L’Accademia di Farmacia francese lancia l’allarme sui rischi di alcuni integratori alimentari vegetali autorizzati per la libera vendita, presentati come “naturali” ma che possono comportare rischi, anche gravi, per la salute. Si tratta di sostanze autorizzate con un decreto del governo di Parigi del giugno 2014, che non hanno alcun effetto nutrizionale e che dovrebbero essere utilizzate solo a scopo farmaceutico e non come prodotti da banco.
In particolare, il rapporto dell’Accademia di Farmacia francese punta l’attenzione su alcuni integratori con effetto lassativo, che provocano una perdita di sostanze minerali, irritano il tubo digerente e il cui uso prolungato causa dipendenza fisiologica. Si tratta degli integratori a base di piante contenenti glicosidi idrossiantracenici, come il succo d’aloe, l’olivello spinoso, la cascara, le radici di rabarbaro cinese e la cassia.
L’Accademia francese chiede di rivedere l’elenco di oltre 500 piante e funghi autorizzati dal governo nel 2014, riesaminando in particolare le sostanze derivate da piante contenenti principi attivi sulla cui sicurezza non ci sono dati sufficienti nella letteratura scientifica e di cui non sono state studiate le interazioni con i farmaci.
Nel 2009, l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti (Anses) ha creato un gruppo di lavoro per la vigilanza sugli effetti avversi legati al consumo di integratori alimentari. Tra il 2009 e il 2016 l’Anses ha ricevuto 2.649 segnalazioni, con una percentuale annua di casi gravi che oscilla tra il 37% e il 52%. La Francia è uno dei maggiori consumatori europei di integratori alimentari, insieme a Germania, Italia e Regno Unito, che insieme coprono il 60% del mercato dell’Ue. In Francia ne fanno uso un adulto su cinque e un bambino su dieci.
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Io ho delle forti perplessità, che non ci siano ingerenze delle multinazionali dei farmaci, nella pubblicazione di questi articoli di allerta.
Ormai è risaputa la loro cronica avversità verso cure olistiche, non chimiche per intenderci.
Ed è risaputa la loro ingerenza tramite associazioni e pubblicazioni varie.
Non c’è dubbio che alcuni integratori in realtà sono medicine.
Allora perché continuare ipocritamente a considerarli solo come integratori quando invece sono medicine.
Diamo a Cesare ciò che è di Cesare.
Mi sono spesso chiesto perché si continui a fare allarmismo sugli integratori, quando delle migliaia di farmaci in libera vendita e senza obbligo di prescrizione medica, con tanto di effetti collaterali anche gravi ed esplicitamente dichiarati, nessuno si sia mai allarmato ne pubblicato le segnalazioni statisticamente avverse.
Per non parlare poi delle campagne contro l’omeopatia e tutti i rimedi omeopatici classificati “medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. Come si può definire medicinale una sostanza non approvata che chimicamente nulla contiene? E’ un palese ossimoro.
La sicurezza in tema di salute pubblica non può essere un’opinione, ne una guerra tra bande di produttori di rimedi più o meno riconosciuti, tradizionali, naturali, chimici o sintetici, ma una verifica coerentemente scientifica che in tema di terapia è solamente statistica, perché la scienza non ammette eccezioni ma solo conferme e le variabili sul tema qui sono tante quanto la popolazione umana.