L’olio di palma fa male alla salute, lo dicono due esperti di alimentazione come Giorgio Calabrese e Antonio Migliaccio volti noti al grande pubblico e spesso intervistati in tv e giornali. In una video intervista pubblicata nel sito di ABCsalute.it nel 2010 Giorgio Calabrese, a proposito degli acidi grassi tropicali come il palma e il cocco, diceva «sporcano le arterie … essendo  aterogenici, danno al sangue una maggiore viscosità... Nel mio Piemonte si chiama “sangue spesso” il sangue viscoso, il sangue che, quando fai un ecodoppler, dici “ma scorre male!”, perché è come fosse della ricotta, è troppo ricco di grassi, non è fluido» (il testo è ripreso dall’intervista qui sotto).

Anche il medico nutrizionista Antonio Migliaccio in una lunga intervista a “L’accento di Socrate” descriveva così i vantaggi del burro e le criticità dell’olio di palma.

Domanda: Il burro, a giuste dosi, può essere importante nella nostra alimentazione? Secondo me sì, il burro è stato criminalizzato ingiustamente. Il burro ha la vitamina A e D e degli acidi grassi a catena corta che vengono facilmente metabolizzati. Là dove nell’arte culinaria è preferito il burro, usiamolo!

Migliaccio nutrizionista
Intervista al medico nutrizionista Antonio Migliaccio sull’olio di palma

Domanda: Rimanendo in tema di grassi, la scritta grassi e oli vegetali sulle etichette, senza specificare quali, deve metterci in allarme? Cosa pensa dell’uso di olio di palma e cocco?

Risposta: Infatti nelle merendine sono stati ridotti. L’olio di oliva ha come prevalente l’acido oleico, mentre questi oli sono costituiti da acidi grassi saturi e inducono più facilmente la formazione di colesterolo.

Domanda: Quindi placche nelle arterie?

Risposta: Esatto. Questo succede a noi Europei perché secondo me dipende dal corredo enzimatico, magari con altri popoli è diverso.

I giudizi di Migliaccio e Calabrese sono ancora più validi oggi visto che negli ultimi anni la quantità di olio di palma nella dieta degli italiani è sicuramente aumentata.

intervista io donna calabresi palmaQuesto concetto non è scontato. In un articolo pubblicato il 18 aprile 2015 su Io donna il settimanale del Corriere della sera, Giorgio Calabrese, in qualità di presidente del Comitato nazionale sulla sicurezza alimentare del Ministero della salute sembra avere cambiato idea. Il nutrizionista dice che “L’olio di palma contiene il 38% di acido oleico, più dell’olio d’oliva quindi che ne contiene il 12%, e in alcuni casi arriva al massimo al 35%“. In realtà le cose non stanno proprio così visto che l’olio di oliva contiene dal 63 all’85% di acido oleico come l’extravergine, per cui questa prima parte del discorso non è corretta. Le criticità continuano quando si paragona il palma con l’olio di oliva extravergine e il grasso tropicale viene indicato come alternativa. “Certo l’ideale sarebbe sempre utilizzare l’olio extravergine d’oliva, il cui contenuto di acido oleico può superare il 78%, ma laddove, per una questione economica o di gusto, si preferisca scegliere un altro olio, quello di palma (che è praticamente insapore) è un’ottima alternativa. E di certo è meglio dell’olio di semi vari e di quello di cocco”. Dopo questa bizzarre argomentazioni, c’è da chiedersi quali siano gli studi scientifici, epidemiologici e le pubblicazioni che hanno portato Calabresi a cambiare idea. Aspettiamo una risposta.

olio di palmaIn questo discorso si inseriscono anche le argomentazioni di Laura Rossi dell’ex Inran che in un’intervista in tempi non sospetti al nostro sito consigliava come assunzione giornaliera di olio di palma l’equivalente contenuto in due biscotti. Per dovere di cronaca citiamo anche le prese di posizione molto critiche sul grasso tropicale espresse dall’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses) e dal Consiglio superiore belga per la salute belga (che tratteremo in un prossimo articolo). A questo punto possiamo forse dire che l’accusa rivolta all’olio di palma di fare male alla salute se assunto in quantità rilevanti come avviene praticamente tutti i giorni  non sembra essere messa in discussione. Eppure ci sono nutrizionisti che arrampicandosi sugli specchi cercano di difenderlo con argomentazioni tanto fantastiche quanto improbabili. I nutrizionisti decisi a supportare tesi a favore del palma però sono pochi e allora a soccorso del grasso tropicale arrivano gli articoli suggeriti dalle lobby delle aziende interessate per convincere i consumatori che l’olio di palma  è un toccasana per l’ambiente e la salute. C’è da chiedersi perché un ingrediente così importante sia stato nascosto per 20 anni nell’elenco degli ingredienti, forse la risposta c’è: si tratta di un grasso impresentabile.

 

150 mila persone hanno firmato la petizione per limitare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari firma anche tu clicca qui

 

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riccardo
riccardo
26 Giugno 2015 11:58

Cambiare idea con le multinazionali? Facilissimo…

Greta
Greta
26 Giugno 2015 14:15

E’ patetico che ci siano persone disposte a giocarsi la faccia professionale per…
Comunque sono convinta che ormai la bomba sia esplosa e fermarla sarà impossibile.
Certo, ci saranno quelli che crederanno alle cavolate degli avidi nutrizionisti, così come ci saranno coloro che pur consapevoli delle conseguenze se ne fregheranno, ma ci sarà tutta una fascia di persone che non vorrà mai più mangiare un biscotto con palma dentro. Ora il vero cambiamento verrà con una maggiore disponibilità di prodotti senza palma, li stiamo aspettando con ansia… e chi per primo (dei grandi nomi) li produrrà, ne beneficierà!!

Daniele Giovanni Monaco
Daniele Giovanni Monaco
26 Giugno 2015 18:27

Continuiamo ad “affliggerci” con l’olio di palma che non sarà un toccasana per l’ambiente e la salute, ma che ribadisco all’infinito, non è la causa principale ne del disboscamento e dell’inquinamento, ne tanto meno del cattivo stato delle nostre arterie. Un eccessivo consumo di salumi, formaggi, carni rosse, sale discrezionale ( quello che usiamo per salare) e non discrezionale ( quello contenuto negli alimenti), zuccheri semplici, conservanti, coloranti e additivi in genere di natura sintetica, e soprattutto l’inquinamento chimico degli alimenti da metalli pesanti, sono tutti fattori di rischio per la nostra salute molto più di quanto non lo sia l’olio di palma il cui consumo eccessivo è comunque legato ad un’alimentazione non salutistica di tipo industriale !

Saluti,
Daniele Giovanni Monaco (Tecnologo Alimentare)

Paolo Cauli
Paolo Cauli
Reply to  Daniele Giovanni Monaco
7 Luglio 2015 14:27

Le argomentazioni espresse dal Signor Daniele Giovanni Monaco sono certamente condivisibili, ma passano un mesaggio scorretto alla base. Secondo il criterio esposto si potrebbe essere indotti a considerare che siccome siamo assediati da una pletora di sostanze nocive che fanno male tanto alla salute quanto all’ambiente (almeno in certi casi) è pressochè irrilevante preoccuparsi di un singolo fattore di rischio! Questo non solo non è condivisibile è anche concettualmente profondamente sbagliato, un pò come dire che visto che si può morire di mille e uno accidente (vedi tumori etc) vorremmo mica stare a preoccuparci di curare un raffreddore o una influenza…..

Sono del parere che quando si può risolvere un problema o alla peggio limitarlo è sempre meglio che non fare nulla perchè c’è di peggio.

Cordialmente
Paolo Cauli

Giorgio
Reply to  Daniele Giovanni Monaco
8 Luglio 2015 18:24

Con il benaltrismo non si va da nessuna parte.

A lei Roberto i migliori complimenti per il lavoro svolto!

massimo lorenzi
massimo lorenzi
27 Giugno 2015 09:20

Certo che questo “valente” medico è di una coerenza disarmante.
Nella vita si può cambiare idea, ma non in caso di questioni scientifiche la cui autenticità è acclarata e conclamata, da oggettivi screening epidemiologici condotti da enti indipendenti.

Paoblog
27 Giugno 2015 10:05

Si vede che quei 55.000 € di cui si parlava tempo fa siano più che sufficienti a “far cambiare idea” a professionisti del settore; se scenderanno in campo anche i petrolieri tra un pò ci diranno che bere un bicchiere di benzina fa bene al metabolismo…
*
In ogni caso la palla in mano ce l’abbiamo noi consumatori; saremo determinati e coerenti oppure pronti a riprendere vecchie abitudini d’acquisto, stregati dalla potenza della pubblicità?

Daniele Giovanni Monaco
Daniele Giovanni Monaco
27 Giugno 2015 12:29

Una questione più grave è sicuramente l’inquinamento chimico da IPA e metalli pesanti, antibiotici e ormoni nelle carni, pesticidi e fitofarmaci nei prodotti vegetali, inquinamento molto più pericoloso dell’olio di palma e presente in quasi tutte le tipologie degli alimenti. I controlli relativamente a tale problema sono pochi anche perché molto più costosi di altri e chi sa tace ( è il caso delle mozzarelle di bufala campana di cui si è smesso di parlare ) per non mettere a serio rischio l’intera filiera della produzione agroalimentare del nostro Paese , pilastro dell’economia italiana. Inoltre dall’olio di palma ci si può difendere perché ormai segnalato ovunque in etichetta e poi, chi dovesse ritenere quest’olio così pericoloso per la propria salute, vale la pena che perda un po di tempo cercando i prodotti ” palm oil free” tra gli scaffali delle varie catene di supermercati, almeno fino all’esplosione della prossima “bomba” mediatica ! Invece l’inquinamento chimico non ce lo “racconta” nessuno in questo modo allarmistico perché coinvolge pericolosamente tutti i prodotti indistintamente acqua compresa, ne è testimonianza la presenza di arsenico sopra la soglia minima in molte delle acque minerali in commercio e nell’acqua del rubinetto che beviamo ogni giorno !! Ribadisco per l’ennesima volta, che la mia non è una posizione a favore dell’olio di palma, ma una valutazione razionale del problema che va inquadrato per quello che è, una valutazione non dettata dall’emotività che contraddistingue i comuni consumatori i quali , passata la “sbornia” da procurato allarme ritorneranno ad “abbuffarsi” di merendine, creme e biscotti, convinti che senza olio di palma siano tornati ad essere salutari o comunque non dannosi alla salute !!

Daniele Giovanni Monaco (Tecnologo Alimentare)

Giovanni
28 Giugno 2015 16:21

Apprezzo le battaglie e l’impegno della redazione del “Fatto Alimentare” sull’olio di palma, sono un Tecnico della Prevenzione opero nel campo della sicurezza alimentare. Trovare prodotti merendine o dolci senza questo ingrediente è un’impresa titanica, ma non solo viene utilizzato anche per tanti altri prodotti nel pane in casetta, patatine fritte ecc. La verità ha ragioni esclusivamente economiche il burro o altri oli costano, l’olio di palma molto meno. Dal punto di vista sanitario se ne assumiamo poco non ho grande incidenze per la salute, ma al giorno quanto ne ingeriamo se è presente in tantissimi prodotti ?!
Per non ingerirlo dobbiamo sempre leggere attentamente l’etichetta, ben fa questa testata giornalistica a informare il pubblico.

Daniele Giovanni Monaco
Daniele Giovanni Monaco
Reply to  Giovanni
29 Giugno 2015 13:08

Giovanni ha detto bene lei : “informare” non allarmare o martellare su un singolo ingrediente che nei prodotti che lei ha elencato non è l’unico e ne il più importante responsabile degli effetti dannosi sulla salute del consumatore ! Mi sembra che in generale, non solo qui, se ne stia parlando eccessivamente rispetto a quello che è il problema reale ! Se sento gente che parla di olio di palma ovunque ignorando poi tutto il resto un motivo c’è !! Tutti sono alla ricerca della “merendina salutare” senza olio di palma che salutare non è comunque !! Ecco mi preoccupa il fatto che questa “campagna” contro l’olio di palma “distragga” il consumatore da tutti gli altri effetti poco salutistici ( nell’ambito del food) che il consumo indissolubilmente legato all’industria alimentare produce !

Saluti,
Daniele Giovanni Monaco ( Tecnologo Alimentare )

Melania
Melania
29 Giugno 2015 11:02

Io credo che il Dott. Monaco abbia ragione a rimanere su posizioni guardinghe ed equilibrate sul giudicare il problema dell’olio di palma visto che il mondo scientifico si divide a proposito di ciò, quando per altri problemi ben più gravi si tace omertosamente come ad esempio i danni arrecati al sistema agro-alimentare dalla “terra dei fuochi” in Campania i cui prodotti vengono considerati sicuri e continuano ad essere venduti in tutta Italia senza essere oggetto di ulteriori approfondimenti !

walli
walli
Reply to  Melania
5 Luglio 2015 12:53

Veramente non si sa più come alumentarsi poiché e’ tutto lasciato in mano al’acquirente che, naturalmente ignora molte cose sull’alimentazione! La verità e’ che lo stato e’ molto carente altrimenti vieterebbe l’utilizzo di ingredienti nocivi da parte dell’industria

lino caruso
lino caruso
29 Giugno 2015 12:38

vorrei conoscere esattamente, cioè da fonti ufficiali quali CNR, Ministero Salute, ecc., la composizione dell’olio di palma.
Grazie

Giovanni Pierfederici
Giovanni Pierfederici
30 Giugno 2015 12:21

Sull’olio di palma sono uscite numerose review e ne usciranno altre entro la fine dell’anno. Nonostante la campagna martellante della stampa non specializzata, non sono emerse evidenze a sfavore del palma (esclusi i derivati idrogenati). Mi chiedo se certi illustri nutrizionisti hanno mai letto tali review.
Per fare alcuni esempi, questo studio mette a confronto olio di palma e olio di girasole (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15081561); ebbene non esistono differenze tra i due, anzi il palma aumenta leggermente alcune sottoclassi del colesterolo buono HDL. Potrei linkare decine e decine di studi vecchi e nuovi (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9756125) (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15664299) (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16326639) ma credo che serva a poco. Chi e veramente interessato può trovare facilmente queste informazioni sui principali database scientifici (PubMed, Scopus ecc..).
Naturalmente tutto questo è valido per l’olio di palma non raffinato o solo parzialmente raffinato (la cottura e l’idrogenazione altera le caratteristiche del palma e di qualsiasi altro olio).
Il fatto che il palma sia presente nella stragrande maggioranza dei prodotti industriali è un altro (falso) problema. Infatti, sostituendo il palma negli stessi prodotti con altri grassi vegetali o animali il problema persite. Invece di assumere grandi quantità di stearina derivata dal palma assumeremo grandi quantità di olio di girasole (è questo il principale candidato a basso costo e di bassa qualità che andrà a sostituire l’olio di palma).
Ultima considerazione: l’unico problema del palma ad oggi evidenziato è correlato ad alcuni problemi al pancreas. Non sono ancora noti i dettagli e i meccanismi biochimici correlati a “diabete-consumo olio di palma”, ma tali evidenze sembrano essere sempre più forti.
Saluti
Pierfederici Giovanni
Nutrizionista

Ivo Caliendo
Ivo Caliendo
Reply to  Giovanni Pierfederici
2 Luglio 2015 03:35

Non mi pare però affatto onesto fare confronti fra l’ olio di palma naturale, il red palm oil ( una sorta di extravergine disponibile ai tropici e pressocchè introvabile nei prodotti industriali) con l’ olio di girasole raffinato. Un confronto serio e credibile va fatto tra quest’ ultimo e l’ olio di palma frazionato utilizzato nell’ industria alimentaria!!!! La verità è che questa versione frazionata è talmente variabile nella composizione dei suoi acidi grassi, che gli studi da lei citati non possono dare nessuna certezza. Dell’ olio di girasole esistono invece solo due versioni: quella comune ad alto tasso di polinsaturi e da usare a crudo perché meno tollerante delle alte temperature, e quella selezionata di tipo alto oleico ( 80% !!!!, come l’ olio d’ oliva ) che intenzionalmente spesso non viene citata al fine di accusare l’ olio di girasole di maggiore capacità infiammatoria rispetto all’ olio di palma nelle cotture. Le sembra corretto? In Spagna questa varietà di olio di girasole è già dominante nell’ industria alimentare. Perché non accade anche in Italia?

shedony
shedony
7 Luglio 2015 07:53

Finalmente il burro, un prodotto naturale, viene decriminalizzato! Pero’ ormai il danno e’ fatto, i miei amici italiani si inorridiscono quando mi vedono mangiare il burro (sempre crudo), perche’ per anni hanno subito il lavaggio del cervello che fa male.
Invece la margarina per loro va benissimo, sono completamente ignoranti del fatto che proviene da una fabbrica, non una fattoria. Questo vale anche per i medici dietologi e per i siti bio, che continuano a proporre la margarina come alternativa al burro.
Il problema casomai e’ reperire un buon burro, dato che quello italiano proviene quasi tutto da allevamento al chiuso, dove gli animali mangiano mangimi e non l’erba.
Non potendo trovare il burro di malga, secondo me il burro tedesco e’ un po meglio di quello italiano, troppo bianco, ma il meglio burro in assoluto e’ quello irlandese, il Kerrygold, perche’ provienente da animale tenuti a pascolo per piu’ di 300 giorni all’anno. Purtroppo non e’ disponibile in Italia, faccio la scorta quando vado in Germania o Irlanda.

giorgio
7 Luglio 2015 17:24

ero a EXPo e uno dei padiglioni Asiatici vi era anche la presentazione dell’olio di palma essendo loro uno dei maggiori produttori.Una signorina mi elencava tutte le magnifiche proprieta’ io al contrario gli aspetti nutrizionali.Ognuno con le sue idee ,a un certo punto abbiamo convenuto di organizzare con loro un hangout tra favorevoli e contrari per parlare di questo argomento.Invito chi e’ disponibile (So che il Fatto non partecipa) a partecipare.

Giorgio
7 Luglio 2015 18:14

Certo Sig. Roberto lo so Vi seguo da tempo era un invito generico, invece presto li incontrero in video e ,sebbene non sia titolato per poter dare giudizi approfonditi, partecipo con piacere ,lo trovo n modo per scambiare le proprie opinioni. Ho trovato molti spunti interessanti a EXPo ,molti in senso negativo, ma Lei li conosce meglio di me, andro a cercare invece per curiosita negli articoli pubblicati in passato anche qualche cosa sui coloranti di cui leggo molto poco (tranne Voi.!) Grazie, continuate cosi..

bridel
bridel
8 Luglio 2015 09:45

Bongiorno, non posso firmare l’iniziativa perché la Svizzera
non è scritta nella lista dei paesi
grazie di aggiungerla

Daniele Giovanni Monaco
Daniele Giovanni Monaco
8 Luglio 2015 19:46

Sign. Paolo Cauli, il messaggio che deve passare è “non abusate dei prodotti industriali perché contiene anche l’olio di palma” è non ” non abusate perché contiene l’olio di palma” considerando il “Free palm oil ” salutare……………. Poi nell’affrontare i problemi ci sono delle priorità e secondo me l’olio di palma , per parlare in termini di pronto soccorso, ” non è da “codice rosso” come lo si vuol far apparire con tutto questo clamore !! Diciamo che potrebbe essere un codice “giallino” soprattutto se si considerano tutti i codici rossi che nel settore alimentare ci sono e che vengono tenuti nascosti all’opinione pubblica o comunque poco pubblicizzati rispetto all’olio di palma che sta “contendendo la scena” al presidente del consiglio !! Daniele G. Monaco ( Tecnologo Alimentare )

io
io
9 Luglio 2015 15:29

Calabrese, ma cosa ti aspetti ……….. esilarante sugli OGM

https://www.youtube.com/watch?v=dsujjN4gIOc

Emanuele
Emanuele
10 Luglio 2015 11:01

Volevo “ringraziare” il dott. La Pira e tutta la redazione de Il Fatto Alimentare per la campagna di demonizzazione dell’olio di palma per la quale la mia azienda sta perdendo vendite perchè realizza prodotti contenenti il suddetto ingrediente nella forma dello 0,6% (mediamente).
I consumatori ai quali sottoponiamo i nostri prodotti (realizzati per il restante 99,4% con eccellenti materie prime), fuggono terrorizzati quando vedono la presenza dell’olio di palma negli ultimi/ultimo posti/posto della lista ingredienti.
Il “lavaggio del cervello” effettuato da questo e da molti altri siti di “informazione” alimentare ha raggiunto un livello tale che è vano cercare di spiegare che:
1. come per tutte le cose (acqua e vitamina C comprese) E’ LA DOSE CHE FA IL VELENO!
2. l’utilizzo dell’olio di palma come componente tecnologico (es. addensante o emulsionante naturale) è preferibile rispetto ad additivi di sintesi con eguali proprietà.
3. in percentuali estremamente basse ed in presenza di una quantità molto superiore di olii più nobili come l’extra vergine di oliva, l’effetto (ancora non scientificamente correlato) nocivo dell’olio di palma è zero.

Se è questa la campagna formazione responsabile del consumatore che Il Fatto Alimentare vuol promuovere, mi sembra proprio che siamo fuori strada.
Ci sono numerose piccole e medie imprese che ne stanno pagando le conseguenze.

Cordiali saluti.
Emanuele (biologo)

Emanuele
Emanuele
Reply to  Emanuele
10 Luglio 2015 13:11

Egregio Dott. La Pira, se permette lasci a chi lavora nella produzione alimentare ad alti standard il compito di valutare se sostituire un ingrediente con un altro sia complicato o meno.
Ora, per continuare a gridare allo “scandalo”, è passato alla deforestazione: problema che non riguarda solo l’olio di palma, ma innumerevoli altre tipologie di coltivazioni, compreso il mais dal quale si produce la tanto osannata bioplastica.
Inoltre mi conferma, con il suo “… dovrebbe essere facilmente raggiunta.” di fare solo supposizioni sul risultato dell’assuzione dell’olio di palma.
Nessuno vuole far passare questo olio per ciò che non è, ma sicuramente non è il veleno che volete far credere che sia, almeno non più dell’eccesso di sale o di zuccheri, oppure del consumo di prodotti fritti anche se fatti in casa.

Emanuele
Emanuele
10 Luglio 2015 15:11

Vedo che continua a intendere solo ciò che fa comodo alla sua crociata.
Nel paragonare l’eccesso di l’olio di palma a quello di zucchero e sale, proprio perchè ho letto i vostri articoli, è chiaro che sto invitando a smorzare i toni della vostra demonizzazione.
State terrorizzando il consumatore su un prodotto sul quale deve essere fatta ancora chiarezza e che può essere benissimo gestito se solo si facesse un’informazione più responsabile.
Mi spiega, per cortesia, da dove ha preso il dato secondo cui l’olio di palma è “… presente nel 90% dei prodotti”? Ma si rende conto di cosa andate a scrivere? Quali prodotti? la totalità (compresa frutta e verdura)? una particolare categoria merceologica?
Buttare dati così non fa certo bene alla comprensione di chi legge. E non mi venga a ripetere di avere la pazienza di leggere i vostri articoli perchè mi trovo a rispondere qui oggi proprio perchè li leggo e vengo a ripetere che, diversamente da altri argomenti, la vostra campagna contro l’olio di palma è eccessiva nei contenuti e nei toni.
La mia azienda è nel settore alimentare da 30 anni, ha ottenuto le certificazioni ai più severi standard europei, abbiamo personale altamente qualificato (biologi e tecnologi alimentari) che si prendono cura della salubrità dei nostri prodotti. Come vede posso facilmente dimostrare, al pari suo, la bontà dei miei collaboratori e consulenti, ma non ho l’arroganza di invitare lei a cercarsi migliori fonti di informazione.

Emanuele
Emanuele
10 Luglio 2015 16:20

Come le ho detto lo 0,6% di olio di palma in un prodotto finito ha impatto zero sulla salubrità dello stesso. Analisi sulla presenza (o meglio, assenza, vista la quantità) dei grassi saturi, lo dimostrano.
E io consumatore dovrei essere terrorizzato da questo solo perchè lo dice la vostra crociata? Se a certe dosi non ha effetti, mi spiega perchè non si deve usare? Ha caratteristiche reologiche stabili che si trovano in pochissimi altri ingredienti naturali.
E per cortesia la smetta di dire che si trova ovunque, perchè non è affatto così! Volendo si può tranquillamente evitare l’acquisto di prodotti che lo contengono senza rinunciare a niente.
La vostra è una campagna che criminalizza chiunque lo utilizzi, sia anche in dosi innoque. E stiamo parlando di centinaia di aziende dell’eccellenza alimentare italiana.
“Le certificazioni (…) non riguardano gli ingredienti.” e le certificazioni gluten free e bio?
“… sconsigliato da tutti i nutrizionisti.” ma se proprio questo articolo afferma che ci sono nutrizionisti che non la pensano così.
Lo vede che non riesce neanche a gestire quello che dice, tanto è accecato dalla sua lapidaria “verità”?
Addirittura mi dice che non posso contestare le vostre constatazioni: complimenti per la libertà di opinione.