Un innovativo processo di abbattimento dell’arsenico dall’acqua potabile è stato messo a punto dai ricercatori Enea dei laboratori del Centro della Casaccia. In particolare, questa tecnologia è in grado di ridurre il contenuto di arsenico al di sotto dei 10 microgrammi per litro richiesti dalla legge.
Il problema dell’elevata concentrazione di arsenico nell’acqua potabile, sia pure per cause del tutto naturali e non per contaminazione da parte dell’uomo, è di grande attualità in Italia. In questo momento numerosi comuni non possono utilizzare l’acqua di rete proveniente da falde sotterranee e da acquedotti, perché supera il limite di arsenico consentito.
La sperimentazione Enea è stata condotta sull’acqua di falda del Centro Ricerche della Casaccia (vicino a Roma), che presenta un contenuto di arsenico di poco superiore al limite di legge: i risultati, con l’abbattimento dell’arsenico fino al 99%, sono stati molto interessanti.
Per rimuovere dalle acque le sostanze inquinanti i ricercatori Enea hanno utilizzato tecnologie separative mediante membrane, in particolare nanofiltrazione e osmosi inversa. A queste dovranno aggiungersi adeguati sistemi di miscelazione con acqua non trattata per mantenere il giusto contenuto salino richiesto dall’acqua potabile, e sarà necessario anche un meccanismo di controllo on-line del processo.
Sulla base di queste ricerche, si sta realizzando un impianto di trattamento capace di produrre 5 metri cubi all’ora di acqua potabile, da utilizzare per la mensa aziendale del Centro Ricerche della Casaccia. Il sistema realizzato da Enea non ha limiti di grandezza, quindi potrebbe essere applicato ne comuni italiani con mille o con molte migliaia di abitanti.
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