Il biossido di titanio (E 171) non può essere considerato sicuro come colorante alimentare perché non si escludono problemi di genotossicità. È questa la conclusione a cui sono giunti gli esperti dell’Efsa nell’aggiornamento sulla valutazione relativa alla sicurezza dell’additivo. “Il biossido di titanio – precisa Francesco Cubadda dell’Istituto superiore di sanità – viene utilizzato in alcuni prodotti da forno, nelle caramelle e si trova anche in minestre, brodi, salse e creme da spalmare. Di solito viene utilizzato per accentuare la colorazione bianca e migliorare l’aspetto”. Trattandosi di prodotti consumati frequentemente da bambini la classificazione di genotossicità è ancora più inquietante. Alla decisione si è giunti durante la rivalutazione che L’Efsa fa periodicamente, soprattutto quando ci sono nuovi dati. Per il biossido di titanio ci sono state diverse polemiche negli ultimi anni, in seguito a lavori scientifici che lo mettevano sotto accusa. In Francia, ad esempio, in uno studio svolto dall’Istituto nazionale francese per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente (Inrae), è stato dimostrato che il biossido di titanio è in grado di attraversare la placenta e raggiungere il feto.
Maged Younes, presidente del gruppo di esperti Efsa precisa che “L’elemento critico è che non abbiamo potuto escludere problemi di genotossicità dopo il consumo di particelle di biossido di titanio. L’assorbimento delle particelle è basso, tuttavia possono accumularsi nell’organismo”. Matthew Wright, membro del gruppo di esperti scientifici FAF e presidente del gruppo di lavoro Efsa sull’E 171, ha dichiarato: “Sebbene le prove degli effetti tossici generali non fossero conclusive, sulla base dei nuovi dati e dei metodi rafforzati non potevamo escludere una preoccupazione per la genotossicità e, di conseguenza, non siamo riusciti a stabilire un livello sicuro per l’assunzione giornaliera dell’additivo alimentare”. La classificazione di genotossico, attribuita alle sostanze in grado di danneggiare il Dna cellulare e avere effetti cancerogeni, non permette di stabilire una dose giornaliera accettabile. In altre parole vuol dire che non dovrebbe essere utilizzato per gli alimenti.
La valutazione è stata condotta seguendo una metodologia rigorosa, e prendendo in considerazione molte migliaia di studi che si sono resi disponibili rispetto alla valutazione nel 2016, comprese nuove prove scientifiche e dati sulle nanoparticelle. “A questo punto – continua Cubadda – i gestori del rischio presso la Commissione europea sono stati informati delle conclusioni dell’Efsa, e valuteranno le azioni appropriate da intraprendere per garantire la protezione dei consumatori. Presumibilmente si arriverà a un divieto di impiego abbastanza presto”.
Le organizzazioni di consumatori europee riunite nel Beuc, hanno chiesto da tempo alla Commissione Europea di vietare il biossido di titanio applicando il principio di precauzione secondo cui finché non si hanno certezze su una sostanza non bisognerebbe concederne l’utilizzo. Due anni fa era stata anche promossa una petizione da parte di SAFE, Safe Food Advocacy Europe, un’organizzazione no-profit con sede a Bruxelles impegnata nel proteggere i consumatori di tutta Europa, che ha raccolto quasi 90 mila firme, per sollecitare gli esperti della CE e degli Stati membri a sostenere il divieto di impiego di questo colorante (ne abbiamo parlato qui).
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Il dott. Francesco Cubadda dell’Istituto superiore di sanità, nell’elencare gli alimenti che possono contenere l’E171, casualmente? dimentica che detto colorante è utilizzato come rivestimento delle compresse di parecchi farmaci, che i malati cronici devono assumere quotidianamente, cosa che non è detto accada per gli alimenti. Il che è estremamente grave, ma qui, in Italia, sembra che nessuno si ponga il problema.
Vero tantii medicinali di uso quotidiano come faccio io con Omeoprazolo ed Esaomeprazolo sono inutilmente contaminati col titanio!!! Non aspettiamo che Big Pharma accolga le raaccomandazioni qualcuno faccia una WhiteList o BlackList dei medicinali titanizzati …. daje
Efsa si occupa degli alimenti. Semmai deve essere Ema a valutare quest’altro aspetto
“Il biossido di titanio – precisa Francesco Cubadda dell’Istituto superiore di sanità – viene utilizzato in alcuni prodotti da forno, nelle caramelle e si trova anche in minestre, brodi, salse e creme da spalmare. Di solito viene utilizzato per accentuare la colorazione bianca e migliorare l’aspetto”
Si è dimenticato di citare la presenza anche nella quasi totalità di FARMACI in pillole, capsule, tavolette.
Lo trovo leggermente più significativo rispetto al brodo e le minestre.
L’articolo si riferisce all’utilizzo di TiO2 come additivo alimentare (E171) in quanto questo é il soggetto dell’opinione scientifica di EFSA (autorità Europea per la sicurezza alimentare). Ne consegue che il dottor Cubadda, che ha fatto parte dei gruppi di lavoro che hanno condotto la valutazione, intervistato in ambito EFSA ne commenti l’utilizzo negli alimenti – e non come componente/colorante di farmaci o integratori. Poi tutti d’accordo che a questo punto sarebbe meglio evitarne l’utilizzo, che é puramente tecnologico/commerciale, in farmaci, integratori e dentifrici.
L’Echa classifica, con classificazione armonizzata, il biossido di titanio come H351, ovvero cancerogeno di categoria 2, e non genotossico. Tra l’altro la classificazione H351 vale se il biossido di titanio contiene più dell’1% di particelle con diametro aerodinamico minore di 10 μm. Ora è chiaro che quest’ultima affermazione si riferisce alla pericolosità per inalazione e non per ingestione, ma Echa, e le oltre 16000 aziende che hanno registrato la sostanza immettendone sul mercato oltre una tonnellata l’anno, dovrebbero aver valutato anche quella per ingestione. Perché negli studi degli ultimi 10 anni serviti per la registrazione questa cosa della genotissicità per ingestione non è mai emersa?
È veramente “piacevole” imparare che il biossido di titanio può avere effetti genotossici, considerando che da quasi quarant’anni assumo un farmaco per l’aritmia contenente tale sbiancante.
Come fatto notare dai gentili commentatori qui sopra, la “dimenticanza” del Sig. Cubadda dell’Istituto Superiore di Sanità è interessante.
GIUSTO I FARMACI ,L’ho pensato subito anch’io.Robe da matti,ma io già lo sapevo che faceva male,come fan finta di niente L’OMS mi domando,visto che c’è in quasi tutti i farmaci.
Anch’io mi sono spesso posta il problema degli additivi nei farmaci.Credo che se ne debba parlare di più.
personalmente m’ero già allarmato prima di quando in Francia hanno cominciato a prendere misure contro tale sostanza, perché mi era capitato di leggere articoli scientifici che la mettevano all’indice (ed è proprio la sua presenza in molti farmaci la faccenda che preoccupa di più).