Gli esperti del progetto “Previeni”, promosso dal Ministero dell’ambiente in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, hanno elaborato un vademecum su come difendersi da un gruppo molto diffuso di sostanze chimiche pericolose dette interferenti endocrini (IE). La tutela riguarda l’esposizione a questi composti che possono influenzare lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e in taluni casi anche il comportamento dei bambini, oltre ad avere effetti negativi sullo sviluppo del feto.
Di quali sostanze si tratta? Gli interferenti endocrini sono composti chimici che permangono nell’ambiente o si concentrano negli alimenti e sono molto diffusi in prodotti di uso comune.
Il più conosciuto è il discusso BPA, meglio conosciuto come bisfenolo A, definito nei testi del progetto “Previeni” come una “sostanza con effetti estrogenici e capace di alterare la funzione di tiroide e sistemi riproduttivo, nervoso e immunitario”.
Il suo impiego è stato limitato solo da alcuni paesi europei. L’Italia, in particolare, ha accolto la direttiva europea che riguarda il divieto di utilizzare il BPA nei biberon in policarbonato. Per fortuna, le forti pressioni di altri stati come la Francia hanno spinto l’European Food Safety Autorithy (Efsa) a organizzare un incontro per scambiarsi dati e informazioni sul tema della pericolosità del bisfenolo A.
Nel gruppo degli interferenti troviamo anche composti perfluorurati (PFOS e PFOA) e sostanze chimiche non persistenti, come alcuni ftalati come il DEHP o dietilesilftalato, un plastificante pericoloso che può alterare la produzione di ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) diminuendo la fertilità, e aumentare la predisposizione a contrarre diabete e obesità.
Per quanto concerne le altre sostanze va detto che l’UE si sta già muovendo, attraverso una serie di regolamenti specifici (come il Reach), volti alla valutazione e alla restrizione dell’impiego di sostanze chimiche, con il preciso scopo di sostituire quelle con maggiori criticità.
Le normative si stanno aggiornando con lo sviluppo delle conoscenze scientifiche. In attesa delle evoluzioni legislative ai cittadini non resta che adottare, nella vita quotidiana, comportamenti responsabili e intelligenti come quelli proposti nel progetto “Previeni”:
1. Non riutilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande, usurati o monouso: sono fonti potenziali di bisfenolo A.
2. Limitare l’impiego di padelle antiaderenti graffiate, ritenute potenziali fonti di esposizione a composti perfluorurati (PFOS e PFOA).
3. Utilizzare carta per alimenti e pellicole seguendo attentamente le limitazioni indicate in etichetta. Non tutte le pellicole possono essere usate per conservare ogni tipo di cibo; i fogli di alluminio, per esempio, non sono adatti agli alimenti acidi.
4. Limitare l’uso di prodotti affumicati ed evitare il consumo di quelli con parti carbonizzate o bruciate: sono fonti di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), interferenti endocrini con effetti negativi sull’organismo.
5. Scaldare latte, pappe e bevande in contenitori integri e non usurati.
6. Lavare accuratamente biberon e altri contenitori dopo la sterilizzazione; non usare biberon in policarbonato (che non dovrebbero essere più in commercio)
Luca Foltran
In allegato potete scaricare il “Decalogo per il cittadino. Conosci, riduci, previeni. Gli interferenti endocrini”
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Foto: Photos.com
Giornalista scientifica
"evitare il consumo di quelli con parti carbonizzate o bruciate: sono fonti di idrocarburi policiclici aromatici (IPA)"
Ci risiamo con l’attacco alla pizza cotta nei forni a legna?
Buonasera Carlo, non è nostra intenzione (e nemmeno del Ministero suppongo) puntare il dito contro classi specifiche di alimenti.
Grazie
Ma allora quali sono le padelle più idonee per preparare la pappa ai miei bimbi(visto che comunque qualche graffio nelle padelle antiaderenti è inevitabile..)? Quelle in acciaio? in alluminio? o le ultime in ceramica? Mamme attente vorrebbere anche sapere come comportarsi!