Riprendiamo il parere di Gunther Karl Fuchs, autore del blog Papille Vagabonde, su un nuovo studio relativo all’efficacia di integratori e alimenti arricchiti con Omega 3 sulle patologie dell’apparato cardiocircolatorio.

 

L’associazione che si fa tra gli Omega 3, noti anche come acidi grassi essenziali, e la prevenzione delle malattie cardiovascolari, sembra non essere più valida. È quanto emerge in una recente ricerca, anzi una meta-analisi di 20 studi su 68.680 pazienti, pubblicata su Journal of American Medical Association (JAMA), in cui si sostiene che il consumo regolare di Omega 3 non ha un impatto protettivo sulle gravi complicazioni cardiovascolari.

 

È necessario fare un distinguo. Un conto è parlare di una dieta equilibrata, all’interno della quale ci sono Omega 3 forniti da pesce, noci, chia, olio di lino, olio di noci, olio di colza, valeriana… e il consiglio di privilegiare alcuni di questi alimenti per raggiungere i livelli raccomandati in modo da ottimizzare il rapporto Omega 6 / Omega 3. 

 

Diverso è il caso invece di quando si propone una supplementazione (cioè l’impiego di integratori o di alimenti arricchiti) di questi acidi grassi per la prevenzione di complicazioni cardiovascolari. In questo modo si inducono le persone a scegliere gli alimenti che in etichetta vantano un contenuto extra di Omega 3 come nel caso di alcune marche di latte, o di integratori alimentari, nei confronti dei quali ho sempre manifestato forti dubbi.

 

Le conclusioni degli autori del lavoro scientifico pubblicato su JAMA sono chiare ma fanno discutere molto la comunità scientifica. Pur accettando il valore positivo svolto dagli Omega 3 nella riduzione della pressione sanguigna, lo studio non riconosce la correlazione tra un incremento della quota di Omega 3 con un minor rischio di una qualsiasi mortalità cardiaca (infarto miocardico o ictus).

 

Attenzione però, una volta detto che l’aumento di omega 3 nella dieta non apporta alcun contributo significativo per le malattie cardiovascolari, bisogna precisare che un’alimentazione equilibrata (quindi naturalmente ricca di questi acidi grassi) unita a un’attività fisica costante è forse la migliore arma di prevenzione.

 

Inoltre il ruolo positivo di cui spesso si parla sulle riviste medico-scientifiche, non riguarda solo malattie cardiovascolari, ma anche obesità, depressione, cancro e alcune malattie degenerative come l’alzheimer. Pertanto l’apporto nella dieta di Omega 3 non deve essere trascurato, ma non servono ulteriori integrazioni.

 

Va altresì detto che le cause delle malattie cardiovascolari sono multifattoriali e dipendono da numerose variabili come: uno stile di vita sedentario unito a un’alimentazione non equilibrata, all’abuso di alcool, droga, fumo e stress.

 

Peso e dieta, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, possono concorrere a limitare la minaccia, ma ci sono numerosi altri fattori che incidono e si evolvono più o meno indipendentemente dall’alimentazione.

Il movimento fisico, ad esempio, è uno dei fattori maggiormente presi in considerazione per la riduzione del rischio e la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

 

Gunther Karl Fuchs autore del blog Papille Vagabonde

Foto: Photos.com

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Giovanni
Giovanni
26 Settembre 2012 16:51

In effetti il ruolo degli omega 3 è declassato da qualche anno, e inoltre nel 2011 sono stati declassati anche come preventivi dell’effetto antiaritmogeno, in coloro che avevano avuto problemi cardiaci gravi pregressi.
L’articolo del 2011 è " N-3 fatty acids and cardiovascular events after myocardial infarction. New England Journal of Medicine".

Andrea Tibaldi
Andrea Tibaldi
28 Settembre 2012 08:38

Bene, avanti con la prossima molecola miracolosa. Quale sarà? Cosa dicono i scommettitori inglesi? 🙂
Scusate, ma basta guardare le linee guida internazionali e vedere quanti omega 3 bisognerebbe assumere ogni giorno. Li assumi con l’alimentazione? Sì, bene, No… Esistono anche gli integratori, e fai bene ad usarli (costano poco e non sono dannosi). Questo ti salverà la vita? Forse sì, forse no… Ma dubito che possa esistere uno studio che, a parità di altri fattori, possa determinare se in 30-40 o anche 50 anni di assunzione di omega 3 ci possa essere un vantaggio o meno.
E poi basta con questa storia che le molecole se assunte con i cibi funzionano e se assunte come integratore non funzionano, un omega 3 è un omega 3 e basta, sia che sia nel pesce che nella capsula. Anzi, parliamo del fatto che quando è nel pesce e lo cuocio ad alta temperatura, lo faccio diventare addirittura tossico!