La Commissione Ue vuole modificare entro l’anno le modalità di controllo del pollame in fase di macellazione. Attualmente, ogni carcassa viene ispezionata visivamente dopo la macellazione, prima di essere autorizzata per il consumo. Si tratta di un metodo, come ha osservato l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel 2012, utile per verificare le condizioni di salute e benessere degli animali ma che non permette di rilevare i pericoli legati alla contaminazione batterica del pollame, innanzitutto per quanto riguarda Campylobacter e Salmonella.
Secondo le nuove regole allo studio della Commissione Ue, sulla scorta del parere dell’Efsa, gli impianti di macellazione potrebbero fare l’ispezione visiva post mortem solo su un campione rappresentativo di pollame, se hanno alle spalle una storia di conformità alle norme veterinarie. Si punterebbe, invece, sull’aumento dello screening microbiologico degli allevamenti di pollame, il miglioramento delle informazioni sulla catena alimentare e gli interventi basati sul rischio, che vengono ritenuti più efficaci, rispetto al controllo visivo, per impedire ai volatili contaminati o malati di raggiungere consumatori. Secondo quanto dichiarato da una portavoce della Commissione Ue al Guardian, che ha dato la notizia in collaborazione con il Bureau of Investigative Journalism, le nuove norme sarebbero facoltative e verrebbe lasciata ai singoli Paesi la scelta se adottarle o meno.
Le nuove regole in discussione sollevano critiche da parte di chi ritiene che esporranno i consumatori a un maggior rischio di intossicazione alimentare. Ron Spellman, vice segretario generale dell’Associazione europea degli ispettori degli alimenti e delle carni, sottolinea l’importanza dell’ispezione visiva, perché i batteri del Campylobacter e della Salmonella sono “trasportati nell’intestino degli uccelli che, durante la lavorazione nel macello, talvolta vengono spezzati, causando la diffusione di materiale fecale visibile sulle carcasse”.
Anche secondo il professor Chris Elliott, l’esperto di sicurezza alimentare che ha condotto l’inchiesta ufficiale sullo scandalo della carne di cavallo, le misure proposte “serviranno solo a ridurre il grado di controllo degli allevamenti di pollame e significheranno quindi un maggiore rischio di carne non adatta al consumo umano che entra nella catena alimentare. L’obiettivo è chiaramente ridurre i costi”.
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Interessante iniziativa della Commissione ed altrettanto emblematico parere di Efsa, che invece di aumentare il livello dei controlli sanitari sulla filiera degli allevamenti animali e nonostante i ripetuti allarmi per contaminazione microbica, cosa hanno pensato di fare? Ridurre i controlli di tutti i capi effettuandoli solo a campione?
Invece di aggiungere il controllo veterinario per ogni capo prima della macellazione, si pensa di ridurre anche quello di sicurezza ultima dopo la macellazione.
Interessante, anzi molto interessante, un classico esempio di pensiero controintutivo controscientifico, ma sicuramente ed economicamente strategico.
Da che mondo è mondo la sicurezza dell’uomo e, più in generale, dell’ambiente naturale conta meno dei benefici economici che si possono ottenere da certe decisioni.
Purtroppo gran parte dei mali del mondo ha un’unica causa: quella di mettere i soldi avanti a tutto.
Premesso che non è chiaro delle metodologie che si intendono adottare, si può comunque affermare che il problema non è, come sempre la quantità dei controlli, ma la Qualità e l’efficacia. Le tecniche di campionamento, qualora applicate in accordo alle norme ISO in materia, sono assolutamente sicure e non credo che le percentuali di “incertezze” ed “errori” si modificherebbero. L’idea di “anticipare” il livello dei controlli, mi pare abbia un sapore preventivo che, come sempre, è meglio di quello correttivo. sarebbe però opportuno definire che i LQA (Livelli di Qualità Accettabili) per la profondità del campionamento, devono essere coerenti e congruenti con il grado di rischio valutato nelle varie fasi della filiera.