Ogni anno in Italia, vengono ritirati dagli scaffali centinaia di prodotti alimentari, una delle cause è la presenza di corpi estranei. Questi possono provenire dal processo di lavorazione come nel caso di frammenti di semi o parti legnose di vegetali, pezzetti di ossa, parti metalliche staccate dai macchinari, plastica o vetro provenienti dalle confezioni o dai barattoli. Ci sono però anche insetti e sassolini che arrivano in modo accidentale.
In tutti i casi, si tratta di eventi estremamente sgradevoli per chi incorre in queste presenze inaspettate, da evitare con tutti i mezzi, sia per la sicurezza dei consumatori, sia per l’immagine dell’azienda. Tutte le industrie alimentari adottano una serie di sistemi e procedimenti utili a prevenirli. I più semplici sono i setacci – per rimuovere frammenti di vario tipo da una matrice omogenea – oltre ai metal detector, in grado di individuare corpi estranei di tipo ferroso. Più spesso per una maggior sicurezza, si impiegano sistemi di ispezione a raggi X, in grado di individuare frammenti di varia natura (pezzetti di ossi, metalli, sassolini…) in base alla differenza di densità fra la matrice alimentare e il corpo estraneo.
Fra gli strumenti più innovativi XSpectra è un sistema di rilevazione ideato dalla start-up Xnext, che utilizza i raggi X in modo innovativo, combinando tre tecnologie: fotonica, elettronica nucleare e intelligenza artificiale. “Il metodo – fanno sapere dall’azienda – a differenza di altri, sfrutta fino a 1024 livelli energetici dei raggi X, confrontando lo spettro di assorbimento con quello dell’eventuale contaminante. In questo modo è in grado di individuare i corpi estranei, ed è possibile ottenere in tempo reale, una quantità di informazioni sulla composizione, analizzando sia la forma fisica che la composizione chimica”.
Un’ulteriore innovazione apportata da Xnext è stata l’applicazione di un software di intelligenza artificiale che, dopo essere stato addestrato su un ampio set di prodotti e contaminanti, è in grado di distinguere il prodotto “in regola” da quello “contaminato”. La tecnologia Xnext è sul mercato da circa due anni e al momento conta 39 installazioni in Italia, Francia e Slovacchia. Campo di applicazione sono i settori: latticini, carne e carne processata, pasta ripiena, conserve, insalate e legumi in busta.
Ancora più recenti sono le innovazioni proposte da Antares Vision Group grazie alla tecnologia FT System. Il sistema permette di controllare l’integrità delle confezioni alimentari tramite spettroscopia laser, individuando fuoriuscite anche minime di gas. “Una confezione integra è necessaria per garantire la conservazione di un prodotto – precisa Fabio Forestelli, del consiglio di amministrazione di Antares Vision Group –, pensiamo per esempio a una pasta fresca. Il controllo viene solitamente fatto a campione, analizzando un certo numero di confezioni, scelte in modo casuale. Questa procedura non è molto efficace perché, nella maggior parte dei casi, la presenza di una confezione non ben sigillata non è da imputare a un lotto di buste fallato, ma piuttosto a un evento casuale, che interessa una singola confezione. La nostra tecnologia permette di individuare anche una minima fuoriuscita di gas, attraverso l’identificazione dell’anidride carbonica che può uscire da un microforo in prodotti confezionati in atmosfera controllata. Il sistema può essere applicato all’intera linea di produzione ispezionando il 100% delle confezioni.”
Questa tecnologia è utilizzata da 3-4 anni sia in Italia che all’estero e un’importante azienda, leader mondiale nella produzione di pasta fresca, la impiega in tutti gli stabilimenti, ma può essere applicata anche a linee di produzione di pizze, piadine, carne confezionata e snack per i distributori automatici.
Ma la vera “rivoluzione” sarà l’impiego delle microonde . “I raggi X – spiega Forestelli – individuano un corpo estraneo e lo segnalano se ha densità diversa dalla matrice alimentare. Il sistema però è poco efficace per individuare un sottile frammento di plastica in una matrice densa, come in un vasetto di crema al cioccolato. In questo caso la tecnologia con le microonde funziona bene, perché si basa sulla differenza di conducibilità elettrica”. Il metodo è stato messo a punto insieme all’Università di Torino e, per un paio d’anni, è stato testato internamente su diverse linee produttive. La nuova tecnologia si potrà applicare a qualsiasi alimento con una struttura liquida o semiliquida come: passate di pomodoro, latte, yogurt, salse, marmellate e creme spalmabili. Insomma, grazie alle nuove tecnologie sarà sempre meno probabile trovare corpi estranei all’interno delle confezioni dei prodotti acquistati al supermercato.
© Riproduzione riservata. Foto: Xnext, Fotolia, iStock
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.