
Da Esselunga il prezzo dell’olio extravergine dimezza. Sul volantino, un litro di olio Cirio viene proposto a 3,99 euro (promozione limitata a 160 mila bottiglie e non 1,6 milioni come riportato sul volantino e sulla foto). L’offerta è di quelle che non ti aspetti, ed è in controtendenza rispetto ai consistenti rincari del latte (+20% prezzo alla stalla), del cacao, del caffè e del grano duro.
“Si tratta – precisa Alberto Grimelli, direttore di Teatro Naturale, uno dei siti più seguiti del settore – di un vero sottocosto che non si vedeva da anni. Per i consumatori di extravergine abituati a pagare un litro di olio 10 euro è una notizia strabiliante. Probabilmente le offerte continueranno nei prossimi mesi, anche se Esselunga non è l’unica catena a proporre listini stracciati. Iper vende 35 mila bottiglie di olio Coricelli a 4,49 €, mentre Interspar vende la bottiglia da 750 ml firmata Monini a 3,69 euro (4,6 al litro)”.

Il prezzo dell’extravergine
Com’è possibile ridurre del 50% i listini per un prodotto di pregio? Per capire le motivazioni bisogna andare a Madrid, in Spagna, considerata la piazza dove si forma il prezzo dell’extravergine a livello internazionale. La borsa dell’olio registra ribassi consistenti sia per il buon raccolto, sia per l’importazione di grossi quantitativi di olio tunisino. Adesso un litro di olio EVO costa 4 euro. Facendo le dovute considerazioni sui costi di imbottigliamento e commercializzazione, possiamo dire che trovare sugli scaffali olio a 5 euro è possibile. Vuol dire che supermercati e produttori guadagnano poco.
L’offerta di Esselunga a 3,99 euro è però straordinaria perché è un vero sottocosto, che comporta una perdita di circa 80 centesimi a bottiglia (130 mila euro circa) che Esselunga condivide con Cirio. L’operazione ha molte analogie con le promozioni sui panettoni di Natale venduti da quasi tutte le catene in perdita e quindi un vero affare per i consumatori. Attenzione però, i prezzi scontati valgono solo per olio spagnolo, tunisino o comunque comunitario. Chi invece vuole comprare olio extravergine italiano deve sborsare ancora 10 euro, anche se questo non garantisce una qualità doppia.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, volantino Esselunga
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Faccio la spesa abitiualmente da Esselunga, ma il sottocosto lo evitavo anche quando ero in difficoltà economiche, perchè ci vuole un limite a tutto e l’Etica, come la coerenza, per me è un Valore.
https://wp.me/pjP1E-rXj
In pochi si comportano come lei .Complimenti per la sua serietà
Direi che oltre all’etica in questo caso c’è anche un NON valore del prodotto che dubito sia 100% italiano e soprattutto scade a metà agosto 25
Il prodotto non è italiano, è scritto chiaramente in etichetta. Ma fino a un mese fa anche l’olio UE costava 10 euro al litro. Sulla scadenza ravvicinata direi che si potrebbero fare alcune riflessioni, anche se Coricelli che fornisce a Cirio l’olio da noi interpellata precisa che il termine minimo di conservazione dell’olio è di 13 mesi dal confezionamento e che nei punti vendita si trovano anche bottiglie con termine minimo di conservazione datate gennaio 2026
È olio del precedente raccolto, deve per forza essere smaltito, quindi serve un abbattimento del prezzo
Non è proprio così
Comprato oggi scade a fine gennaio 26
confermo e sembra anche marzo 26 ma sta di fatto che all’assaggio è quasi inodore e insapore ! è questo che conta purtroppo
legga l’articolo è scritto chiaramente olio non italiano ps. la scadenza dell’olio evo deve essere circa 18 mesi max dal raccolto quindi non mi sembra vecchio. a esselunga non importa di vendere olio sottocosto ma di attirare clienti nel punto vendita
Ma cosa c’entra l’etica? Si tratta banalmente di una strategia promozionale messa in campo dal supermercato, che cerca così di attrarre il consumatore. Sanno benissimo farsi i loro conti, per cui sanno che vendendo sottocosto quel singolo prodotto si rifaranno sui maggiori volumi di spesa correlati all’aumento del numero di clienti, i quali ovviamente non si limiteranno di certo a comprare solo l’olio. Qui l’etica non c’entra nulla, la promozione resta sul groppone al produttore e al rivenditore, non a lavoratori o fornitori, per cui deve solo che far piacere a noi consumatori
Premesso che il produttore è il fornitore, spesso il sottocosto resta sul suo groppone, ma il produttore ha costi di produzione da far quadrare con i quali pagare i dipendenti, i fornitori ed avere un utile che gli garantisca la sopravvivenza ovvero la convenienza a tenere aperta l’azienda.
Permettere a chi lavora di avere un prezzo equo non rientra nell’Etica?
Come disse anni fa Giampiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo: “quando il latte 100% italiano si fa pagando ai produttori 0,20 €/l, non si consente agli allevatori di sopravvivere. Occorre valorizzare anche l’etica del prezzo”.
Scrisse tempo fa un’economista: “La legge dell’equo negli scambi non consente di pagare poco e di ricevere molto, sarebbe assurdo. Se si tratta col più basso offerente è quindi prudente aggiungere qualcosa per il rischio, così facendo si può prendere qualcosa di meglio poi.”
Pur lavorando in un settore non alimentare, anni fa raccontavo dinamiche simili:
“Non accetto aumenti di prezzo. Ragazzi, che stress lavorare su queste basi…”
https://wp.me/pjP1E-i8u
Ma siamo sicuri se se compro a prezzo pieno e non il sottocosto aumentano i ricavi del produttore? O aumenta lo stipendio della cassiera? O il padroncino che guida il camion dal centro logistico al punto vendita potrà lavorare 8 ore e non 12 per riuscire ad avere un reddito decente? E poi, siamo sicuri che il produttore è un contadino che vanga il suo campo o è invece una multinazionale agroalimentare? E cosa vuol dire vendere un prodotto sottocosto? Chi è capace di calcolare il prezzo pieno di un prodotto in un supermercato? Quante centinaia sono le variabili che entrano a far parte del prezzo di vendita, o è solo il prezzo d’acquisto da parte del supermercato? Non è semplice parlare di etica in un supermercato…
Forse è solo improprio.
Io aspetterei a stracciarmi le vesti per la vendita sottocosto. Hanno sempre un motivo valido per vendere a questi prezzi. Guardate le date di scadenza di quello che vi stanno vendendo. In questo periodo è abbastanza risaputo, si smaltiscono le scorte degli anni precedenti e quindi state comprando a un prezzo di mercato giusto. Tra 15 giorni queste offerte non le troverete più. Io ho fatto la scorta per l’olio del consumo da cucina. Tenendo comunque a mente che l’olio dopo due anni non vale più niente.
concordo
L’olio ”di un certo tipo” da qualche parte deve pur finire,di certo non viene buttato.Poi con il superintensivo all’estero fanno numeri da capogiro,e con costi abbattuti in tutta la filiera produttiva,un prodotto che facilmente dopo pochissimi mesi dalla trasformazione ha perso per strada le note positive per trasformarsi in negative.
Produco olio evo di alta qualità,anche da varietà rare a rischio estinzione,ricevo premi anche istituzionali sia in Italia che all’estero da università e dipartimenti agricoltura per la qualità e sono tecnico esperto di oli e sommelier di olio.
Ho un amico produce 2000q di olio lampante ( così classificato perché si usava per accendere le lampade e non ad uso umano) e lo vende tutto a industrie. Un giorno ci diranno dove va a finire tutto questo olio lampante visto che nemmeno nel Congo o nella foresta amazzonica l’illuminazione è ad olio ma a led.
Comunque sono contento che i prezzi tornino a 4 € sullo scaffale così non devo perdere tempo per differenziarmi…lo fanno già così,portandosi dietro i fanatici del basso costo che non hanno mai assaggiato un vero olio evo. Poi chi vuole capirlo,la nostra porta è quella dei nostri colleghi produttori è sempre aperta per raccontarlo,come sempre.
Non mi giovero’ della super offerta dell’ olio perché io acquisto solo prodotti italiani coltivati e lavorati in Italia.
Sottocosto? Grazie alla comunità europea, quello ITALIANO meno di 10 euro…non lo trovi.
Cosa centra la comunità europea in questa storia?
Bah!
Salve, se costa meno c’è un motivo. Comunque è sempre un “piacere vedere pseudo esperti pubblicizzare merce estera” non per fare campanilismo ma la scelta di un prodotto deve essere consapevole e non solo perché costa meno.
Io il sottocosto lo evito per tutti i prodotti. Se a scaffale c’è un prodotto con lo sconto allora Va bene. altrimenti sempre sotto costo non ci credo
Olio di vinaccioli per cucinare (ottimo da un punto di vista salutare)
Olio extravergine buono (e ben piu caro di 10€/l) per condire
Il risparmio fatto comprando prodotti di qualitá dubbia non vale
Io sono proprietario di 1300 alberi di Ulivo in rigoroso regime Biologico certificato, lo scorso novembre ho ammassato circa centocinquanta quintali di olive cultivar Nocellara Del Belice. Ho molito olive e venduto olio al frantoio locale per un prezzo di 10 euro/Litro. Mi chiedo come possa fare Monini/ Carapelli/ Cirio a piazzare oli a 4 euro/ litro e scrivere in etichetta che sono extravergine senza che esista ente in grado di controllare la veridicità di ciò che viene pubblicizzato.
Abbiamo spiegato nell’articolo che si tratta di un sottocosto e che comunque i prezzi sul mercato spagnolo sono scesi di molto e il mercato di Madrid fa da riferimento
Sono un amante dell’olio extravergine e di certo non userei mai il termine prodotto di pregio per questa tipologia di olio. Dubito fortemente che le olive usate siano italiane, come dubito che siano di qualità pregiata. Facile fare un sotto costo quando questi prodotti, per le particolarità sopra elencate, hanno costo al litro bassissimo. Certamente è una cosa interessante per chi ha possibilità economiche scarse,ma, purtroppo, è un problema per i piccoli e medi produttori italiani, che hanno olive loro e standard qualitativi elevati.
“Chi invece vuole comprare olio extravergine italiano deve sborsare ancora 10 euro, anche se questo non garantisce una qualità doppia”. Finale davvero infelice, considerando i controlli ai quali è sottoposta la filiera alimentare del 100% made in Italy. Da ilfattoalimentare mi aspettavo contenuti migliori di una sviolinata a prodotti che danneggiano la reputazione del vero olio extravergine (e probabilmente danneggiano anche la salute).
L’olio è buono perché ha ottime caratteristiche chimiche e sensoriali non perché è italiano, spagnolo o greco. Sono esclusi da questa categoria Dop e Igp. Dire che tutto l’olio extra vergine italiano è di qualità superiore è un non senso, la qualità è correlata alla zona, al sistema di raccolta, all’annata….
Caro dott La Pira, 80 centesimi per 1.600.000 bottiglie fa 1.300.000 non 130mila. È impensabile che Esselunga possa lontanamente pensare di sostenere anche metà di questo costo solo per un prodotto.
C’è un errore che di Esselunga sul volantino indicando inizialmente 1,6 milioni di bottiglie. Sono 160 mila.
Si ok ma non è di origine italiana… È di origine europea!!! Poi sembra sempre che ci facciano il favore ad abbassare i costi: la verità è che “i costi abbassati” di ora sono i costi normali di prima e sarebbero anche quelli giusti per un consumatore medio.
Da sempre compro olio extravergine con olive italiane possibilmente con olive di un solo territorio. Mai pagato meno do 8 euro a bottiglia. Credo che quello che si mangia non ammetta bassa qualità se si vuole evitare delle possibili patologie.
“I pezzi in vendita sottocosto sono 160 mila e non 1,6 milioni come indicato erroneamente nel volantino”. Errore in buona fede?
e poi, finchè sull’olio non ci sarà una etichtta dettagliata su tutti i parametri chimici che lo caratterizzano, compresi gli inquinanti, come faccio a confrontare? E l’italiano è davvero migliore, in base a che parametri? solo a quelli organolettici, soggettivi, o a quelli chimici, oggettivi? Vale il rapporto 10:4? Questo vale anche per vini e per qualunque alimento liquido o solido che sia! Ciao. Fab
Questi oli a basso prezzo noi li usiamo x cucinare, x condire in generale usiamo olio 100% italiano e xbun uso centellinato (insalate, bruschette, ecc.) ogni anno compriamo circa 15/20 litri di olio EVO direttamente da produttori siciliani o zone collinare qui a Verona, pagandolo logicamente anche più di 10 euro….
è così che si rovina l’olio italiano!!
Non positiva l’ultima affermazione sulla qualità doppio o meno dell’olio italiano lascia l’idea che sia uguale a quello tunisino o spagnolo e sappiamo bene che non è così forse va spiegato un po’ meglio
Dire che l’olio spagnolo cattivo , quello tunisino pure mentre quello italiano è buono vuol dire ragionare per categoria e nel settore alimentare non è così.
Io personalmente, giusto o sbagliato che sia, compro quasi esclusivamente prodotti italiani bio. In particolare per pomodoro lavorato, olio e latte ma anche per frutta e verdura prevalentemente di stagione olive e sott’olio in genere. Detto questo offerte di questo tipo non le prendo nemmeno in considerazione anche se giustamente vanno incontro a tante persone che non cercano l’eccellenza ma piuttosto occasioni di risparmio con prodotti di basso-media qualità.
Per come la penso io scelgo sempre prodotti italiani, inclusa la pasta con grano italiano. Preferisco aiutare in nostri produttori seri che non il mercato estero.
Devo ribadire che acquistai direttamente sul posto sia olio spagnolo che tunisino ma non lo trovai mai buono come quello italiano. Io lo prendo in Toscana ed è molto gradevole, poi ogniuno può dire quello che vuole.