Si è appena conclusa con successo, al termine dell’anno scolastico, la fase-pilota del programma di educazione alimentare coordinato dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca). Il programma risponde all’esigenza di educare i giovani a un’alimentazione equilibrata, mediante un percorso formativo interdisciplinare che accompagni gli studenti dalla scuola primaria all’università.

La sperimentazione ha avuto luogo in 15 scuole primarie (classi IV e V) a Milano, Roma e Catania. Il programma verrà poi applicato, a partire dal prossimo anno, nelle scuole secondarie inferiori; a seguire, le scuole secondarie superiori e infine l’università, nel 2013-14.

E’ previsto il coinvolgimento degli uffici scolastici regionali – che a loro volta formeranno dirigenti scolastici e insegnanti – e il possibile contributo (anche in termini di sponsorship) delle organizzazioni che rappresentano la filiera alimentare.

Il kit di base per la formazione si articola in 13 schede:

– “Noi e il cibo” (7 regole per mangiare bene)

– “Mangiare di gusto” (percezioni sensoriali e cibi)

– “Quattro gusti per quattro golosi” (dolce, salato, amaro, acido)

– “Nutrirsi bene” (frequenza e dosi di consumo)

– “Acqua in bocca” (fabbisogno giornaliero di acqua)

– “Il diario degli alimenti” (piramide alimentare individuale)

– “La stagionalità” e “Il mio disco delle stagioni

– “A proposito di microbi” e “Come lavorano i batteri” (conservazione dei cibi)

– “I prodotti tipici” e “Il giro d’Italia in 20 prodotti” (alla scoperta del nostro patrimonio gastronomico)

– “Il detective del cibo” (un gioco, per apprendere gusti, ingredienti, metodi di cottura, caratteristiche e particolarità dei differenti cibi).

Gli italiani del futuro saranno esperti di alimentazione e gastronomia. Speriamo solo che altrettante risorse siano investite per educarli a consumare, oltre che assumere energia. Attività fisica, movimento, sport. Magari con l’aiuto di qualche pista ciclabile in più, sulla scia degli altri Paesi d’Europa.

Dario Dongo

 

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