Il biossido di silicio, additivo alimentare indicato con la sigla E551, potrebbe favorire la celiachia. È quanto risulta da una ricerca che ha coinvolto l’istituto francese INRAE (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente) e la canadese McMaster University.
Lo studio, condotto sui topi, ha dimostrato che l’esposizione a questo additivo provoca una riduzione del numero di cellule intestinali che producono sostanze attive contro l’infiammazione, con il risultato di favorire l’infiammazione intestinale in risposta a proteine alimentari. Questo, in persone geneticamente predisposte, potrebbe favorire l’insorgenza della celiachia, patologia caratterizzata da infiammazione dell’intestino, dovuta a una reazione immunitaria contro il glutine.
Dove si trova il biossido di silicio
Il biossido di silicio, considerato “poco raccomandabile” nella banca dati sugli additivi di Altroconsumo, è utilizzato come antiagglomerante per evitare la formazione di grumi in diversi prodotti in polvere. Si trova per esempio nelle capsule per il caffè al ginseng e altre bevande calde. È anche ingrediente di diversi integratori, come Enterolactis plus o Multicentrum, e di un dispositivo medico come XL-S, utilizzato per dimagrire.
Gli autori della ricerca segnalano inoltre che questa sostanza viene utilizzata nei processi produttivi di alcuni alimenti e in questi casi, non essendo un ingrediente bensì un coadiuvante tecnologico, non è indicata nell’elenco ingredienti, nonostante possano rimanerne tracce nel prodotto finale. Quindi l’esposizione complessiva a questa sostanza potrebbe essere più alta di quel che possiamo immaginare.
Forse non si tratta di una scoperta determinante per le nostre scelte quotidiane, ma pare piuttosto l’ennesima conferma del fatto che gli alimenti ultra processati, ricchi di additivi di vario genere, possono avere effetti negativi per la salute (ne abbiamo parlato anche in questo articolo sulle conseguenze degli alimenti ultra trasformati).
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Ottimo giornale, molto interessante e istruttivo
Sono celiaca nata nel 1949 quando non c’erano questi prodotti contenenti biossido di silicio.
Gentile Maria Rosa, la celiachia è nota da tempo e non è certamente causata in modo diretto dal biossido di silicio. La ricerca di cui parliamo indica però che questo additivo potrebbe favorire l’insorgenza di infiammazioni intestinali correlate cn la celiachia.
Gentile Signora, sicuramente non tutti i celiaci dipendono dal biossido di silicio, ma sicuramente il biossido di silicio crea infiammazione intestinale e malattie autoimmuni. Pensi a quante patologie dell’intestino ci sono oggi che sicuramente nel 1949 non c’erano. Oggi quasi ogni persona ha problemi all’intestino o malattie autoimmuni…ci sarà un perché?
Non avete scritto che molti farmaci e integratori, il cui uso dovrebbe avere come scopo il recupero della salute, contengono questo “veleno”; probabilmente perché così conviene ai produttori, ai quali è più caro il profitto.
“incredibilmente”, aggiungo che, come per il biossido di titanio, questi additivi alimentari vengono presi in considerazione dalle autorità sanitarie solo in ambito alimentare e non in quello farmaceutico, per cui possono essere inibiti alle industrie alimentari e dimenticati a favore di quelle farmaceutiche. della qual cosa non riesco proprio a capacitarmi…
vero per il biossido di titanio (da poco però, la Francia intervenne molto prima di noi) ma in questo caso – il biossido di silicio – è usato anche negli alimenti
Consiglio di scrivere usando anche la dicitura che compare sui bugiardini, in questo caso silicon dioxide. Tradotto come biossido (o diossido) di silicio.
Oltrechè in “…Enterolactis plus o Multicentrum, e di un dispositivo medico come XL-S…” è presente nell’unico rimedio ayurvedico per l’ipertensione (Navahridaya Kalpa) nella quantità di 1.00 mg per dose giornaliera (ma non viene precisato, erroneamente, se si riferisce alla dose minima o massima consentita).
Anche Il Salvagente – come AltroConsumo – ha approfondito il problema, qui:
https://ilsalvagente.it/2023/03/21/quali-sono-le-controindicazione-dellutilizzo-di-biossido-di-silicio/
Speriamo solo che non vengano confermati i risultati dello studio, perché a me pare, diversamente dal biossido di titanio, un problema serio per l’uso frequente che ne viene fatto.
Molti integratori di uso comune venduti anche nei supermercati contengono tra gli altri ingredienti biossido di silicio. Tanto per non fare nomi il ginko forte della longlife (120 mg), il mirtillo nero della matt divisione pharma 24 capsule 250mg, e la vit.B12 1000 sublinguale principium bios Line. Dopo averli acquistati ho scoperto tra gli agenti antiagglomeranti il biossido di silicio in modo sempre poco leggibile se non si ha una lente di ingrandimento. Sembra che il biossido di silicio sia utilizzato anche come frenante di schiuma per prodotti alcolici. In Francia il biossido di titanio è stato proibito in Italia gira ancora insieme al talco presente in molti prodotti farmaceutici.
Sugli additivi c’è poca attenzione. Cui prodest???
Il talco nei farmaci?
Si nel Neuraben complesso di vitamine B venduto in farmacia è presente anche il talco.
In quale prodotti viene comunemente impiegato come coadiuvante tecnologico e, considerato quindi quanto previsto dal Reg. EU 1169/2011, non deve essere dichiarato in etichetta?
Ho la stessa domanda, chissà se la Redazione sa risponderci … grazi.
Gentile Ale, come ha scritto Raffaele, il biossido di silicio viene utilizzato come coadiuvante tecnologico, per esempio, per rimuovere proteine e lieviti durante la produzione del vino e della birra. Oltre a questi utilizzi, lo troviamo come ingrediente soprattutto nelle capsule del caffè e in diversi integratori. Nel data base di Open food fact (https://ch-it.openfoodfacts.org/additive/e551-biossido-di-silicio) è possibile fare una ricerca in base all’ingrediente e risulta presente in prodotti come noodle istantanei e condimenti in polvere.
informazione utilissima che non viene mai da chi dovrebbe essere data da enti che compongono la sanita’ pubblica
Bene a sapersi. Molto interessante! Grazie.
Bisognerebbe approfondire l’argomento, perchè potrebbe essere causa di tutti queste intolleranze che si hanno. Dall’ intolleranza al lattosio alla celiachia. Il fatto che le direttive non prevedano che venga inserito negli allergeni è una grave mancanza. Serve più regolamentazione.
Grazie del vs. instancabbile lavoro per la protezione sull’alimentazione. Dio vi benedica