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I risultati dei controlli di igiene sono pubblici del governo per tre mesi, a Parigi

Il 74% dei francesi vorrebbe conoscere le conclusioni dei controlli sull’igiene dei ristoranti, ma il sistema sperimentato dal governo a Parigi e ad Avignone non pare essere quello migliore, dato che è apprezzato solo dal 15% degli intervistati. Sono i risultati di un sondaggio condotto dal governo francese, che dallo scorso luglio ha pubblicato su un proprio sito gli esiti dei controlli sull’igiene dei ristoranti nelle due città. Al sito si può accedere anche scansionando con uno smartphone un QR-Code su una decalcomania, applicata volontariamente dai ristoratori sulla propria vetrina. Il 59% degli intervistati, però, vorrebbe che i risultati delle ispezioni fossero contenuti direttamente nella decalcomania, senza il QR-Code che rimanda al sito.

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A Parigi livello di igiene dei locali è stato giudicato “buono” solo nel 34% dei casi

A questo si aggiunge che il 70% dei ristoranti parigini dichiara di non aver ricevuto la decalcomania con il QR-Code. Facendo una rilevazione a campione su 188 ristoranti parigini controllati tra luglio e dicembre scorsi, solo sette, pari al 4%, hanno applicato la decalcomania con il QR-Code sulla vetrina. Ad Avignone la percentuale è salita al 29%, cioè 13 su 45. Mediamente, in Francia i ristoranti vengono controllati ogni tre anni e i risultati delle ispezioni sono visibili solo per i tre mesi successivi all’ispezione, nel caso di Parigi, e per un anno nel caso di Avignone. Superato questo termine, l’informazione si limita a dire quando è stato effettuato l’ultimo controllo.

Tra luglio e dicembre scorsi, la Direzione generale dell’alimentazione ha controllato circa 1.500 ristoranti a Parigi e 200 ad Avignone. Nella capitale, il livello di igiene dei locali è stato giudicato “buono” solo nel 34% dei casi, “accettabile” nel 58% e “da migliorare”, con prescrizione di interventi correttivi, nell’8% dei casi. Ad Avignone la situazione è migliore: “buono” il 62%, “accettabile” il 37%, “da migliorare” solo l’un per cento.

 

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Fabrizio Giudici
Fabrizio Giudici
16 Marzo 2016 18:27

Mi stupisce che in Francia, uno dei paesi d’elezione della cultura gastronomica, questo tipo di indagine si faccia in solo due città… In Italia ogni tanto vengono chiusi dei locali in seguito alle ispezioni dei NAS e non credo che i “zozzoni” siano solo da noi. In seguito all’ispezione non hanno chiuso niente né a Parigi né ad Avignone?

maresa 44
maresa 44
16 Marzo 2016 23:32

Esperienza personale catastrofica alcuni anni fa, in Francia: per esempio il cameriere che raccoglie da terra le patatine e le porta tali e quali ad un cliente “fuori vista”! Sorvoliamo sui bagni…

luigi
luigi
17 Marzo 2016 12:27

due vacanze spese negli scorsi anni in Francia, per fortuna, zero problemi riscontrati, in ristoranti vari del sud-ovest del Paese.