente anche a bassissime concentrazioni tanto che dai mangimi passano nel latte e da questo ai formaggi (e infatti legga bene dove sono stati trovati campioni anomali).
Non scomodi Veronesi che diceva un’altra cosa: difendeva gli OGM Mais, ma anche lui invadendo, come ameno sport nazionale, le competenze agronomiche che non ha in quanto gli OGM Mais evitano si i danni da larva Piralide che però aggrava le pur pericolose e sempre presenti Fumonisine da Fusarium (e legga ‘sto rapporto…) ma fa un baffo alle micidiali aflatossine.
Nel grano il rischio non sono le aflatossine è il DON (deossinivalenolo) ma in genere è molto basso sebbene da tenere sotto controllo, come appunto fanno i laboratori SERI italiani.
Falsa e mistificatoria la bufala vergognosa dell’equazione grano estero= micotossine, perché possono trovarsi anche con valori elevati nei grani nazionali in caso andamenti climatici sfavorevoli, come sanno tutti gli addetti ai lavori. E lo stoccaggio non c’entra una beata…
E qualche anima garrula webete (visto ieri con orrore) consiglia di sostituire la meravigliosa e invidiata nel mondo pasta di grano duro con costosi pastrocchi a base…di mais!!!! (eh sì sò glutenfrì, no?)
Dai, continuiamo a farci del male.
Caro La Pira, io andrei cauto a definire bufala l’accusa e la protesta di Coldiretti e dei produttori di grano italiani. Definire poi Granosalus una lobby sa di acredine. Perché allora non definire un cartello la Barilla, la De Cecco e tutti gli altri produttori di pasta che importano grano dal Canada dove notoriamente non c’è sole per far maturare le spighe? Perché in Canada si usa il glifosato?
Il glifosato in pre-raccolta del grano si usava in Italia sino a un anno fa e negli anni con un’estate umida veniva impiegato anche per altre colture. Le analisi non le facciamo noi ma il Ministero della salute e non abbiamo conoscenza di lotti ritirati dal mercato per contaminazione. Il cartello delle aziende che aderiscono a Aidepi ( Barilla ecc….) noi lo abbiamo contrastato con la campagna contro l’olio di palma che veniva usato da tutti i produttori di prodotti da forno). E anche i pastifici li abbiamo contrastati segnalando la presenza di grano importato nella maggior parte della pasta italiana.
Sgonfiata la bufala delle micotossine come “prova fumante” delle importazioni (ma non si direbbe del tutto, viste le ricorrenti, supponenti e avvilenti fake news ) ecco entra nell’almanacco di Telescandalopoli il glifosato!
Usarlo in Italia per accelerare la maturazione del grano duro sarebbe una semplice follia tecnica ed economica viste le ben note temperature estive e il prezzo ridicolo con cui si remunera la granella .
In Canada il clima è favorevole alla coltivazione di grano duro seppure con il ciclo spostato verso settembre tanto che è il più grande produttore al mondo e la sua qualità è ricercata e ben pagata in tutto il mondo senza polemiche ridicole basate sui pregiudizi da bar della postverità calduccia de micuggino.
In ogni caso anche sulle merci importate valgono le rigorose norme UE (e meno male che siamo in Europa) ed è difficile che la nave di Nosferatu possa passarla liscia.
Purtroppo ai tempi incontrollati della Rete invece la passano liscia questi “abusatori della credulità popolare” e la gara a chi la spara più grossa (ma mi raccomando orecchiabile e contro qualsiasi establishment, dopo i polidigi, adesso anche i ricercatori) è sempre aperta e, soprattutto, lucrosa.
(Ma del Cadmio si sa niente?)
(E del Creso radioattivo?)
(Eppoi, abbasta co tutto ‘sto glutine moderno)
Il grano italiano non viaggia x una settimana nella stiva di una.nave…
Nel mondo PER FORTUNA viaggiano, stanno viaggiando in questo momento, migliaia di enormi navi piene di generi alimentari.
E dall’Italia ne PARTONO molte per un export di apprezzato agroalimentare (in primis la pasta) che sono la NOSTRA (NOSTRA, di tutti!) immagine e quindi benessere e ricchezza anche per chi fa tutt’altra attività.
Se qualcuna ne arriva è la logica di qualsiasi scambio che ha portato benessere e conoscenza nelle civiltà storiche. E nelle stive moderne non c’è nessun pericolo di micotossine SE NON PRESENTI GIA’ PRIMA IN CAMPO, tanto che ci viaggia addirittura l’uva…
L’economia cupa e chiusa medioevale curtense è suggestiva vederla nei film (ALTOLA’ chi va là? …Un fiorino) ma certo non ha mai portato grande benessere alla stragrande maggioranza della popolazione che anzi campava male e molto e per pochi anni anche per colpa di quei grani locali carichi di micotossine (e relativi processi e roghi per stregoneria).
Poi ottima e salvaguardia del territorio a rischio abbandono la ZUPPA DI FARRO DI LEONESSA che preparerò stasera agli amici per un’allegra serata, ma non per questo devo demonizzare milioni di tonnellate di pasta fiore all’occhiello del made in Italy e lavoro e per milioni di agricoltori, operai e tecnici SOPRATTUTTO meridionali.
Benissimo per le micotossine,da risolvere le tracce di glifosato usato enormenente in Canada in moltissime colture tracui il grano, che per accumulo fa malissimo alla salute!!
Ma ha dati precisi per lanciare un’accusa così grave?
I residui di gliphosate , come di tutti i possibili contaminanti alimentari, sono rigorosamente regolamentati dopo lunghi e prudenti studi di ricercatori di tutto il mondo e in Europa, per fortuna, siamo tra i più garantiti e qualsiasi merce in entrata a questi limiti deve soggiacere.
La quasi totalità dei residui di gliphosate si trovano a causa dell’abuso che ne fanno le municipalizzate per contenere le erbacce nelle strade e nelle scarpate ferroviarie, ma comunque sono valori infinitesimali di nessuna rilevanza tossicologica riscontrabili solo grazie ad affinamento delle metodiche di indagine.
Nessun composto chimico o fisico può dirsi “sicuramente assente” visto che l’atmosfera e gli oceani sono in continuo movimento e rimescolamento e SE SI VUOLE con gli strumenti adatti si trova qualsiasi cosa in qualsiasi parte del mondo, anche al Polo Nord o nel cuore del Sahara.
E se godo nel trovare 0.000000001 potrò certo montare uno scandaletto web da 100 000 like, ma il ricercatore serio sa bene che non ha nessuna importanza così come se il figlio avesse la temperatura di 36.50000001 misurata col termometro astrale ma non per questo marinerà la scuola per una “leggera ma rischiosa febbriciattola, che poi si accumula!)
Sgonfiata la bufala delle micotossine, o almeno spero, dicevo, adesso si cavalca quest’altra mezza panzana tanto suadente e orecchiabile in perfetto stile neogiornalistico di postverità non necessariamente vera ma che fa tanto piacere e ci conforta nelle aspettative e si vuol sentirsi detta per far gongolare il rabbioso pregiudizio dell’antipolitica a prescindere contro ogni establishment
I grani che vengono stoccati sia in italia che all’estero, hanno già di per sé una determinata carica di micotossine. Tutti. Il problema anzitutto è di ordine analitico, ovvero con quale metodo vengono esaminati i campioni, e legale, ovvero quanto il ministero in collaborazione con i grandi marchi stabilisce il livello soglia che si può accettare di questo contaminante. Aggiungo per esempio che se la stessa pasta contaminata la mangia un adulto di 80 kg e la mangia un bambino di 10 kg, già dovremmo stare a ridiscutere livelli soglia e di accettabilità. Le micotossine esistono e lo stoccaggio sopratutto se fatto male, ne implementa la quantità. Il problema in questo caso senza andare fuori dal seminato, dove potremo discutere di sanità pubblica e di impatto delle tossine negli alimenti derivanti da cereali, è economico.
In italia i prezzi per questo prodotto primario sono da fame e chi fa agricoltura lo sa – forse 15 euro a quintale per gli agricoltori – mentre arrivano navi da 300 metri nei nostri porti dove il prezzo è a tonnellata e si parla di pochi spiccioli. Il fatto è che litalia un tempo paese produttore di cereali ora s vede scalzare da questo fantomatico mercato libero, perdendo 10 milioni di ettari e importano più del 50% di prodotti cerealicoli.
Semmai coldiretti dovrebbe essere processata per “abuso di tutela”. Già tutela, quella che una repubblica fondata sul lavoro si è da parecchi anni dimenticata di fare, quella che fa accordi commerciali con i grandi importatoti, che decidono, qualità, quantità, prezzo e che fa finta di generare microcircoli virtuosi di made in italy.
Ma chi l’ha detto? Non è detto proprio che le micotossine siano presenti comunque: ad. esempio la “carica” di DON al SUD ITALIA è quasi (QUASI eh , Q U A S I !) sempre nulla e certo non può aumentare anche con il più infame degli stoccaggi. Il problema sono i funghi Fusarium in campo, non certo in magazzino o nelle navi della teribbbile Nosferatu Express. Se in campo l’andamento climatico è normalmente asciutto, è molto difficile poi il proliferare, seppur qualche sopravvissuto tenace funghetto lo troveremo e l’HPLC o l’ELISA ci indicheranno ta taata DON POSITIVO ! ma a 19 ppb !!!! Cioè NIENTE. si, si N I E N T E !
Comunque se piace un mondo sterile si può innaffiare il grano con un ottimo efficacissimo (ma costoso) fungicida fusaricida di cui non faccio pubblicità, ma poi lo Schandahal Corum intonerà altri e ben più indignati madrigali sulla Rete o a Telescandalopoli, visto che i residui in PPB poi non saranno più “naturali” ma “chimici”.
I Limiti li sceglie il Ministero in collaborazione con CHI ??? da scompisciarsi o forse, peggio, da piangere, veramente. Fantastico ‘sto web virale…
i Limiti sono faticosamente e seriamente studiati e normati da commissioni scientifiche internazionali non certo per televoto web a chi spara la postverità più grossa contro “il potere” . Ed è ovviamente previsto un limite altamente prudenziale (1750 PPB parti per miliardo granella, 750 pasta), ancor più basso per i bambini 0-3 anni (200 ppb) che cmq è difficile immaginare anche per il più accanito webmaster abbiano consumi di pasta come gli adulti.
Se avessimo perso 10 milioni di ettari saremmo già nel 2100 e tutti ammollo con gli effetti finali dei cambiamenti climatici.
Ma anche averne perso quell’effettivo centinaio di migliaia è una ferita grave e difficilmente risanabile visto che molti di questi sono stati già sterilizzati da cemento, asfalto e nanetti di gesso del villone abusivo.
Il prezzo vergognosamente basso e non remunerativo della fatica di migliaia di agricoltori purtroppo non lo fanno i perfidi molini -importatori (magari! basterebbe bloccarli e ricondurli a più miti consigli) ma dinamiche internazionali complicate su cui è praticamente impossibile intervenire anche da parte degli Stati sovrani visto il liberismo dei mercati ormai globalizzati. I 230€/tonn di quest’anno non li hanno decisi 4 mariuoli al porto di Bari ma quel terribile Leviatano che si chiama mercato libero internazionale.
Associarsi e proporre grossi lotti di prodotto di qualità omogenea è l’unica speranza di poter far sopravvivere il nostro potenzialmente ottimo grano che già alimenta, come ci dice questo prezioso blog, ben 56 marchi di pasta grano 100% italiano per cui il consumatore è già disposto finalmente a spendere qualche centesimo in più e finalmente a lamentarsi un po’ meno.
Ma certo non bisogna creare questo assurdo e falso clima di demonizzazione di un prodotto tra i più genuini, controllati, sani, equilibrati ed invidiati (FIN AD OGGI, perlomeno) nel mondo.
(oppure vogliamo parlare di quali “sorprese” ci possono riservare altri alimenti che sono alla base di diete non certo mediterranee, ma fortunati loro, momentaneamente lontani dai riflettori di Telescandalopoli?)
La scienza non da certezze, ma probabili verità -ed aggiungo che vengono lette a seconda di cosa si deve dire -. Su qualcosa siamo d’accordo ma il leviatano mercato libero, non è poi così libero. Il sud italia ha perso negli ultimi 10 anni 5,5 milioni di ettari. Se la politica, specialmente quella alimentare fosse, SFRUTTIAMO LO SFRUTTABILE DEL NOSTRO PAESE E COMPRIAMO A MERCATO LIBERO Ciò CHE NON CI BASTA- , – avremmo sicuramente meno problemi. Associazionismo in italia? così succederà come per le cooperative di cacao in alcuni stati. Zero vigilanza e agricoltori presi per le orecchie. Questa moda di associarsi, senza strumenti e sopratutto senza garanzie non è assolutamente il modo per stare dietro a milioni di tonnellate che invadono il nostro paese a basso prezzo. Serve una politica vera, incisiva che premi il made in italy a partire dal campo. Tuttavia la percezione della qualità che ognuno di noi ha, è sempre diversa. La mentalità dovrebbe essere quella di ritornare a comprare dai contadini, dare modo a questi piccoli di rimanere piccoli e di fare grandi prodotti. Le logiche di mercato al ribasso che si debbono adottare per star dietro a questo liberismo non consentono di trarne i benefici teorici che dici.La selezione è fatta dal prezzo e non dalla qualità. A parità di qualità si scelgono i grani importati che costano meno, punto. Ma il ministro in tutto questo cosa fa? Nulla. A messo in campo 10 milioni di euro per consentire l’associazionismo,, insomma lo sputo di un piccione. Allora non credo che siano persone tanto stupide da fare manovre così irrisorie, sono semplicemente volute. Come dire, : ti serve un trapianto di fegato? Bene lì sul bancone ci sono i cerotti, inizia da quelli. Ovvero la pezza è 1000 volte più piccola del foro, con il fatto che tutto ciò non è generato dal mercato, ma da speculazione finanziaria e spostamento degli asset produttivi, dove conviene a qualcuno…l’italia per qualcuno deve diventare un solo paese di servizi, come singapore, etc.. basta dare una occhiata alle politiche comunitarie in agricoltura e anche un cieco se ne accorge. Poi nel frattempo che facciamo questa chiacchierata, un broker di new york a scommesso che il prezzo delle zucchine scenderà di 10 cent, investendo un miliardo di dollari… ma a noi che ci interessa, io ho 30 piante di zucchine nel mio orto e ancora le mangio. Per il resto DON Fusarine, Fumarine, Aspergilline, sono solo un contorno poetico che serve a sviare l’attenzione su questioni più pertinenti.
Marella ……..fai bene!! ….. non sono particolarmente legato alla Coldiretti ……..ma ……. se si legge questo articolo ..
http://www.ilfattoalimentare.it/glifosato-efsa-copia-incolla-monsanto.html
“Associarsi e proporre grossi lotti di prodotto di qualità omogenea è l’unica speranza di poter far sopravvivere il nostro potenzialmente ottimo grano che già alimenta, come ci dice questo prezioso blog, ben 56 marchi di pasta grano 100% italiano per cui il consumatore è già disposto finalmente a spendere qualche centesimo in più e finalmente a lamentarsi un po’ meno.”
Questa di Fabrizio è la realtà nuda e cruda, completa di rimedio per i nostri problemi più agro che alimentari.
Perché per questi ultimi, la Mediterranea ed il saper fare delle nostre produzioni, ci rende già abbastanza merito.
Quindi tutti gli sforzi ed a volte anche qualche forzatura, possono aiutare a fare squadra e valorizzare un poco anche il nostro agro.
Maurizio, ha mai provato ad informarsi seriamente come, e con quale ulteriore margine di sicurezza (intorno a 10 alla3) vengono determinati nel mondo scientifico e regolatorio i limiti per i microinquinanti ? non certo per accordi politico-commerciali fra enti pubblici ed aziende ! piantiamola di propagare fake-news ideologiche o derivanti da ignoranza e diamo credito al mondo scientifico, l’unico che ragiona con dati e con le migliori ed attuali conoscenze disponibili applicando in modo corretto, e non con l’ignoranza assurda del limite zero, il principio di precauzione che tende a limitare il rischio sulla base delle conoscenze acquisite e non di ridurlo ideologicamente ed antiscientificamente a zero. La politica e l’ideologia non hanno nulla in comune con il metodo scientifico .
Quanto alle micotossine, lo sapete che anche nello stoccaggio e nelle navi si usano gas inerti per contrastare lo sviluppo di muffe tossinogene?
D’accordo sull’utopia dei limiti di sostanze tossiche a zero negli alimenti, ma anche nell’acqua e nell’aria, ma conosciamo dati statistici da fonti certe e scientifiche (EFSA, FDA, OMS, IARC, ..), sul consumo procapite per stile alimentare nazionale?
Inoltre, abbiamo dati medico scientifici sempre da fonti sicure, sull’interazione ed accumulo di diverse sostanze potenzialmente o sicuramente accertate essere tossiche e potenzialmente cancerogene, in rapporto ai consumi ed al peso del consumatore tipo (bambini e ragazzi compresi)?
Chi ha dati li divulghi per buona informazione e tranquillità di tutti i genitori e buoni mangiatori di pane pasta, pizza, focacce, ecc…
Almeno per i bambini mi pare di ricordare un rapporto/parere EFSA in
passato dove si teneva conto di quanto dice Ezio, pe le abitudini di
consumo minime, medie e massime europee. i limiti per l’infanzia sono
molto più bassi che per gli adulti, e con un ulteriore margine di
sicurezza per coprire le variabili.