Macine Mulino Bianco con o senza olio di palma? Praticamente nessuna differenza di gusto. Sono invece più che dimezzati i grassi saturi, ma Barilla non lo dice
Macine Mulino Bianco con o senza olio di palma? Praticamente nessuna differenza di gusto. Sono invece più che dimezzati i grassi saturi, ma Barilla non lo dice
Roberto La Pira 21 Giugno 2016Sono più buoni i biscotti le Macine Mulino Bianco con l’olio di palma o i nuovi preparati con olio di girasole (*)? Per rispondere a questo interrogativo che circolava in redazione abbiamo fatto una prova di assaggio. Si tratta di un test senza valore statistico che chiunque può ripetere a casa comprando due confezioni di Macine Mulino Bianco: una preparata seguendo la vecchia ricetta con l’olio di palma e una seconda confezione con quella nuova. Poi basta mettere i biscotti in modo anonimo su un piatto e chiedere ai partecipanti un voto basato su: colore, odore, friabilità e sapore. Tra le quattro persone che hanno partecipato al test, tre non hanno riscontrato diversità tra i due biscotti tranne una leggera diversità di colore, più scuri i biscotti con il palma. Per quanto riguarda il sapore una persona ha preferito quelli con l’olio tropicale un’altra quelli con il girasole, ma anche in questo caso le differenze di punteggio sono state minime.
Sulla base della nostra prova è facile ipotizzare che la stragrande maggioranza dei consumatori non si accorgerà del cambiamento di ricetta. D’altro canto basta guardare l’etichetta per notare che il valore calorico dei biscotti, la quantità degli ingredienti e il numero è praticamente identica. Barilla non riporta però sulle confezioni frasi o riferimenti che spiegano il cambiamento di ricetta e questo risulta molto bizzarro. Da una parte l’azienda propone ogni sera Antonio Banderas che pubblicizza biscotti con meno grassi perché cotti al vapore o perché resi più leggeri, e poi di fronte ad un biscotto che ha il 65% in meno di grassi saturi rispetto alla ricetta precedente non scrive nemmeno una riga sulle confezioni.
Eppure un documento dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato nel febbraio 2016 sulle criticità dell’olio di palma, focalizza l’attenzione sull pericolo per i bambini e i ragazzi di assumere un eccesso di grassi saturi a causa dell’olio tropicale presente nei prodotti da forno. Questo comportamento è molto strano, difficilmente giustificabile da parte di Guido e Paolo Barilla che hanno modellato l’azienda familiare puntando su valori come il rispetto dell’ambiente e l’impiego di ingredienti genuini e “naturali”. Forse una dimenticanza così grossolana è dovuta al fatto che questa volta non sono stati loro a decidere la nuova ricetta ma sono stati i consumatori a fargli cambiare idea.
(*) L’olio di palma, presente in quantità pari al 15% circa nella precedente formulazione dei biscotti Macine, adesso è stato sostituito con l’olio di girasole. Leggendo attentamente l’etichetta si nota che i biscotti non sono totalmente palm free perché contengono una quantità di olio tropicale inferiore a 0,85 g per 100 g. Una decisione difficile da capire in assenza di motivi tecnologici tali da giustificarne la scelta.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Buonasera, guardando la foto della confezione delle macine ho notato una cosa: i biscotti con l’olio di girasole dovrebbero essere stati prodotti dopo quelli con l’olio di palma dato che il cambio di ricetta è recente giusto? Noto però che la scadenza delle macine con l’olio di girasole è piu vicina di quella con l’olio di palma, presumo quindi che usare l’olio di girasole faccia deteriorare prima il prodotto, è corretto?
Grazie
ps: colgo l’occasione per farvi i complimenti per questo sito. Uno spiraglio di luce per tutti i consumatori consapevoli!
La data di scadenza differente potrebbe essere dovuta ai diversi stabilimenti dove sono prodotte le due confezioni, probabilmente non tutta la filiera produttiva Barilla è ancora allineata alla ‘nuova ricetta’. Il fatto che Barilla non evidenzi sulla confezione la novità (palm free, 65% in meno di grassi etc) secondo me è per non danneggiare la vendita delle confezioni residue di Macine ancora presenti sugli scaffali né quella delle altre sue linee di prodotto ancora contenenti palma
Loro sono duri di comprendonio e io continuerò a lasciarli sullo scaffale.
Buongiorno.
Guardando la foto con gli ingredienti, si nota che le Macine con olio di semi di girasole scadono il 19/01/2017 mentre quelle con olio di palma scadono il 17/03/2017 cioè due mesi dopo. Se Barilla avesse cambiato ricetta in favore dell’olio di semi di girasole, mi aspetterei che quelle con olio di palma scadessero prima, trattandosi di prodotti più vecchi.
Non è strano?
Grazie e cordiali saluti,
Alberto
Può darsi che, come dice Agatone, gli stabilimenti non siano ancora allineati.
L’altra motivazione è che la shelf-life dei prodotti con girasole può essere stata diminuita per un principio di precauzione a fronte del fatto che l’olio di girasole regolare ha un contenuto di polinsaturi maggiore del palma -circa 6:1- e ciò può portare più velocemente all’ossidazione.
Vero è che ci sono olii di girasole, o altri semi, raffinati con un contenuto di monoinsaturi più elevato che reggono meglio le temperature di quelli regolari, ma in questo caso non abbiamo sufficienti informazioni.
Per esperienza personale con l’olio di girasole, almeno in prima battuta si preferisce accorciare la vita dei prodotti, per poi eventualmente estenderla dopo un periodo di osservazione congruo.
La data di scadenza dei biscotti è in qualche modo influenzata dalla sostituzione dell’olio di palma con l’olio di semi di girasole?
Grazie in anticipo per la risposta.
L’unica cosa evidente è che senza (pardon, con meno) palma la shelf life si è accorciata di almeno un paio di mesi
L’uso dell’olio di palma permette di prolungare di qualche mese la shelf life dei prodotti rispetto ad altri oli di semi come il girasole. Va però detto che in genere i biscotti e i prodotti alimentari con termine minimo di conservazione vengono venduti a distanza di pochi mesi dal momento della produzione. In questo caso mi sembra che sei mesi siano un intervallo sufficiente per esaurire le scorte di magazzino.
Poi mi dovranno spiegare che senso ha riformulare la ricetta impiegando comunque l’olio di palma seppur in minor qualità… mi sembra uno specchietto per le allodole e per chi si ferma a leggere l’elenco ingredienti alle prime righe.
Me lo chiedo anche io ma non credo sia uno specchietto per le allodole. Secondo me stanno ancora testando. Il discorso shelf-life effettivamente è strano ma bisognerebbe essere sicuri della data di produzione.
Comunque vedrete che al momento della eliminazione totale del palma lo metteranno bene in evidenza sul davanti!!!
Era abbastanza ovvio aspettarsi un gusto identico. Un’azienda come Barilla, prima di immettere sul mercato un prodotto come le Macine formulato diversamente, avrà fatto tantissime prove e analisi sensoriali per avere lo stesso gusto di sempre.
Perché Barilla non scrive nulla in merito all’assenza dell’olio di palma o sul minor contenuto di grassi saturi? secondo me perché hanno riscontrato differenze di gusto/struttura etc. utilizzando altri oli vegetali e molto probabilmente sa già che non potrà sostituirlo in tutti i prodotti e quindi se immettesse sul mercato una linea senza olio di palma il resto dei suoi prodotti non venderebbe più…
Buongiorno Dott. La Pira,
volevo in primis ringraziarla per quello che state facendo. Oggi il consumatore anche grazie a voi, ha la possibilità di scegliere in autonomia cosa acquistare.
Io vivo a poca distanza dal supermercato Carrefour di via Porpora che ci ha segnalato ed incuriosita dal vostro articolo volevo provare la differenza tra i due prodotti.
Purtroppo nel negozio in questione non ci sono confezioni di prodotti Mulino Biancio con olio di girasole, ma solo con olio di palma.
Ho chiesto anche ad un addetto alle vendite e mi hanno risposto che non ci sono altre confezioni di macine al di fuori di quelle a scaffale. E tutte hanno olio di palma.
Come è possibile? Dove posso trovarle?
Grazie mille
Andate avanti così
Daria G
Barilla, per chi non lo sapesse è molto “impegnata” a sensibilizzare la popolazione sui corretti regimi alimentari, sul problema mondiale dell’alimentazione e sulla riduzione dello spreco di cibo.
Poi però difende a spada tratta l’uso del Palma, lo sostituisce, calano i grassi saturi e non lo dice.
La sostituzione del palma con il girasole comporta solo la riduzione di 2-3 mesi della shelf life , che è bene ricordarlo non è una scadenza. Quello che dice il lettore è vero sulla nota organolettica, ma questo potrebbe succedere in tutti i biscotti del mondo sia quelli con il palma sia quelli con il girasole o altri grassi. Si tratta comunque di un’ipotesi non di una certezza. Sui prezzi vorrei sottolineare come Esselunga che ha sostituito il palma con il girasole non ha aumentato i prezzi. Infine la friabilità si perde molto presto basta non chiudere correttamente la confezione dopo l’apertura. In ogni caso chi tiene i biscotti nella credenza di casa per 7-8 mesi!
Si evidenzia che il consumatore è esposto ad un prodotto più facilmente aggredibile in termini ossidativi. Le considerazioni sul tempo medio di consumo più che sufficiente lasciano il tempo che trobvano. Personalmente ho avuto un pacco di Pan di Stelle lasciato vagare nella dispensa semi-aperto con TMC scaduta…Organoletticamente perfetti, con olio di palma.
Potrei dire che un pacco di Macine ( con olio di palma ) lasciato nella dispensa semi aperto per due mesi era (ovviamente) stantio e per niente friabile.
Buongiorno.
Premesso che io sono contrario all’olio di palma e che ho sospeso l’acquisto di tutti i prodotti che lo contengono, qui, secondo me, entra in ballo un altro discorso.
Siccome – nonostante spesso si sostenga il contrario – i prezzi aumentano (io, che faccio personalmente la spesa alla Esselunga tutte le settimane, me ne accorgo per tante cose) la gente è portata ad acquistare i prodotti scontati in offerta, ed è spesso costretta, per godere dello sconto, ad acquistare più di una confezione oppure confezioni “abbondanti”, che contengono una percentuale di prodotto aggiuntiva.
Così ci si ritrova in dispensa la tipica “scorta”, cha magari non viene consumata subito.
Però, se davvero la vita a scaffale in alcuni casi si riduce (perché non usare l’italiano in luogo di “shelf life”, visto che è pure più chiaro?), come ad esempio passando da biscotti prodotti con olio di palma ad altri prodotti con olii meno dannosi, di questo bisognerà tenerne conto!
Altrimenti, quello che si è guadagnato nel prezzo lo si perderà in freschezza e bontà.
Grazie per l’attenzione.
Secondo me semplicemente la Barilla deve smaltire le scorte del palma che ha ordinato e magari l’olio di girasole non è disponibile in quantitativi così massicci. Oppure la strategia aziendale è cambiare il sapore dei biscotti progressivamente lasciando, nel transitorio, un po’ di palma, in modo da non far percepire la differenza. Insomma, le ragioni possono essere le più varie.
Non posso esprimermi sulle macine perché, pur piacendo, non le acquisto da anni. Posso però dire riguardo un altro prodotto che ha subito analoga sostituzione ingredienti (sperando non venga scambiata per pubblicità): i biscotti ai cereali Coop con fave di cacao. Un prodotto con cacao del commercio equo e solidale, nel quale in effetti la presenza del palma strideva non poco, e che a malincuore avevo smesso di acquistare per motivazioni etiche e di sostenibilità ambientale. Nella nuova ricetta, con olio di girasole, sono a mio modesto parere ancora più buoni. Forse meno friabili, più croccanti, e con un sapore meno grasso, ma assai più buoni nel complesso. .
Io resto della mia idea: questo tipo di prodotti in una dieta equilibrata non possono essere consumati in quantità tali che la qualità dei grassi impiegati faccia una differenza reale. Il vincolo delle calorie dovrebbe far preferire prodotti con massimo 450 kcal per 100 grammi, quindi le macine sono in ogni caso da evitare.
Poi nella scelta di un frollino, più che il tipo di grassi usati, è la farina: decisamente meglio scegliere un prodotto con farina integrale (e persino la crusca addizionata alla farina bianca è meglio che la pura farina bianca).
Nessuno intervenuto in questa rubrica ha provato a pensare dal punto di vista della Barilla, che è un’azienda con 8000 dipendenti circa che vivono perché c’è Barilla, con delle responsabilità maggiori di … ad esempio una Banca Etruria e che paga di tasca propria ogni errore che può trovarsi a compiere anche in buona fede.
Se io, Barilla, ho ancora in corso prodotti con olio di palma, non posso enfatizzare quelli che non lo contengono altrimenti sarebbe autolesionismo. Ho bisogno di un tempo di adeguamento in cui i consumatori stessi scoprono ciò che sto facendo e lo apprezzano.
Però siamo in Italia e noi italiani siamo abituati ad un arrogante “tutto e subito”: come vediamo apparire un “segno di adeguamento”, lo riteniamo “segno di cedimento” e vogliamo una resa incondizionata su tutto il fronte, anche a costo di produrre una rovina.
Barilla invece è costretta alla saggezza. Sulle ragioni per cui si trova costretta ad usare ancora per un certo tempo l’olio di palma in altri prodotti ho formulato delle ipotesi plausibili in un mio post su FB: https://www.facebook.com/code001/posts/10206855098355811
Abbiate pazienza: la Barilla non è una azienda suicida, e in questa vicenda si è fatta sicuramente già abbastanza male!
A proposito io ho dato un contributo economico a Il fatto alimentare.
Possono i più facinorosi di questa chat, dire di aver fatto altrettanto?
Chi dice che anche gli altri non l’abbiano già fatto? E non ne facciano pubblicità? Buona giornata.
Ho parlato del “contributo” per sostenere La Pira che fa un lavoro importante, non per farmi pubblicità. E’ curioso come in Italia ognuno si senta offeso invece di valutare il significato di quello che viene scritto detto etc. al punto da dimenticare tutto quello che era stato scritto prima: di tutto ciò che ho scritto – che pure avrebbe dovuto suscitare reazioni – lei ha ricordato solo il possibile insulto all’onorabilità come se fosse personale, quando invece non era un insulto ed era un appunto generale! 🙂
La ragione per cui ho messo quell’appunto è che in Italia molti (e da quello che lei dice si capisce che lei non è tra questi) – troppi – usufruiscono di ciò che è dato spontaneamente o offerto per passione (il caso di La Pira) senza accorgersi che è costato lavoro, intelligenza, soldi impegno: era solo un richiamo alla triste realtà dei soldi che in Italia disprezziamo perché a molti non costano fatica (lei, sempre evidentemente, non è tra questi), senza allusioni ad alcuno presente qui, giusto un discorso generale.
L’olio di girasole non potrà mai sostituire il palma. O si usa il burro oppure si tiene ancora l’olio di palma. La scadenza é troppo più breve per non parlare poi dell’ossidazione a cui va incontro l’olio di girasole alle alte temperature e con la formazione di piccole quantità di acidi grassi trans. L’olio di girasole non è il sostituito.
Eppure molte aziende non usano più il palma e continuano a produrre biscotti!
Certamente sig. La Pira, si può anche impiegare la margarina per fare i biscotti… con tutte le nefaste conseguenze che ne derivano. Il problema del girasole è che ha un brutto rapporto omega 6 e omega 3 e risulta particolarmente pro-infiammatorio e non lo dico solo io. Per non parlare poi del fatto che ha una bassa resistenza alle alte temperature. Le aziende poi possono fare quello che vogliono ma io compro solo se vedo scritto olio di palma oppure burro che è il migliore. Tutto qua
Solo la pavesi non elimina dalle vendutissime gocciole l olio di palma.facciamola convincere