In tutto il mondo, lo sviluppo di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici è diventato un problema sanitario di primaria importanza e occorrono dunque sempre nuove strategie in grado di limitare la diffusione di tali microrganismi. Va esattamente in questa direzione la sonda batterica per la rilevazione di residui di particolari antibiotici (i chinolonici) nel latte, messa a punto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, guidato da Chiara Frazzoli. Un bell’esempio di tecnologia applicata alla scienza degli alimenti, a cui è stato assegnato, poche settimane fa, il Premio Montana alla ricerca alimentare, sponsorizzato dall’azienda Montana alimentari per l’importo di 100.000 euro. 

 

L’uso dei chinoloni è ampiamente diffuso negli allevamenti bovini, però è importante che al di là dei cicli di trattamento che si siano resi necessari, non rimangano in circolazione residui di questi antibiotici. La loro presenza, infatti, può favorire lo sviluppo di ceppi batterici resistenti. Da qui l’idea di Frazzoli e colleghi di mettere a punto un sistema rapido ed efficace per la rilevazione di residui chinolonici, che si basa su batteri ingegnerizzati in modo da poterli riconoscere.

 

«Può sembrare un sistema complesso, ma in realtà è facilmente utilizzabile in stalla da parte dell’operatore zootecnico per controllare e prevenire eventuali contaminazioni», precisa l’esperta.

 

Il sistema di analisi può essere integrato in una piattaforma tecnologica bioelettronica di sensori per la stalla (BEST) brevettata sempre dall’Istituto superiore di sanità. «In pratica, si tratta di una batteria di sensori e biosensori che vengono dislocati in punti nevralgici della filiera di produzione del latte e che, in modo robotizzato, permettono di tenere sotto stretto controllo una serie di parametri chimico-fisici e biologici». Se il sistema riscontra della anomalie, si può intervenire pressoché immediatamente per correggerle, garantendo la qualità del prodotto finale.

 

BEST al momento è in fase di prototipo avanzato da laboratorio, ma ha già ricevuto un investimento del Ministero per lo sviluppo economico per il passaggio a prototipo industriale. «E sicuramente», aggiunge Frazzoli, «anche il premio appena ricevuto ci permetterà di aumentare le potenzialità diagnostiche del sistema».

 

Valentina Murelli

 

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