Multinazionali del cibo: identikit delle 10 aziende che governano il mondo dell’alimentazione su: lavoro, trasparenza, ambiente, acqua…
Multinazionali del cibo: identikit delle 10 aziende che governano il mondo dell’alimentazione su: lavoro, trasparenza, ambiente, acqua…
Valentina Murelli 6 Ottobre 2014L’impatto dell’industria agroalimentare non riguarda solo le scelte nutrizionali e la salute dei consumatori. In ballo ci sono anche gli effetti sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei lavoratori del settore, che non sono pochi: oltre un miliardo di persone nel mondo, circa un terzo della forza lavoro globale. Proprio su questi aspetti si era concentrato lo studio Scopri il marchio condotto l’anno scorso da Oxfam e relativo ai 10 gruppi più grandi del mondo che, insieme, danno lavoro a più di 1,5 milioni di persone (oltre all’indotto).
La pagella compilata da Oxfam sulle multinazionali non era rosea (leggi articolo): se alcuni gruppi sono apparsi più attenti di altri su temi specifici (Nestlé per quanto riguarda l’uso dell’acqua e le politiche di riduzione degli impatti climatici o Unilever per le politiche generali di lavoro…), nessun gruppo ha raggiunto complessivamente la piena sufficienza (vedi tabella sotto).
Lo stesso tema è stato preso come spunto dal gruppo di analisi finanziaria 24/7 Wall Street ha ripreso le 10 “Grandi sorelle” dello studio, tracciandone un profilo aggiornato in termini finanziari. I dati e le stime, espressi in dollari, sono stati ricavati da varie fonti (Advertising Age’s report, Global Marketers 2013, America’s Largest Private Companies 2013) e si riferiscono all’anno più recente disponibile (in genere il 2013). Sono dati impressionanti, considerato che ben 4 di queste aziende hanno avuto profitti superiori ai 6 miliardi di dollari: 11 miliardi nel caso della Nestlé, la più grande multinazionale con i suoi 330 mila impiegati.
Ecco gli identikit proposti da 24/7 Wall Street, con una breve panoramica riferita ai principali marchi italiani. Si tratta di nomi conosciuti perché la maggior parte fa grossi investimenti pubblicitari.
Marchi in vendita in Italia: Twinings, Ovomaltina.
Ricavi pre-tasse: 21,1 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: dato non pervenuto
Profitti: 837 milioni di dollari
Numero di impiegati: 112.652
Gruppo inglese che ha conquistato una presenza globale sui mercati attraverso un’ampia campagna di acquisizioni. Si occupa anche di materie prime per industrie alimentari. Ha ricevuto un punteggio particolarmente basso nella classifica di Oxfam per quanto riguarda le politiche di utilizzo e gestione dell’acqua.
Marchi presenti in Italia: Coca-Cola, Fanta, Sprite, Acqua Lilla, Acqua Sveva, Nestea, Powerade.
Ricavi pre-tasse: 46,9 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 3 miliardi di dollari
Profitti: 8,6 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 130.600
Nello studio di Oxfam, la Coca-Cola si è posizionata bene per alcune pratiche aziendali, in particolare rispetto ai temi della disuguaglianza femminile sul lavoro e della gestione ambientale.
Marchi presenti in Italia: Activia, Vitasnella, Actimel, Mellin, Nutricia.
Ricavi pre-tasse: 29,3 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 1,2 miliardi di dollari
Profitti: 2 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 104.642
I mercati principali del gruppo Danone sono Russia, Francia, Stati Uniti, Cina e Indonesia. È il primo seller di latticini freschi e tra i primi di prodotti per bambini e acque in bottiglia. Danone ha ricevuto un buon punteggio da Oxfam per quanto riguarda trasparenza e gestione delle risorse idriche, ma ha ricevuto voti bassi per le politiche di gestione agraria e in particolare per quelle relative all’impiego femminile in agricoltura.
Marchi presenti in Italia: Haagen-Dazs
Ricavi pre-tasse: 17,9 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 1,1 miliardi di dollari
Profitti: 1,8 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 43.000
È il gruppo che ha ricevuto il peggior punteggio per quanto riguarda consapevolezza e politiche relative ai temi del cambiamento climatico. Di recente, però, General Mills ha annunciato nuove iniziative per ridurre le emissioni di gas serra nella sua filiera produttiva e per aumentare la propria trasparenza.
Marchi presenti in Italia: Kellogg’s, Pringles
Ricavi pre-tasse: 14,8 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 1,1 miliardi di dollari
Profitti: 1,8 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 30.277
In tutto, Kellogg produce oltre 1600 prodotti alimentari differenti, venduti in oltre 180 paesi. Risulta negli ultimi posti della classifica Oxfam, che però di recente ha dichiarato di aver apprezzato il suo impegno a voler ridurre le emissioni di gas serra nella filiera produttiva.
Marchi presenti in Italia: M&Ms, Milky Way, Snickers, Twix, Uncle’s Ben
Ricavi pre-tasse: 33 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 2,2 miliardi di dollari
Profitti: dato non pervenuto
Numero di impiegati: 60.000
È l’unico gruppo a proprietà privata tra i 10 considerati e il peggiore, secondo Oxfam, per quanto riguarda la gestione di suolo e risorse idriche.
Marchi presenti in Italia: Philadelphia, Sottilette, Oro Saiwa, Milka, Halls, Hag, Tuc, Fonzies, Splendid, Ritz, Cipster, Fattorie Osella.
Ricavi pre-tasse: 35,3 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 1,9 miliardi di dollari
Profitti: 3,9 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 107.000
Per Oxfam, il gruppo può fare di meglio nell’ambito della trasparenza, dei diritti dei lavoratori e dei temi legati ai cambiamenti climatici.
Marchi in vendita in Italia: Buitoni, Nescafé, Maggi, Smarties, Perugina, Motta gelati, Antica gelateria del corso, Acqua Vera, Beltè
Ricavi pretasse: 13,5 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 3 miliardi di dollari
Profitti: 11,2 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 333.000
Il gruppo occupa il primo posto nella classifica Oxfam, in particolare grazie ai punteggi elevati ottenuti sui temi della trasparenza, dell’uso delle risorse idriche e dell’impegno sul fronte climatico. Nel 2013, Oxfam ha riconosciuto gli sforzi compiuti dal gruppo per affrontare casi di abusi sul lavoro scoperti nella filiera del cacao in Costa d’Avorio.
Marchi in vendita in Italia: Pepsi, Gatorade, Lipton iceTea, Tropicana.
Ricavi pre-tasse: 66,4 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 2,5 miliardi di dollari
Profitti: 6,7 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 274.000
È tra i gruppi che investono di più in spese pubblicitarie. Si colloca poco dopo la metà nella classifica Oxfam. Di recente, con il nuovo amministratore delegato Indra Nooyi, il gruppo sta riqualificando i prodotti sul fronte della qualità nutrizionale.
Marchi in vendita in Italia: Calvé, Algida, Ben&Jerry’s, Knorr, Lipton,
Ricavi pre-tasse: 68,5 miliardi di dollari
Spese pubblicitarie: 7,4 miliardi di dollari
Profitti: 6,7 miliardi di dollari
Numero di impiegati: 174.381
Il gruppo si occupa anche di prodotti per la casa e l’igiene personale. Per Oxfam, è al primo posto per quanto riguarda le politiche per l’impiego e l’agricoltura.
Valentina Murellli
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giornalista scientifica
C’è un aspetto importante che non mi sembra considerato.
Queste aziende hanno profitti enormi, oltre che in valore assoluto (sono grandi) anche in termini percentuali, che qualunque media-piccola industria alimentare si sogna.
Perchè ? Sono in grado di imporre alla distribuzione e quindi al mercato dei listini completamente slegati dal costo delle materie prime.
Interessante.