acqua, rubinetto aperto con bicchiere sotto a riempirsi

Acqua potabilePochi giorni prima della pausa natalizia i deputati del Parlamento europeo Christophe Hansen (Ppe, Lussemburgo) e Bas Eickhout (Verdi, Olanda) hanno annunciato con un tweet il raggiungimento di un accordo sulla nuova normativa per la qualità dell’acqua potabile, che dovrebbe contemplare valori soglia più severi per i contaminanti, nuove regole per gli interferenti endocrini e le microplastiche, regole per il miglioramento dell’accesso all’acqua per le persone vulnerabili e meno plastica.

La bozza frutto di un lavoro assai faticoso durato due anni, dovrà comunque passare al vaglio dei rappresentanti dei diversi paesi Ue sotto la guida della presidenza di turno dell’Ue della Croazia; la discussione dovrebbe avere inizio in gennaio, e l’esito non è scontato.

Nello specifico, si prevede una revisione della legislazione sulle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) dopo tre anni dall’entrata in vigore delle nuove regole, con limiti più stringenti per diversi membri della famiglia, e maggiore potere dei singoli stati.

La lotta ai Pfas è da sempre un cavallo di battaglia dei Parlamentari italiani a Strasburgo, che di recente sono stati affiancati dai colleghi di Danimarca, Lussemburgo, Olanda e Svezia, firmatari un documento congiunto a sostegno delle nuove norme e in generale per la riduzione di queste sostanze nell’ambiente. Il documento segue i principi di “Right2Water”, iniziativa popolare che ha raccolto 1,8 milioni di firme e da cui è emersa l‘esigenza di rivedere le leggi precedenti, datate 1998, ed è volto a migliorare la qualità dell’acqua potabile, anche se la maggior parte degli europei ha già un accesso adeguato: secondo gli ultimi dati (del 2016), infatti, più del 98,5% dei test effettuati sui campioni di acqua potabile tra il 2011 e il 2013 ha mostrato risultati che rispettavano gli standard previsti. Ma c’è spazio per un miglioramento ulteriore.

insalata lavare acqua del rubinetto verduraOltre ai Pfas, si chiede che gli stati sostengano in modo deciso l’accesso all’acqua potabile per tutti coloro che ancora non ne hanno uno ottimale, cioè l’11% degli europei, e spinge a fare di più per aiutare tutti a consumare più acqua del rubinetto, per esempio rendendo facilmente disponibili le informazioni sulla qualità e sui costi e installando fonti gratuite in luoghi pubblici, con la speranza di ridurre del 17% le bottiglie in plastica.

Inoltre si chiede che si riducano gradualmente i valori soglia del piombo (proveniente dalle tubature più obsolete, da sostituire) fino a dimezzarli, che rendano più severi i limiti per i contaminanti batteriologici e che si stabiliscano sistemi quantitativi per dosare in modo uniforme le plastiche (micro e non solo) e gli interferenti endocrini, per riordinare tutto il comparto a livello continentale.

Il commissario europeo all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius ha espresso grande soddisfazione per l’accordo raggiunto, ancorché provvisorio, soprattutto perché in parte scaturito da un’iniziativa popolare. Ma è presto per cantare vittoria: bisognerà attendere il pronunciamento definitivo, e verificare che cosa conterrà davvero la nuova normativa.

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Giovanni Gozzi
Giovanni Gozzi
12 Gennaio 2020 21:45

Il rischio microbiologico è quello maggioritario, non per la presenza di coliformi, che non si devono cercare ma per altre specie microbiche citate dalle norme e assunte dalle prove epidemiologiche.
L’analisi del rischio sui contaminanti chimici vale come un rischio marginale per consumatori particolari.

Francesca
Francesca
18 Gennaio 2020 15:22

Acqua potabile, nuovi livelli di contaminanti, etc… obbiettivo: ridurre del 17% le bottiglie di plastica.
Credo che i residui di plastica nell’acqua in bottiglia di plastica ci siano e che li beviamo. Credo che la presenza di residui possa essere in concentrazioni più alte rispetto a quelli stabiliti visto che è consentita la vendita di bottiglie di plastica da 250 ml di acqua. Si mette in vendita più plastica che acqua.
E forse si potrebbe puntare a qualcosa di più del 17%.
Controllare e rendere bene comune l’informazione sull’acqua potabile dei nostri rubinetti credo possa essere l’azione più semplice, perché anche se ti trovi diffuse le fontane di acqua potabile c’è la scomodità di andare, riempire e portare a casa e stoccare le bottiglie che si spera siano pulite in un modo decente. Il goccio d’acqua che rimane sul fondo se non svuotata bene fa puzza, e puzza è uguale a batteri…
Dal rubinetto faccio scendere l’acqua che mi serve. In un bicchiere o in una brocca, o in una borraccia x i figli o da portare al lavoro…
Forse l’unico modo per eliminare la plastica è quello di non produrre plastica, non si deve nemmeno pensare a come riciclarla e i risultati sarebbero un beneficio maggiore per tutti. Uomo flora e fauna!

renzo
renzo
18 Gennaio 2020 16:16

I limiti restrittivi per sostanze estranee all’ambiente idrico utilizzato per la produzione di acqua da destinare al consumo umani sono una bellissima cosa ma, direi, che sia stringente l’obbligo alle aziende distributrici di far ricercare dette sostanze con continuità e non con indagini a spot ma con cadenze predeterminate e che siano pubblicati e verificati i dati riscontrati. Diversamente si sa come va a finire cioè che nulla traspare….

Roberto La Pira
Reply to  renzo
18 Gennaio 2020 17:34

I grandi comuni pubblicano giornalmente l’esito delle analisi

francesco
francesco
19 Gennaio 2020 19:31

Direi che è indispensabile una rigida norme di legge che preveda esattamente la durezza della stessa perchè con il dilagare dell’uso dei decalcificatori a sale gli amministratori sono più interessati al consumo del sale che alla qualità dell’acqua distribuita ai condomini !