boy eating a burger

Dopo aver puntato sulla riduzione dello zucchero, con una soda tax che entrerà in vigore il prossimo aprile e l’indicazione verso una riduzione del 20% in alcuni alimenti chiave, ora il governo britannico indica il nuovo obiettivo del piano di lotta all’obesità: la riduzione delle calorie. Lo ha annunciato Public Health England, agenzia del Dipartimento della salute del Regno Unito, ricordando che gli adulti consumano in media 200-300 calorie in eccesso al giorno e i bambini stanno seguendo questa strada, favorita da una disponibilità di cibo come mai c’è stata in precedenza. Il risultato è che un terzo dei bambini è in sovrappeso o obeso quando esce dalla scuola primaria e cresce il numero di quelli a cui è stato diagnosticato il diabete di tipo 2, alcuni addirittura a sette anni. Anche in Gran Bretagna, sono i bambini delle classi svantaggiate ad avere maggiori probabilità di essere obesi.

Il governo britannico ha anche deciso un finanziamento di cinque milioni di sterline per una nuova unità di ricerca sulle politiche contro l’obesità presso l’University College London, a partire dalla comprensione delle sue cause, dell’impatto delle disuguaglianze sociali e del marketing rivolto a bambini e famiglie. La ricerca comprenderà anche una valutazione dell’efficacia delle politiche sinora adottate.

bambino sovrappeso
Un terzo dei bambini britannici, alla fine della scuola primaria, è in sovrappeso o obeso

La scelta del governo britannico di puntare sulla riduzione delle calorie è stata criticata dalla rivista medica The Lancet, che in un editoriale conferma le obiezioni già espresse al piano governativo contro l’obesità infantile, giunto al suo secondo anno. Secondo la rivista, si tratta di impegni vaghi, con Public Health England che si limita ad assicurare di lavorare a stretto contatto con l’industria alimentare, alla ricerca di riduzioni volontarie delle calorie, promuovendo una maggior attività fisica. Questo, mentre l’industria continuerà a pubblicizzare alimenti insalubri al suo target di riferimento.

Secondo The Lancet, concentrarsi solo sulla riduzione delle calorie “è allarmante”, perché sarebbe invece necessario un approccio complessivo, affrontando il problema dell’obesità infantile in un modo olistico. L’editoriale definisce “ridicolmente passiva” la posizione dell’agenzia governativa e chiede cosa si stia concretamente facendo per promuovere cibi più sani e dove sia la pianificazione a lungo termine degli ambienti urbani, che possa contribuire alla riduzione dell’obesità, facilitando e promuovendo una maggior attività fisica.

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