«Troppo sale nel cibo fa male»: è un concetto diffuso nel mondo scientifico, ma non condiviso dal Salt Institute negli Usa e dall’European Salt Association che hanno riaperto il dibattito sulle quantità consigliate. Secondo le due associazioni il sale è una sostanza salutare, e non bisogna abbassare la quantità massima giornaliera per evitare conseguenze negative. A sostegno di questo azzardato punto di vista si sono schierate numerose industrie alimentari, che cercano invano di ridurre il quantitativo nei loro prodotti senza alterarne il gusto.

 

Certo il sale è importante e non va eliminato, ma quando è troppo c’è il rischio di favorire patologie come l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca, l’insufficienza renale… L’American Heart Association (AHA) accusa l’industria di diffondere informazioni non supportate da prove scientifiche, e rincara la dose consigliando di abbassare ulteriormente il fabbisogno giornaliero di sodio da 2,3 g a 1,5 g ovvero l’equivalente di 3,75 g di sale. Si tratta di un invito pressante visto che l’americano medio ne consuma circa il triplo (come pure gli italiani).

Ma come ridurre l’apporto di sale? Il blog di Hemi Weingarten autore di Fooducate, fornisce qualche suggerimento che vogliamo condividere.

 

  • Ridurre il cibo consumato abitualmente nei fast food (hamburger, patatine…).

 

  • Al ristorante chiedere al cuoco di ridurre il sale nelle pietanze.

 

  • Leggere con attenzione il contenuto di sodio indicato sulle etichette dei prodotti alimentari, soprattutto quando si tratta di: acciughe, sottaceti, salse, piatti pronti.

 

  • Durante la cottura utilizzare erbe e spezie per insaporire il cibo.

 

  • Preferire i cibi surgelati rispetto a quelli in scatola che in genere contengono più sale, in ogni caso quando si utilizzano verdure in scatola, evitare di usare il liquido di governo presente all’interno.

 

  • Salare il cibo dopo la cottura poco prima di servire a tavola e moderare le quantità

 

  • Ridurre il consumo di snack (patatine fritte, cracker…)

 

  • Anche le salse pronte e i sughi contengono grandi quantità di sodio

 

Riducendo gradatamente il consumo di sale bastano poche settimane per abituare il palato ad apprezzare cibi meno saporiti. Si tratta di una strategia valida anche per i cibi zuccherati.

 

E voi che sistemi utilizzate ?

 

 

Articoli correlati:

 

Troppo sale nel pane: in Italia ci si muove per ridurre il contenuto. Necessario abbassare i 17 g per chilo

 

Quanto sale c’è nel cibo quotidiano? Il blog Papille vagabonde propone uno schema intelligente per orientarsi un po’

 

Patatine, snack, cracker: basta mettere poco sale in superficie per lasciare intatto il gusto. Nuove idee per ridurre il sodio

 

Proporre alimenti insipidi ai neonati riduce la voglia di salato da grandi. I risultati di una ricerca americana

0 0 voti
Vota
3 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
titti
titti
2 Marzo 2012 12:05

niente sale sulle verdure sia crude che cotte, sul pesce in assoluto e sulla carne alla griglia: dopo pochi giorni nessuno se ne accorge più (provato in vacanza con amici che di solito salano)

Felicia
Felicia
5 Marzo 2012 16:13

Quando cucino la pasta non metto il sale, lo metto solo nei sughi. Le verdure le cucino a vapore perchè sono di per sè ricche di sali minerali.

fabio
fabio
8 Marzo 2012 17:52

Finalmente!!! Pensavo fosse il solito articolo illusorio che finiva col parlare di acque minerali, dove di sodio comunque ce n’è in …milligrammi!