Bread, flour bag, wheat and measuring cup on black

Orzo, mais e soia e altre materie prime hanno registrato tassi di aumento dei prezzi fino al 50% nel mese di maggio 2021 rispetto a ottobre 2020. Un aumento su cui hanno inciso, seppur in modo indiretto, le quotazioni del petrolio , in molti casi oltre i massimi rispetto a un anno fa. Altre cause potrebbero essere  la lievitazione dei costi dei noli e dei container, rispettivamente triplicati e sestuplicati rispetto al 2020. Sono spinte che per il momento ricadono sulle spalle dell’industria alimentare ma che presto potrebbero abbattersi sui prodotti finiti e quindi sui consumatori.

È questo l’allarme lanciato da Federalimentare, fotografando una situazione che, almeno per il momento, è tutta sulle spalle dell’industria. Le imprese stanno vivendo una fase paradossale dopo avere assicurato le forniture ai mercati in un anno difficilissimo come il 2020, non si trovano ancora nella fase auspicata di una progressiva ripresa. Per questo, in molti comparti la preoccupazione inizia a farsi sentire. Sul fronte molitorio, un comparto di prima trasformazione, le cose sono andate inevitabilmente peggio della media. Mentre l’industria alimentare ha evidenziato un aumento medio dei propri prezzi alla produzione del +0,9% nel tendenziale marzo 2021/20, la “lavorazione delle granaglie” ha segnato in parallelo un aumento cinque volte superiore, pari al +4,5%. Accanto a quello molitorio, c’è un altro comparto di prima trasformazione, quello dei “prodotti per l’alimentazione animale”, che nel tendenziale di marzo è arrivato al +6,6%, con una punta ulteriore e specifica dei “prodotti per gli animali da allevamento”, che si sono spinti fino al +7,5%. Anche la pasta ha subito un’accelerazione dei propri prezzi alla produzione: dal +0,3% del tendenziale di dicembre al +2,9% di marzo.

pasta grano Materie prime
Materie prime: l’industria alimentare non può caricarsi, da sola ogni tensione di costo

“È chiaro che l’industria alimentare – precisa Ivano Vacondio presidente di Federalimentare – non può caricarsi, da sola,  ogni tensione di costo: tutta la filiera deve fare la sua parte se vogliamo superare questa crisi senza che il consumatore ne risenta. Se le cose rimangono come sono ora, presto le preoccupazioni sull’aumento dei prezzi dei prodotti che finiscono sugli scaffali si trasformeranno in realtà”.

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Claudio
Claudio
27 Maggio 2021 11:52

“prodotti per l’alimentazione animale”, che nel tendenziale di marzo è arrivato al +6,6%, con una punta ulteriore e specifica dei “prodotti per gli animali da allevamento”, che si sono spinti fino al +7,5%.”

Bene.