Prosegue il disastro in Corno d’Africa, l’emergenza fame per centinaia di migliaia di bambini tra 12 milioni di persone senza cibo né acqua in Somalia, Etiopia, Gibuti, Kenya. La situazione è gravissima ed è urgente il bisogno di aiuti a cui ciascuno di noi può contribuire: 24€ per 391 bustine di cibo terapeutico pronto all’uso, tramite Medici Senza Frontiere.
Olivier De Schutter, Relatore Speciale ONU per il Diritto al Cibo, sottolinea che «questa crisi appare come una calamità naturale, ma in parte deriva dall’attività umana».
Già il 12 luglio Olivier De Schutter – insieme all’esperto indipendente ONU sulla situazione dei diritti umani in Somalia, Shamsul Bari – aveva sollecitato la comunità internazionale, da Ginevra, ad adottare le urgenti misure necessarie a fronteggiare la crisi in atto in Africa orientale. Milioni di esseri umani affamati a causa della peggiore siccità nella regione degli ultimi 60 anni.
«Gli abitanti della Somalia stanno ora vivendo la più grave tragedia umanitaria di cui si abbia notizia, ha evidenziato Bari. Il drastico aumento dei prezzi alimentari, i conflitti e l’insicurezza hanno provocato un enorme sfollamento della popolazione, con decine di somali che ogni giorno migrano in Etiopia, Kenya e Gibuti». E la comunità internazionale ha offerto a malapena il 50% degli aiuti richiesti.
De Schutter ha aggiunto che «a causa del cambiamento climatico, questi eventi saranno sempre più frequenti. Dobbiamo predisporre riserve alimentari di emergenza in posizioni strategiche. Dobbiamo riformare la “Food Aid Convention” che impone agli Stati di fornire supporto dove e quando una crisi emerga. E dobbiamo preparare meglio la comunità internazionale al rischio siccità, che i governi devono tenere in debita considerazione».
Questa crisi si poteva e si doveva prevenire, è sempre più chiaro ormai. E ogni ulteriore ritardo negli aiuti aggrava la responsabilità di chi ha ignorato che, già nella prima metà del 2011 i numeri dei bisognosi di urgente assistenza umanitaria sono più che triplicati rispetto all’anno precedente. Tre bambini su cinque in arrivo ai campi profughi in Etiopia sono in stato di grave denutrizione. In Kenya, nel primo trimestre 2011 sono state registrate pù morti infantili che nell’intero 2010. La quota dei bambini trattati negli ospedali di Mogadiscio è aumentata dal 3,5 al 46% solo tra aprile e maggio, secondo i dati della “World Health Organization” (WHO).
Servono al più presto cibo, acqua potabile e assistenza sanitaria. «Con una grave denutrizione che colpisce oltre un bambino su tre in questi paesi, l’inazione della comunità internazionale costituisce una grave violazione dei doveri connessi al diritto al cibo, ha riaffermato De Schutter. Il diritto internazionale impone agli Stati in condizione di offrire aiuti a fornirli con immediatezza, quando le vite siano in pericolo».
Dario Dongo
foto: Photos.com
Per maggiori informazioni:
Ten million people at risk of starvation in East Africa