Paese che vai ricetta che trovi. Un’indagine europea rivela come cambiano i valori nutrizionali dei singoli prodotti da un paese all’altro
Paese che vai ricetta che trovi. Un’indagine europea rivela come cambiano i valori nutrizionali dei singoli prodotti da un paese all’altro
Giulia Crepaldi 4 Ottobre 2016Paese che vai, ricetta che trovi. Si potrebbero riassumere così i risultati di una ricerca dell’associazione europea dei consumatori BEUC, condotta con la collaborazione delle associazioni nazionali che ne fanno parte (Altroconsumo per l’Italia). L’organizzazione ha esaminato i valori nutrizionali di nove prodotti, acquistati nei supermercati di 17 paesi europei. Le tipologie di prodotto incluse nell’indagine sono state scelte in modo da riprodurre idealmente la tipica spesa di una famiglia europea: cereali da colazione per bambini e adulti, yogurt, snack, cioccolata, gelati da passeggio e bibite gassate. Si tratta di prodotti di grandi marche, disponibili in tutti e 17 i paesi oggetto dell’indagine.
L’associazione ha scoperto che molti prodotti apparentemente identici, in realtà possono presentare differenze di composizione – quindi nutrizionali – anche molto rilevanti. Su questa base i nove prodotti sotto esame sono stati suddivisi in tre categorie: prodotti con differenze nutrizionali elevate, prodotti con leggere differenze di composizione e prodotti con composizione identica in tutti i paesi. In quest’ultima categoria troviamo il cioccolato Kinder di Ferrero e le chips Pringles di Kellogg’s.
La categoria di alimenti con significative differenze nelle caratteristiche nutrizionali comprende un solo prodotto: la bibita gassata Fanta di Coca-Cola. La bevanda spicca per le marcate differenze nella quantità di zuccheri contenuti nelle bottiglie vendute nei diversi paesi europei. Il record negativo va a Cipro con 12.7 grammi di zuccheri semplici in 100 millilitri. Si tratta di un grammo in più rispetto alla Fanta venduta in Italia (11.8 g/100 ml) e quasi il doppio rispetto alla versione britannica, che ha solo 6.9 g/100 ml. Ma si trovano versioni anche con 8, 9 e 10 grammi: insomma, chi più ne ha più ne metta.
La seconda categoria comprende prodotti con variazioni di nutrienti meno significative o meno diffuse. Nella lista troviamo i cereali da colazione Fitness e Frosties di Kellogg’s, lo yogurt Activia di Danone, Nesquik di Nestlé, il cioccolato Milka e lo stecco Magnum. Per esempio, nel caso dei cereali Fitness di Kellogg’s il contenuto di zuccheri varia di circa il 16% tra la versione più dolce e quella meno zuccherata e del 22% tra la versione con più sale e quella con meno sale. Si osserva anche una certa variabilità nel contenuto di zuccheri, sale, grassi totali e grassi saturi presenti nelle confezioni di Nesquik Nestlé e Activia di Danone nei diversi paesi europei.
In questa categoria ci sono anche prodotti venduti con la stessa composizione in tutti paesi, tranne pochissime eccezioni. Per esempio i cereali da colazione per bambini Frosties di Kellogg’s in Svezia contengono 25 grammi di zucchero su 100 grammi di prodotto, mentre nel resto d’Europa si arriva a 37 g (oltre il 30% di zuccheri in meno nelle confezioni vendute nel paese scandinavo). Nella cioccolata Milka venduta in Grecia si trovano meno zuccheri, grassi saturi e sale, ma più grassi totali rispetto alle tavolette in vendita negli altri paesi. Lo stecco gelato Magnum, invece, contiene più zuccheri, grassi e saturi nella versione cipriota, ma meno grassi saturi e sale in Macedonia.
Per il BEUC non è concepibile che le aziende del settore alimentare vendano prodotti apparentemente identici, ma con valori nutrizionali differenti nei diversi paesi europei. La ragione di queste oscillazioni non è chiara e “le aziende dovrebbero spiegare ai consumatori perché a volte vendono prodotti diversi in paesi diversi mentre in altri casi i prodotti sono identici”, afferma l’associazione.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Non è un mistero che il marketing di ogni azienda che esporta con esperienza il proprio prodotto, adegui le ricette ai gusti ed alle abitudini di ogni paese.
Spesso è anche il frutto di indagini di mercato, adeguamento alla concorrenza ed a prodotti simili già presenti.
Poi possono sbagliare la taratura e non aggiornarla con le nuove tendenze, ma solitamente prodotto che vende non si tocca.
Il consumatore prima sceglie con il palato, poi qualcuno recentemente anche con la testa.