La notizia buona è che le Linee guida per una sana alimentazione secondo il commissario del Crea AN (ex Inran) saranno pubblicate nel 2016 con due anni di ritardo. La notizia inquietante è che il responsabile dei lavori Andrea Ghiselli, ben noto alle cronache per essere il principale “portavoce” dell’ex Inran, ma anche uno dei più gettonati consulenti dell’industria alimentare italiana (dalle merendine ai latticini) resta al suo posto di coordinatore a dispetto dell’evidente conflitto di interessi.
Questo è quanto emerge dall’intervista rilasciata l’11 aprile 2016 a Il Fatto Alimentare dal commissario Crea, Salvatore Parlato. Il commissario ribadisce che Andrea Ghiselli è ancora il responsabile della revisione delle Linee guida e ignora le accuse di conflitto di interessi evidenziate da Il Fatto Alimentare e riprese in un’interrogazione parlamentare dal Movimento 5 stelle. Parlato dice che questo aspetto non conta molto, perché le Linee guida sono un lavoro collegiale e quindi l’eventuale conflitto sarebbe del tutto ininfluente.
Salvatore Parlato, commissario del CREA
Secondo il Commissario “Il Dott. Ghiselli ha fatto parte di diversi comitati scientifici. Si tratta di tavoli composti da tecnici e professionisti di diverse discipline e di alto spessore scientifico e sono strumenti dei quali sempre più spesso l’industria si dota per migliorare i prodotti, per rispondere alle sempre maggiori richieste di prodotti salutistici da parte dei consumatori, per impostare una comunicazione corretta e scientificamente valida, per rispondere alla domanda crescente di responsabilità di impresa. L’appartenenza ad un comitato scientifico, pertanto, non costituisce motivo che possa generare conflitto di interessi, anche tenendo conto della natura collegiale delle attività sopra richiamate. Più che di conflitto di interesse, si dovrebbe parlare di opportunità da parte di un ricercatore di partecipare a tali comitati, ancorché utilissimi, nel momento in cui alla sua persona si associa una credibilità che si trasfonde nella ricerca che si trova a coordinare ”.
Il fatto che uno dei principali dirigenti del Crea An (ex Inran) alle dirette dipendenze del Ministero delle politiche agricole sia stato per anni uno dei principali consulenti delle più importanti associazioni di categoria del settore come Aidepi e Assolatte (che raggruppano gruppi come Ferrero Barilla, Bauli…) non è un problema, forse è solo ‘inopportuno‘. Al Commissario sono forse sfuggite certe interviste di Andrea Ghiselli sulle merendine e certe posizioni sull’olio di palma che potrebbero legittimamente sollevare qualche sospetto.
Il conflitto di interessi di Andrea Ghiselli
Il Commissario non dice che Ghiselli in questi anni si è sempre presentato come un ‘portavoce dell’Inran’, senza rivelare il suo secondo lavoro. Parlato dimentica che Ghiselli è stato ‘costretto’ a rivelare le sue consulenze al Corriere della sera un anno fa, dopo una nostra esplicita richiesta alla redazione dopo avere letto un sua dichiarazione apertamente schierata a favore dell’olio di palma. Parlato dimentica che nel mondo scientifico l’onestà intellettuale è una discriminante. Per questo motivo è buona regola dichiarare sempre un conflitto di interessi altrimenti si perde ogni credibilità.
L’altra dimenticanza è l’articolo 26 del codice disciplinare del Crea che vieta di “accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in connessione con la prestazione lavorativa e di astenersi dal partecipare all’adozione di provvedimenti degli Enti che possano coinvolgere direttamente o indirettamente interessi propri”. Certo conciliare questo concetto con le attività di consulenza del responsabile delle Linee guida per una sana alimentazione degli italiani è difficile, ma evidentemente qualcuno ha una visione più ampia della nostra.
I punti critici
Parlato sottolinea che adesso Andrea Ghiselli non ha più collaborazioni e “sta continuando, come in passato, a garantire un elevatissimo contributo professionale”. Sapere che il nostro opera nel Crea “come nel passato” non è un elemento di conforto, vista la commistione per molti anni con le numerose consulenze. D’altro canto basta ascoltare certe interviste sulle merendine e alcune dichiarazioni sull’olio di palma, per sollevare legittimi sospetti sul conflitto di interessi trattandosi di argomenti strettamente collegati al business delle aziende. C’è da chiedersi come facciano i componenti del comitato che si occupa delle Linee guida a lavorare con un personaggio che, sicuramente ha una grande abilità professionale, ma anche una grande abilità nel collezionare consulenze con le più importanti realtà industriali del settore alimentare italiano.
Purtroppo nell’intervista rilasciata a Il Fatto Alimentare da Parlato emergono anche ritardi, inefficienze e la disastrosa situazione dell’ex Inran che, inglobato nel Crea, riesce a produrre pochissimi documenti e ancor meno ricerche nell’ambito della nutrizione. Il nostro sito si occupa di queste tematiche, ma dopo l’ultimo appello di cinque anni fa, quando abbiamo avviato una raccolta firme per salvare l’Inran dalla chiusura, gli articoli e le interviste sulle ricerche del Crea sono stati veramente pochi. Questa situazione non è dovuta alla fatica di comprendere i contenuti, come dice Parlato, ma perché non ci sono gli studi.
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[åiuta]
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Credo che Andrea Ghiselli abbia fornito un importante contributo in Italia nel divulgare informazioni sulla nutrizione utili alla gente e supportate da evidenze scientifiche. Si può non essere d’accordo su alcuni passaggi, ma questo fa parte del normale dibattito scientifico che non può essere immediatamente etichettato come conflitto di interessi. In generale è normale per un opinion leader essere chiamato da aziende a fornire la propria consulenza, sarebbe strano il contrario: vorrebbe dire che la sua conoscenza è slegata dal mondo reale. Sta al Crea trovare la forma idonea per far si che questa attività venga svolta con la forma corretta.
Bravo Michele. Ce ne fossero di uomini di scienza onesti e preparati come Andrea Ghiselli!
Lo dico per conoscenza personale diretta.
Quindi replicheranno che non sono credibile, che ho un conflitto di interessi pure io.
Pazienza.
Una cosa è fare consulenza alle aziende, altra cosa è fare il portavoce di dette aziende verso i consumatori.
Senza dubbio questa seconda attività si chiama pubblicità.
Il nostro ricercatore istituzionale, è pagato dalle aziende per le consulenze o per la pubblicità?
Personalmente penso che le due attività si confondano una nell’altra, ma confliggono apertamente con il ruolo istituzionale e danneggiano la sua reputazione personale e quella dell’istituzione che rappresenta.
Quindi sarebbe come dire che la vostra martellante campagna contro l’olio di palma è dubbia perché compare il banner della crema di nocciole (rigorosamente palm free) di fianco?
Se definisce martellante la campagna di un giornale on line, come dobbiamo definire quella dei produttori che hanno investito 10 milioni in spot e pagine sui giornali! Le nostre regole sugli sponsor sono pubblicate nel sito e sono molto chiare e trasparenti. Nel caso di Ghiselli lo stipendio di dirigente è pagato dal Ministero delle politiche agricole (quindi soldi pubblici) e questo è sicuramente un aspetto chiaro e trasparente. Il lavoro pluriennale di consulente delle maggiori aziende alimentari italiane è invece stato pagato dai produttori e questo non è proprio trasparente , anche perché questa seconda attività non veniva evidenziata.
Buon giorno,
se , come accade normalmente in tutte le pubblicazioni scientifiche è doveroso dichiarare eventuali conflitti di interesse ,a maggior ragione dovrebbe essere preciso dovere ETICO e MORALE dichiarare, prima dell assunzione di incarichi istituzionali, eventuali, possibili conflitti…
Un saluto
Dott Bodrero Fabio Valerio
Il Dr Ghiselli mi sembra una delle poche persone equilibrate e non estremiste quando parla di nutrizione. Avra’ commesso una leggerezza e deve rimediare, ma resta una persona colta e con una visione bilanciata dell’alimentazione.
Il problema è che nessuno mi sembra abbia intenzione di rimediare a dispetto delle evidenze e del regolamento interno del Crea quando specifica le regole in da rispettare in materia di conflitto di interessi.
Questo è l’esempio classico di come un rispettabilissimo e stimato esperto, danneggi la sua immagine e quella dell’istituzione che rappresenta, per essersi schierato dalla parte sbagliata della barricata.
Non vogliamo infierire perché potrebbe essersi sbagliato per superficialità, ma se così fosse, è tenuto a rimediare, non come privato consulente, ma come rappresentante istituzionale pubblico.
Le sue argomentazioni sono solo banalmente scientifiche e non tengono in debito conto le tre questioni fondamentali in gioco, nell’eccessivo consumo del grasso di palma, che conviene ricordarcele:
– è un mediocre grasso saturo tropicale, che causa accumulo per eccessiva diffusione;
– la coltivazione delle palme è causa di estesi ed inarrestabili disastri ambientali;
– non rappresenta e danneggia la nostra riconosciuta salutare Dieta Mediterranea.
Attendiamo speranzosi una rettifica dall’illustre Dott. Ghiselli, commissario e portavoce CREA.
Ecco appunto “barricata”, questo mi ricorda l’assurda crociata in atto sull’olio di palma; qualcosa che ha più a che fare con l’ideologia che con la realtà delle cose. Non saranno certo i pochi grammi di palma assunti con un consumo equilibrato di prodotti da forno a minare i benefici della dieta mediterranea. Né la conversione ad altri oli vegetali di più bassa resa a salvare dieta e pianeta, visto che più di 1/3 della composizione acidica del palma è rappresentata da oleico, e che la resa in olio per ettaro coltivato a quanto leggo è sei-sette volte superiore agli oli di semi. Non pensa che criminalizzare di volta in volta categorie (o componenti, come in questo caso) di alimenti possa essere perfino controproducente da un punto di vista dietetico? Per es. che invece di orientare verso il consumo di pane comune favorisca l’acquisto di prodotti preconfezionati che ne vantano l’assenza? La dieta dovrebbe essere valutata nel suo insieme, così come le linee generali e le indicazioni da dare, altrimenti si rischia di vedere la pagliuzza e ignorare il tronco
Definire assurda la campagna contro l’invasione dell’olio di palma, un argomento oggetto persino di un dossier dell’ISS mi sembra un giudizio alquanto approssimativo. Sottovalutare la questione ambientale mi sembra un secondo tema che nel suo discorso viene trascurato
Aldo non scegliere è una libera scelta, banalizzare le scelte motivate e documentate altrui, è una sua scelta che non condividiamo, come consumatori attenti a quello che mangiamo e che ci propinano quotidianamente produttori inconsapevoli, ma anche colpevolmente coscienti di scelte potenzialmente dannose per noi clienti.
La diffusione/invasione del grasso di palma, ricorda la storia della rana cotta a sua insaputa.
L’aumento graduale di un grado al giorno, della temperatura dell’acqua dello stagno dove viveva, senza accorgersene, dopo pochi giorni l’aveva cotta a puntino.