L’Ufficio federale svizzero della sicurezza alimentare e di veterinaria (Usav) ha diffuso un comunicato destinato ai genitori di bambini che assumono latte in polvere, per dire che nel paese sono in vendita prodotti con contaminanti chimici in quantità superiore a quanto previsto dall’Efsa. Il riferimento è al glicidolo, ai glicidil esteri degli acidi grassi (GE), al 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e al 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) che se superano una certa concentrazione possono provocare danni ai reni e tumori.
L’Usav precisa che “L’Autorità europea della sicurezza alimentare (Efsa) ha analizzato i possibili rischi derivanti dalle sostanze sopraccitate e ha fissato valori di riferimento. L’Efsa non esclude, infatti, un rischio per la salute in particolare nei gruppi di popolazione più giovani”… “Finora non sono stati segnalati problemi di salute nei bambini” e nonostante queste problematiche, l’ufficio svizzero consiglia di “continuare a ricorrere, se necessario*, agli alimenti studiati appositamente per i neonati. Questi prodotti contengono infatti le sostanze nutritive indispensabili per i lattanti nella giusta composizione e sono calibrati in base alle loro esigenze”.
La raccomandazione dell’USAV
L’ Usav infatti “sconsiglia assolutamente di passare ad altri alimenti (ad es. latte vaccino e di soia), che non sono adatti per nutrire i più piccoli e possono causare gravi carenze e intolleranze”. Quindi conclude chiedendo alle aziende “di adottare ulteriori misure efficaci, quali ad esempio l’individuazione di metodi di produzione alternativi o di altre fonti di grasso per soddisfare le nuove esigenze”. Il comunicato dell’Usav è uscito dopo che il programma televisivo À bon entendeur ha fatto analizzare quattro marche di latte in polvere (non tutte vendute in Italia): Nestlé BEBA, Aptamil Pronutra Pre, Bimbosan Super Premium 2 e Hipp Bio Combiotik, rilevando in tutti i prodotti la presenza dei pericolosi contaminanti segnalati dall’Usav.
La petizione sul latte in polvere
Il Fatto Alimentare ha lanciato una petizione per chiedere di eliminare l’olio di palma dal latte per neonati. In quel contesto abbiamo anche pubblicato una lista di confezioni di latte per lattanti che non contengono l’olio tropicale. Il test svizzero evidenzia un altro elemento da prendere in considerazione, ovvero la presenza del contaminante 3 MCPD anche in latte in polvere che non usa olio di palma e questo apre un nuovo capitolo.
*Ricordiamo anche in questo contesto che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda l’allattamento al seno in maniera esclusiva fino al compimento del 6° mese di vita e ricorda che il latte materno deve rimanere la scelta prioritaria.
Firma la petizione per togliere l’olio di palma dal latte in polvere, abbiamo superato 26 mila firme. Clicca qui
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare