Non è possibile definire su base scientifica un livello massimo di assunzione tollerabile di zuccheri. Tuttavia, gli esperti scientifici dell’Efsa hanno confermato il nesso, pur con livelli di certezza variabili, tra gli zuccheri e una serie di problemi di salute come: obesità, malattie del fegato, diabete di tipo 2, elevati valori del colesterolo cattivo, ipertensione e gotta. Sono queste le conclusioni a cui è giunto il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sulla nutrizione, in un dossier inerente la valutazione provvisoria sulla sicurezza degli zuccheri alimentari. Valeriu Curtui, capo dell’unità Nutrizione Efsa, ha dichiarato che «Il lavoro svolto finora è stato estremamente complesso e ha comportato la disamina di oltre 30.000 pubblicazioni. Gli esperti e il personale interno si sono adoperati in modo straordinario per raggiungere questo traguardo, avvalendosi dei più elevati standard di rigore scientifico nel corso dell’intero processo».
Cinque Paesi europei (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) hanno chiesto all’Efsa di aggiornare una valutazione del 2010, e di rivedere la più recente letteratura scientifica concernente i nessi tra assunzione di zuccheri e insorgenza di varie patologie tra cui obesità, diabete di tipo II, malattie cardiovascolari, gotta e carie dentarie. I Paesi richiedenti hanno specificamente chiesto se fosse possibile fissare su base scientifica, con riferimento agli zuccheri alimentari totali, un valore soglia denominato «livello massimo di assunzione tollerabile» (UL) per i nutrienti, al di sotto del quale il consumo non provochi problemi di salute. Dopo aver passato al vaglio le 30.000 pubblicazioni, gli esperti scientifici sono giunti provvisoriamente alla conclusione che non è possibile fissare tale soglia.
Nonostante ciò, il parere conferma, con relativi gradi di certezza, i molteplici nessi esistenti tra l’assunzione di diverse categorie di zuccheri e il rischio di sviluppare malattie metaboliche croniche e carie dentarie. Scopo di queste informazioni è assistere gli Stati membri dell’UE nella definizione di obiettivi nutrizionali per la popolazione e/o di raccomandazioni sanitarie per i singoli cittadini sul territorio nazionale. L’Autorità per la sicurezza alimentare europea ha quindi avviato una consultazione pubblica che rimarrà aperta fino al 30 settembre, mentre il 21 settembre l’Efsa ha organizzato un incontro pubblico per dibattere sul progetto.
«L’Efsa precisa che il progetto valuta esclusivamente le evidenze scientifiche e non va inteso come una bozza di future raccomandazioni politiche o di orientamenti in materia di salute pubblica, che sono di competenza delle autorità sanitarie nazionali e degli organismi internazionali. Il progetto di parere comprende un modello di assunzione a dimensione UE con cui calcolare il consumo di zuccheri alimentari in ciascun Paese, e un quadro più dettagliato delle principali categorie di alimenti che contribuiscono all’assunzione di zuccheri tramite l’alimentazione. Per partecipare alla consultazione pubblica seguire questo link (Public consultation on draft scientific opinion on the Tolerable Upper Intake Level for dietary sugars).
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Credo che u n po’ di zucchero non abbia mai fatto male a nessuno, riesca ad addolcire la vita, e riportare su il morale con un sorriso , troppo però fa male al pancino…… Da spiegare anche ai bambini..
“.È sempre la quantità che fa il veleno..” . E questo vale proprio per tutto..!!!!
E’ solo una questione di punti di vista?
Il documento sottostante questo parere è questo?
https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/2021-07/Sugars-factsheet-IT.pdf
Perchè se il documento Efsa è quello da me indicato, a proposito di gradi di certezza, allora io ci vedo una indicazione molto preoccupata sulle bevande zuccherate, che rappresenta in generale una fonte nel mirino di molte autorità.
Non mettere in luce questa posizione mi crea qualche dubbio.
Solito ridicolo approccio alla questione zuccheri, dopo aver letto come è stata IMPOSTATA la richiesta mi sono cadute le braccia:
Following a request from five European countries, Efsa was tasked to provide scientific advice on a “tolerable upper intake level or safe level of intake for DIETARY (TOTAL/ADDED/FREE) SUGARS”, i.e. the maximum level of total chronic daily intake of sugars (FROM ALL SOURCES) judged to be unlikely to pose a risk of adverse health effects to humans.
https://tinyurl.com/ydyxhw7w
Completamente inutile.
Vorrei ribadire che EFSA una cosa sicura la scrive nel corpo del documento ( con tanto di grafico ) ma nei titoli questo non appare e nemmeno se ne tiene conto.
Premesso che non distinguere le categorie di acquisizione di un generico zucchero è un obbrobrio essendoci un abisso tra una sostanza intrinseca all’alimento e quella aggiunta nella ultratrasformazione ( cosa che anche il Nutriscore colpevolmente non distingue ) il fatto che si ponga un quesito sul livello massimo sicuro mi fa pensare che per i ricercatori debba esistere anche un limite mediano e/o un limite minimo sicuro?????
Dal mio punto di vista il limite sicuro ( teorico e distinguibile da persona a persona ma praticamente bisogna disegnare una mediana) è uno solo al di sotto del quale la sostanza è utile e sacrosanta e al di sopra del quale si presentano anche controindicazioni, queste ultime si possono poi distinguere in vari gradi di minacciosità, per cui mancando il limite dopo aver esaminato tonnellate di studi vuol dire una sola cosa, che però EFSA non vuole dire per sua prudenza/diplomazia/natura ognuno la chiami come vuole e mi domando anche chi materialmente abbia deciso la formula del quesito.
In sostanza si fa una ricerca e un successivo questionario/consultazione su un quesito che non ha una risposta sensata probabilmente proprio per perdere tempo mantenendo lo status quo, sprecando soldi pubblici per mantenere ricavi privati intatti, scienza alimentare applicata malamente o no?
Può spiegarmi che differenza c’è tra assumere 50 g di zuccheri dalla frutta (per esempio dall’uva), o 50 g di zuccheri da un sorbetto alla frutta?
Con parole sue.
Il limite sicuro è quello che mi fa rimanere in peso forma. Se sono sportivo saranno (per esempio) 100 g, se sono sedentario (per esempio) 50.
A me non sembra molto difficile da capire. E non serve analizzare nmila studi.
Al di là delle valutazioni soggetive, è da tempo che la demonizazione dello zucchero ha assunto una connotazione sempre più politica e ipocrita, tassano le bevande zuccherate “perché lo zucchero fa male” quando in realtà, essendola quantità giornaliera assunta quella che può essere nociva, è solo un modo per fare cassa, come gli autovelox a 50 all’ora sui rettilinei in mezzo alla campagna.
Il tentativo di ottenere una quantità massima tollerabile, per poter intervenire anche su altri cibi tassando lo zucchero che contengono, per ora sembra essere andata buca visto che le analisi dell’EFSA non sono riuscite a individuarla,mi spiace ma dovrete trovare altre scuse per tassarci un po’ di più…
Stendiamo poi un velo pietoso sul solito luogo comune degli zuccheri “naturali” rispetto a quelli “industriali”, come se il nostro corpo fosse in grado di distinguere tra due molecole identiche in base alla loro provenienza, ci sono persone che durante l’ora di chimica davano la caccia ai Pokemon e ne vediamo i risultati.