Quattro mesi fa abbiamo chiesto al commissario del Crea Nut Salvatore Parlato di esprimersi sul doppio incarico di Andrea Ghiselli che, oltre a essere il responsabile delle Linee guida per una sana alimentazione degli italiani, ha svolto per anni consulenze per aziende private. Non abbiamo ricevuto risposta. Nella lettera domandavamo sulla figura di Ghiselli come responsabile scientifico di un progetto fondamentale sulle linee di indirizzo nutrizionale della popolazione e l’attività di consulente svolta per anni nel sito merendineitaliane.it, di membro retribuito sino a 13 mesi fa del panel scientifico di Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane che raccoglie marchi come Ferrero, Barilla, Bauli…).
A queste posizioni si aggiunge il ruolo di membro del Comitato scientifico di Assolatte (Associazione italiana lattiero casearia) e coordinatore-collaboratore del periodico di notizie online “L’attendibile” (ultima retribuzione settembre 2014). Al presidente del Crea Nut abbiamo chiesto delucidazioni sulla compatibilità di questi incarichi con il codice di autodisciplina dello stesso ente, che prevede precise limitazioni sul confitto di interessi e sulle consulenze (*). Abbiamo sollecitato diverse volte una risposta senza grande successo.
Per la cronaca va detto che il Movimento 5 Stelle di sua iniziativa ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione, rivolta al Ministero delle Politiche agricole (da cui dipende il Crea Nut e lo stesso commissario Salvatore Parlato), rimasta senza risposta.
Qualcosa è cambiato?
In questi mesi qualcosa è cambiato. Ghiselli continua a esercitare il ruolo di esperto di nutrizione in tv, sui media e in rete (ha un blog sul Corriere.it) ma non sempre viene presentato come portavoce del Crea Nut e non sembra ricoprire il suolo di consulente di Aidepi e Assolatte (almeno così risulta dalle informazioni sui siti).
Figura invece nel Comitato scientifico dell’Istituto Danone nutrizione e salute come rappresentante del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del Crea Nut (come risulta da un’intervista rilasciata poche settimane fa ad un programma televisivo svizzero). Tutto ciò però non giustifica l’assenza di risposte da parte del commissario Salvatore Parlato su argomenti così delicati. Anche il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina in qualità di finanziatore del Crea Nut considerato il “principale Ente di ricerca italiano dedicato all’alimentazione degli italiani” ha il dovere di chiarire la situazione.
Per ricordare quanto sia legittima la richiesta di chiarimenti sul conflitto di interessi, basta rileggere il parere sulle merendine rilasciato da Andrea Ghiselli in un’intervista di qualche anno fa, e ancora presente sul sito di Aidepi. Il responsabile scientifico delle Nuove linee guida per la nutrizione degli italiani consigliava di mangiare ogni giorno una merendina e di preferirla ai dolci casalinghi. Chissà se ha cambiato parere’
Ecco di seguito il testo della prima parte dell’intervista, mentre il video e il testo completo li trovate cliccando qui.
L’OPINIONE DELL’ESPERTO ANDREA GHISELLI – MEDICO INTERNISTA
“La merendina è meno calorica del ciambellone fatto in casa”. Le merendine sono criticate spesso e volentieri. Secondo lei qual è la ragione per cui accade? Le merendine sono spesso criticate per due motivi principali: il primo perché sono produzioni industriali, e quindi percepite come non genuine, il secondo perché si pensa che siano troppo caloriche e ricche di additivi. Del resto, il fatto che le merendine siano porzionate singolarmente e rimangano sempre fragranti è un motivo che potrebbe spingerci ad un consumo maggiore.
Dobbiamo anche dire che rispetto ad un ciambellone o a una crostata casalinga preparata dalla mamma o dalla nonna, molto spesso, proprio per le migliori tecniche industriali che abbiamo a disposizione, la merendina contiene meno calorie e quindi è meno pesante e meno impegnativa rispetto ad un prodotto “genuino”. Rispetto, poi, alla presenza di additivi anche qui dobbiamo dire che sono severamente regolamentati: ci sono le quantità consentite e giuste per fare un prodotto buono e fragrante e quindi non deve essere un motivo per un loro minore consumo ma anzi deve – può – essere introdotta in una normale alimentazione di tutti i giorni.
(*) L’articolo 26 del codice disciplinare del Crea Nut vieta di “accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in connessione con la prestazione lavorativa e di astenersi dal partecipare all’adozione di provvedimenti degli Enti che possano coinvolgere direttamente o indirettamente interessi propri”.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ci sono tre livelli di giudizio coinvolti in queste vicende:
a) l’etica personale e professionale, che in questo caso è completamente assente;
b) il conflitto d’interesse con ruolo pubblico istituzionale, che in questo caso è grande come una casa;
c) l’assenza di responsabilità istituzionale difronte ad un fatto acclarato, ampiamente provato e recidivo.
Casa deve avvenire perché questi fatti eticamente riprovevoli non avvengano, istituzionalmente siano impediti e quando scoperti, prontamente interrotti?