In caso si voglia optare per uno snack alla frutta, qual è il tipo di prodotto migliore? La domanda richiede una risposta articolata, dal momento che esistono decine di prodotti studiati per soddisfare le necessità di persone di tutte le età, dai bambini agli adulti, fino agli anziani, garantendo al tempo stesso nutrienti di qualità e una piccola parte di quella frutta che quasi nessuno consuma in quantità sufficiente. Per questo i nutrizionisti dell’Università Amherst di Boston hanno condotto una dettagliata indagine su quanto si vende negli Stati Uniti, e hanno stabilito che solo poche tipologie di snack rispondono adeguatamente ai requisiti minimi per essere considerati sani.
Lo studio sugli snack alla frutta
I ricercatori hanno inizialmente individuato, nel Mintel Global New Products Database, un archivio che contiene i prodotti in commercio, poco meno di 1.500 snack a base di frutta. Li hanno suddivisi in nove categorie: frutta secca, barrette, frutta essiccata, frutta in scatola, snack aromatizzati alla frutta, purea di frutta, chips di frutta, frutta sciroppata con succo e frutta “formata”, alla quale è stata cioè data una forma specifica, partendo da una purea, per renderla accattivante (prodotti di questo tipo sono molto popolari negli Stati Uniti).
Quindi, come illustrato su Nutrients, hanno applicato a tutti gli snack un indice chiamato Nutrient Rich Foods (NRF) Index , che valuta gli alimenti in base ai nutrienti positivi quali le proteine, le fibre, il potassio, la vitamina D, il calcio e il ferro. Così come quelli per i quali si raccomanda di limitare le quantità, come i grassi saturi, gli zuccheri aggiunti, il colesterolo e il sodio, giungendo così ad attribuire una valutazione complessiva. Oltre a questo, hanno considerato anche le calorie, i nutrienti e le fibre per porzione.
Il risultato finale è stato una promozione per la frutta disidratata, secca, quella in scatola con succo ma senza aggiunta di zuccheri (o con un’aggiunta minima) e le puree. Mentre hanno bocciato altri prodotti quali le gomme alla frutta, la frutta sciroppata con liquidi diversi dal proprio succo, quella secca ma aromatizzata, perché tutti contengono grandi quantità di zuccheri e poche fibre.
Le conclusioni
Lo studio è rivolto a due tipi di pubblico, fermo restando che lo snack migliore è sempre quello a base di frutta fresca non lavorata. Oltre ai consumatori, che possono orientarsi meglio, sapendo quali sono gli snack che possono avere anche effetti positivi per la salute, ci sono consigli per i produttori. In generale, tutti o quasi dovrebbero riformulare gli snack, rispettando almeno il principio più importante: diminuire gli zuccheri aggiunti in qualunque forma. La concentrazione media è infatti alta, e si deve diminuita. Per non perdere clienti, e per far sì che chi ha l’abitudine di consumare uno o più snack durante la giornata non scelga altri prodotti meno sani, dovrebbero cercare di mantenere un buon sapore, non troppo diverso da quello dei prodotti originari, e valorizzare i nutrienti sulle confezioni.
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Giornalista scientifica
Si dovrebbe esaminare il quadro europeo e non americano..Personalmente ritengo che l’alimentazione USA sia insalubre non solo negli snack alla frutta ma in tutte le sue componenti.I dati epidemiologici degli Stati Uniti la dicono lunga….