gamberetti
I lavoratori costretti a condizioni di lavoro disumane

L’Associated Press ha pubblicato una lunga inchiesta sulla moderna schiavitù, anche infantile, nei confronti dei  lavoratori immigrati da Birmania, Laos e Cambogia in Thailandia, che operano  nel settore della pesca e lavorazione dei gamberetti. Persone private del nome sostituito con un numero, costrette a lavorare sedici ore con le mani nell’acqua, sottoposte a violenze e intimidazioni quotidiane e a vivere in condizioni igienicamente insostenibili.

I giornalisti autori dell’inchiesta scrivono che il pervasivo traffico di esseri umani ha contribuito a fare della Thailandia uno dei più grandi fornitori mondiali di gamberetti di Europa, Asia e  Usa per un  ammontare di sette miliardi di dollari . Il documento evidenzia la presenza di un apparato produttivo che, nonostante le ripetute promesse di pulizia fatte dal governo e dalle imprese, continua ad essere un esempio di moderna schiavitù, alimentata dalla complicità e dalla corruzione di polizia e autorità. Gli arresti e i processi sono rari e, quando ci sono incursioni della polizia negli stabilimenti, è facile che a finire in prigione siano i migranti clandestini, mentre i proprietari restano impuniti.

pesca barca
I proprietari dei negozi si sono rifiutati di fare i nomi dei loro distributori thailandesi

I reporter dell’Associated Press hanno intervistato oltre una ventina di lavoratori e seguito per cinque giorni, filmandoli, i camion carichi di gamberetti freschi in uscita dai capannoni dell’impresa Gig, nella città portuale di Samut Sakhon, a un’ora di distanza da Bangkok. Analizzando i documenti doganali relativi agli invii negli Usa, i giornalisti hanno scoperto che i gamberetti finiscono in tutti i principali supermercati statunitensi. I registri doganali relativi all’Europa e all’Asia non sono risultati consultabili, perché confidenziali, ma le imprese esportatrici affermano sui siti web, di operare anche verso queste destinazioni.

I corrispondenti dell’Associated Press in Italia, Germania, Inghilterra e Irlanda hanno controllato i gamberetti nei supermercati, rilevando molte marche che si approvvigionano in Thailandia. I proprietari dei negozi, però, si sono rifiutati di fare i nomi dei distributori thailandesi, sostenendo che si tratta di notizie riservate.

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Sandro kensan
19 Dicembre 2015 19:57

Anche qui come con l’olio di palma basterebbe che la gente lo volesse.

ezio
ezio
30 Dicembre 2015 12:02

Il 2016 dovrebbe essere per Il Fatto Alimentare, sostenitori e colleghi delle associazioni consumatori, l’anno delle iniziative a favore della qualità della vita e dell’ambiente delle produzioni alimentari.
Perché io credo nel principio che noi siamo ciò che mangiamo, e non possiamo nutrirci di alimenti rubati alla fatica degli schiavi e di sostanze tossiche e distruttive per noi e l’ambiente.
L’allevamento intensivo dei gamberetti, per essere altamente produttivo (come quello dei polli), necessita di continui trattamenti con antibiotici.
Si dovrebbe partire con il controllo del contenuto di farmaci nel prodotto in vendita, per verificare con cosa e come vengono “costruiti” questi alimenti consumati in tutto il mondo.

Andrea Ricci
Andrea Ricci
Reply to  ezio
30 Dicembre 2015 23:43

Ben detto, Ezio! Concordo con il pensiero e con l’auspicio