Il 27 settembre l’Agenzia nazionale della sicurezza sanitaria francese (ANSES) ha pubblicato due rapporti sulla valutazione del rischio relativi alla presenza di bisfenolo A (BPA) nei materiali a contatto con alimenti. I documenti evidenziano gli effetti dannosi del BPA sulla salute emersi da studi condotti su animali, e i sospetti emersi da ricerche realizzate su esseri umani anche a bassi livelli di esposizione. L’Agenzia ritiene che esistano prove scientifiche sufficienti per porre come obiettivo prioritario la riduzione dell’esposizione delle fasce di popolazione più suscettibili (donne in gravidanza e bambini piccoli). Il documento pone anche la prospettiva di sostituire l’uso del bisfenolo A in ambito alimentare.
Dopo la pubblicazione del dossier, il 12 ottobre l’Assemblea nazionale francese ha approvato un disegno di legge che vieta l’uso di BPA a partire dal 2014. Il provvedimento prevede il bando della sostanza da tutti gli imballaggi alimentari. E’ invece immediato l’obbligo di un avviso in etichetta che indica la presenza di BPA per oggetti destinati a donne incinte o bambini di età inferiore ai tre anni.
Le misure legislative adottate hanno immediatamente scatenato critiche da parte dell’industria delle materie plastiche. Secondo l’associazione di categoria Plastics Europe il nuovo divieto potrebbe distorcere il mercato interno europeo influenzando le scelte dei consumatori.
Il settore industriale sostiene che l’ANSES avrebbe frainteso le informazioni esistenti sul BPA, elaborate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare europea che, a parere dell’industria, sostanzialmente scagionerebbero il bisfenolo A (vietato dalla Commissione Europea nei biberon dal 2011, dopo il parere EFSA). Alla luce della valutazione francese, la Commissione europea ha deciso di chiedere all’EFSA se esistono nuovi dati che possono portare a riconsiderare la valutazione tossicologica sul BPA pubblicata nel settembre 2010.
Valeria Nardi
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