Infezioni alimentari: la rete di sorveglianza PulseNet negli USA svolge un ruolo importante per monitorare e arginare le contaminazioni
Infezioni alimentari: la rete di sorveglianza PulseNet negli USA svolge un ruolo importante per monitorare e arginare le contaminazioni
Agnese Codignola 18 Marzo 2016Monitorare le infezioni alimentari aiuta la prevenzione e fa risparmiare molto denaro. È una promozione a pieni voti quella che emerge dallo studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine dai ricercatori delle università dell’Ohio e del Minnesota sulla rete PulseNet (network dei Center for Diseases Control di Atlanta dedicato alle crisi provocate da una contaminazione batterica alimentare). Lo studio fornisce alcune cifre molto significative, come il risparmio di 507 milioni di dollari realizzato in due decenni di sorveglianza, considerando solo le terapie mediche non effettuate e i giorni di lavoro non persi.
Il sistema è basato su una rete composta da 83 laboratori di stato e federali che, appena individuano un possibile focolaio di infezione, compiono analisi su campioni del cibo sospetto e, in caso identifichino l’agente responsabile. Le informazioni vengono subito immesse in un un database, fornendo informazioni che possono rivelarsi utili anche in altri momenti, o per alimenti di provenienza all’apparenza diversa. Il sistema costa circa 7,3 milioni di dollari all’anno. In media, PulseNet individua 1.750 focolai ogni anno, 250 dei quali diffusi in più di uno stato contemporaneamente.
Nonostante la sorveglianza, negli Stati Uniti ogni anno si registrano 48 milioni di infezioni, 128.000 ricoveri e 3.000 decessi. Secondo le stime effettuate dagli autori la situazione potrebbe essere molto più grave. I ricercatori hanno compiuto due analisi. Nella prima hanno calcolato, con programmi studiati ad hoc e basati sulle differenze statistiche quante infezioni si evitano grazie a PulseNet. Nella seconda parte hanno valutato gli effetti correlati al ritiro immediato di un alimento contaminato, dimostrando che più la rete è tempestiva, maggiore è il numero di casi evitati. Ad esempio, per quanto riguarda la Salmonella, in un anno si sono evitati in media 17.000 casi, per l’Escherichia coli oltre 2.800, con un risparmio di oltre 37 milioni di dollari.
I dati mostrano che laddove PulseNet è attivo, si ha una diminuzione generale delle tossinfezioni alimentari. Il network stimola un’azione preventiva, perché focalizza l’attenzione sui controlli e migliora la consapevolezza del rischio da parte dei cittadini. Anche produttori e rivenditori, temendo di incappare nei controlli, si preoccupano di non andare incontro a incidenti che potrebbero tradursi in un grave danno di immagine. Il sistema funziona anche nei casi più complicati perché scatta un livello di analisi più approfondito che, in genere, consente di individuare la causa.
C’è poi un aspetto non trascurabile dell’attività della rete: il dialogo tra i protagonisti. PulseNet fornisce informazioni e dati tanto alle agenzie incaricate di vigilare sulla sicurezza alimentare quanto ai produttori, individuando i punti deboli delle filiere e i possibili miglioramenti.
Le stime di PulseNet sono conservative ed è probabile che gli effetti positivi siano maggiori rispetto a quanto riportato nello studio, a conferma del fatto che le reti di sorveglianza, quando sono presenti e attive, possono dare un contributo significativo ala riduzione delle infezioni.
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Giornalista scientifica