Il dottor Lemme, spesso ospite di Barbara D’Urso, è un farmacista che inventato un controverso “metodo” per perdere peso

Alcuni anni fa in tv impazzavano cuochi che dissertavano di prodotti alimentari e cibo, spaziando su diete e calorie. Poi la stagione degli chef è passata di moda, e i più famosi hanno imparato a condurre gare gastronomiche e a fare spot di patatine. Adesso sul piccolo schermo c’è un nuovo gruppo di veri esperti (non proprio in scienza dell’alimentazione) pronto a discorrere di nutrizione e salute, fino a proporre diete a persone desiderose di mangiar bene senza guadagnare peso. Se 50 anni fa il famoso programma Non è mai troppo tardi del maestro Alberto Manzi insegnava a leggere e scrivere a milioni di persone, oggi ci sono i maestri della dieta e della sana alimentazione che guidano masse di ascoltatori alla ricerca della formula magica da adottare a tavola. Se verificare la validità dell’insegnamento di Manzi era facile, cercare di decodificare i messaggi nutrizionali televisivi è complicato.

Un esempio abbastanza noto è quello del farmacista Alberico Lemme, ospite di Barbara D’Urso nel programma Domenica Live, che esprime pareri su diete e alimentazione in libertà. Il metodo inventato dal controverso farmacista, promette dimagrimenti notevoli in poco tempo. Il regime non prevede attività fisica e nemmeno restrizioni nella quantità dei cibi, perché il suo inventore ritiene le calorie un concetto superato. Le teorie sono talmente stravaganti, che per porre freno alla situazione imbarazzante, l’Ordine dei medici ha annunciato di voler intraprendere iniziative per verificare eventuali illeciti civili, penali e deontologici a carico del farmacista.

Spesso in televisione compare anche il dottor Mozzi, ideatore della dieta dei gruppi sanguigni

Un altro personaggio pubblico ospite di diversi programmi tv è il dott. Piero Mozzi, promotore della dieta del gruppo sanguigno, descritta molto bene nel suo libro classificato come best seller 2015 su Amazon. Mozzi sconsiglia, nella maggior parte dei casi, il latte e riporta strette connessioni tra l’assunzione del prodotto con l’Alzheimer e varie tipologie di tumori.

Nella lista degli opinion leader dell’ambito alimentare spicca Giovanni Floris conduttore de programma tv Di Martedì. All’attivo del brillante giornalista, che si ascolta volentieri quando tratta di politica, ci sono decine di terribili servizi realizzati dalla redazione “scientifica” sul mondo alimentare e sull’igiene in casa. Il più delle volte i servizi sono finalizzati a creare solo allarmismo. La gente guarda incredula, commenta e poi corre in cucina, in bagno, in camera da letto per vedere se esistono davvero i batteri responsabili di svariate e infauste patologie che spaziano dal tumore, alla diarrea, dal mal di pancia all’allergia. Il commento in studio di solito viene affidato a due biologhe, che avvallano il contenuto delle mini inchieste, creando tra gli  ascoltatori un clima di paura.

Il programma Le Iene su Canale 5 periodicamente contribuisce a creare un clima allarmistico con servizi sensazionali dai risvolti incredibili che fanno il botto. Basta citare la vicenda del concentrato di pomodoro cinese importato in Italia che racconta un sacco di storielle improbabili prive di riscontri. Un certo scalpore ha destato la puntata sulla dieta vegana proposta come rimedio contro il cancro.

È famoso il servizio delle Iene sul concentrato di pomodoro importato dalla Cina

Un altro personaggio molto apprezzato dal grande pubblico è l’epidemiologo Franco Berrino che, forte di un passato all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, propone nelle conferenze e nel corso delle interviste tv, le sue strane teorie sul latte tossico e sulla farina bianca definita come un “veleno” e in grado di favorire diverse patologie come il diabete e persino tumori. Quest’ultimo concetto ribadito da Berrino anche di recente alla tv Svizzera, è stato vivacemente smentito dallo stesso Istituto nazionale dei tumori, che ha preso una posizione molto chiara e dura contro le assurde dichiarazioni.

C’è da chiedersi se lo spazio in tv dipende dalla validità (dimostrata) delle teorie sostenute o dalla loro stranezza? E a proposito di spazio, anche  il modo di presentare e dare visibilità ai personaggi merita qualche considerazione. Interessante è il caso di Marco Bianchi ospite del programma La prova del cuoco di Antonella Clerici con all’attivo una decina di libri di ricette. Bianchi è un personaggio molto gettonato, spesso intervistato oltre che autore di articoli su alcune testate dove dispensa consigli. A dispetto del titolo di “chef scienziato” assegnato a Bianchi in uno spot del pomodoro De Rica, il suo curriculum indica un diploma di maturità e un corso triennale di “tecnico di ricerca biochimica” presso l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. L’impiego presso la Fondazione Veronesi consiste invece nell’affiancare una biologa nutrizionista che tiene lezioni nelle scuole e in aziende. Basta dunque questo per presentarlo, come spesso viene fatto, come uno “scienziato” o un “esperto nutrizionista”?

L’epidemiologo Franco Berrino compare spesso in TV  per raccontare strane teorie su latte e farina bianca. Ma viene smentito dall’Istituto tumori di Milano

In questa situazione dove visibilità e autorevolezza non sempre vanno di pari passo, e dove diete e alimentazione diventano temi di intrattenimento, la confusione regna sovrana. Per fronteggiare le molteplici e incontrollate scuole di pensiero,   dovrebbe esserci un Ministero della salute in grado di intervenire. In Italia mancano prese di posizione autorevoli per contrastare le strane teorie nutrizionali amplificate dai media e non supportate da una validità scientifica. Ci sono gravi ritardi anche sul fronte della documentazione. Basta ricordare le “Linee guida per una sana alimentazione degli italiani” che da 14 anni aspettano di essere aggiornate. Si tratta di un lavoro affidato tempo fa al Crea Nut (struttura pubblica che ha inglobato al suo interno lo staff dell’ex Inran).

Disquisire di nutrizione sul piccolo schermo e dispensare consigli per il pranzo o la cena non è un diritto. La scelta degli ospiti nei programmi tv non può quindi essere fatta in funzione della capacità di aumentare l’audience, perché la nutrizione non è un argomento dove è lecito diffondere informazioni sbagliate o inventare e disseminare nuove teorie. Gli insegnamenti sbagliati possono indurre comportamenti alimentari scorretti  o sfiducia e scetticismo nei confronti delle  raccomandazioni più autorevoli.

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Francesco Fratto
4 Marzo 2017 10:08

Nonostante il fine dell’articolo sia encomiabile, penso che porre sullo stesso piano le teorie azzardate di Lemme (da farmacista mi imbarazza annoverarlo tra i colleghi) e i consigli del Prof. Berrino sia un discutibile azzardo giornalistico. Probabilmente il Prof. Berrino ha un modo “colorito” di trattare alcuni argomenti (sempre comunque sostenuti da un’ampia documentazione scientifica) ma ridurre il suo intento divulgativo a “strane teorie sul latte tossiche” è una semplificazione giornalistica di dubbia correttezza.

Francesco Fratto
Reply to  Francesco Fratto
4 Marzo 2017 13:04

Sulla necessità di utilizzare un linguaggio professionale quando si affrontano temi in campo medico e salutistico sono d’accordo con lei. Tuttavia, proprio per il fatto che lo stesso Berrino le abbia risposto in commento ad un suo articolo, portando studi clinici e relativa bibliografia a sostegno delle sue tesi mi pare che sia un comportamento che lo debba distinguere da altri personaggi di tutt’altro spessore citati nel suo articolo.
Essendo io un suo attento lettore, preferirei capire per esempio, perché lei consideri “strane” le teorie sul latte di Berrino. Io pur cercando di restare costantemente aggiornato sull’argomento (ho un figlio di 8 anni che si alimenterebbe solo a latte…) faccio molto fatica a prendere una posizione definitiva.
Grazie in ogni modo per la sua cortese risposta ed attenzione.

Francesco Fratto
Reply to  Francesco Fratto
4 Marzo 2017 14:41

Grazie del link. L’articolo in questione è molto interessante ed esaustivo. Purtroppo mi era sfuggito, pur frequentando assiduamente il Fatto alimentare. Ci sono molti spunti, anche bibliografici che ritengo mi saranno utili anche nella mia professione.
Leggo che anche il dott. Sculati accredita Franco Berrino come “uno dei maggiori esperti di epidemiologia nutrizionale in Italia”, cosa che, unita alla presa di posizione nel suo articolo e ad alcune interviste (a questo punto) eccessive che girano su youtube dello stesso Berrino, genera in me un senso di profonda frustrazione dal momento che rende evidenti le tante insidie del web e della comunicazione digitale.
Evidentemente ho tratto conclusioni affrettate, anche nei suoi confronti (che non avrei potuto comprendere pienamente se lei non mi avesse dedicato queste righe).
Per questo mi scuso e la ringrazio nuovamente per il suo tempo e la sua attenzione.

Carlo
Carlo
Reply to  Francesco Fratto
5 Marzo 2017 10:44

Michele Sculati definisce Berrino : ”Franco Berrino, uno dei maggiori esperti di epidemiologia nutrizionale in Italia (adesso in pensione ma per anni responsabile Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale tumori di Milano) ” . Roberto La Pira , tecnologo alimentare, a proposito di Berrino scrive: “compare spesso in TV per raccontare strane teorie su latte e farina bianca”, a poi cita ad esempio un articolo di Sculati. “Le parole hanno un senso preciso e anche un peso notevole quando si disserta di certi argomenti” scive La Pira, e dovrebbero dare un coerenza semantica!

vincenzo
vincenzo
Reply to  Francesco Fratto
6 Marzo 2017 12:04

Per la cronaca: Berrino partecipa a numerosi convegni scientifici accreditati ma espone le sue colorite teorie soltanto in tv o in qualche libro.

Chi si occupa di scienza sa benissimo che la prima regola prima di esporre una tesi è documentarla.

ezio
ezio
4 Marzo 2017 11:18

Per la cronaca, oggi i veri danni alimentari non vengono dai ricercatori citati nell’articolo omnicomprensivo ed estensivo di La Pira, ma da un regime dietetico vegano spinto e fanatico, senza conoscenze ed integrazione personale, in base all’età, lo stato di salute e le esigenze individuali.
Regime ideologico non divulgato da nessun guru televisivo, diffusosi per i sani e condivisi principi a cui s’ispira, ma rischioso senza alcuna conoscenza dietetica ne qualitativa sugli alimenti vegetali consumati.
Così come l’impiego d’ingredienti e processi produttivi deleteri e pericolosi per la salute, che sono spacciati direttamente per ottimo cibo dalla pubblicità televisiva martellante, senza che i nostri benemeriti dietologi e nutrizionisti di grido, facciano sentire la loro autorevole voce scientifica.
Non sempre, ma a volte un pioniere indipendente come un giornalista indipendente, ci possono indicare i limiti del sistema imperante e connivente.

LORETO
4 Marzo 2017 12:29

Grazie per l’articolo. Finalmente. Sono un dietista e nutrizionista e condivido pienamente tutto quello che ha detto.

Sergio
Sergio
4 Marzo 2017 15:12

SI STA PARLANDO di un modo di fare informazione intorno all’alimentazione ponendo sullo stesso piano persone che non rispettano criteri scientifici e persone che invece su di essi si basano. Il problema è un altro: la montagna di disinformazione e di propaganda che viene messa in atto continuamente tramite i media e i messaggi pubblicitari da parte delle grandi multinazionali della produzione e distribuzione del cibo. Sono queste organizzazioni che portano avanti una cultura del modo di alimentarsi del tutto sbagliata e antisalutare. Questa è la cosa che prima di tutto va detta.

Daniele
Daniele
4 Marzo 2017 15:20

Sono in pieno accordo con quanto scritto nell’articolo, ma ancora prima mi chiederei: come è regolamentata la figura del “nutrizionista” in Italia?. In pratica non è regolamentata. Anche mia mamma potrebbe darsi questo titolo. Provate a vedere quante ore di tirocinio clinico fanno quelli che poi si fregiano del titolo di biologo nutrizionista. Sono praticamente 0! Solo dietisti e medici vedono veri casi clinici durante il loro percorso universitario . I dietisti completano un ciclo di circa 1800 ore di tirocinio. Per concludere, chiunque può diventare biologo nutrizionista: farmacisti, biologi, laureati in scienze motorie, tecnologi alimentari, laureati in economia e cultura dell’alimentazione ecc ecc. Basta solo che si facciano due anni di laurea magistrale in nutrizione umana. Ma studiare anatomia e a volte patologia sui libri, non può autorizzare a trattare pazienti reali. Purtroppo lo sappiamo, l’Italia è una Repubblica fondata sul “chi se ne frega”!

Francesca
Francesca
Reply to  Daniele
4 Marzo 2017 16:45

Daniele che ti piaccia o no il Biologo può occuparsi di nutrizione…

Legge 396/67
Art. 3: Individua l’oggetto della professione al comma b)
…………Omissis……………
b): valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo,
degli animali e delle piante
…………Omissis……………
DPR 328/2001
Art. 31: definisce e caratterizza l’attività professionale del biologo iscritto
…………Omissis……………
h): Problemi di genetica dell’uomo, degli animali e delle piante e
valutazione dei loro bisogni nutritivi ed energetici

Elena
Elena
Reply to  Daniele
4 Marzo 2017 22:22

Intanto senza un medico le tue 1800 ore di tirocinio sono inutili, perchè non puoi veder pazienti senza prescrizione medica, cosa che può fare invece un nutrizionista. Poi nel corsuccio di magistrale che tu disprezzi si studiano anche fisiologia e patologia, esattamente come per il dietista. E sai, prima della magistrale ‘solitamente’ si frequenta una triennale, dove si imparano nozioni di biochimica e fisiologia che neanche ti immagini. L’iscrizione all’albo comporta anche l’obbligo di formazione continua tramite corsi di aggiornamento e siccome non siamo tutti fessi, c’è chi il tirocinio se lo fa al di fuori dell’università, volontariamente. Vale forse meno delle tue 1800 ore obbligatorie? Infine, tra tutti questi personaggi espertoni non c’è UN nutrizionista che ha osato uscire dal vasino, come si suol dire. Cosa te la prendi a fare con questa categoria allora? Sei proprio fuori luogo, hai toccato l’unica figura che di nutrizione se ne intende eccome. Perciò non diciamo cavolate e che tua madre, con rispetto, continui a fare il suo lavoro che i nutrizionisti continueranno a fare il loro a testa alta.

Rita
Rita
Reply to  Daniele
5 Marzo 2017 02:43

Pienamente d’accordo!!!!

Laura S.
Laura S.
4 Marzo 2017 19:53

Interessante l’articolo di Sculati. Però, se una persona prende posizione sul consumo di latte o di prodotti derivati da farine, mi sentirei più tranquilla se lo stesso non fosse un consulente di due delle più grandi catene di prodotti caseari e da forno.
Aggiungo, inoltre, che le posizioni di Berrino sono sempre supportate da studi seri, niente di assimilabile ai vari “esperti” improvvisati che, e qui concordo con Lei, La Pira, ormai si avvicendano in modo vergognoso in ogni spazio televisivo.
A questo proposito, vogliamo dimenticare la signora Lambertucci che da anni pubblica, con successo di pubblico e grande riscontro economico, libri di diete e consigli alimentari di ogni sorta e viene spesso invitata come esperta in trasmissioni che riguardano la salute?
Bisogna però anche dire che di strafalcioni da parte di soloni con tanto di laurea ne sentiamo tutti i giorni.
In buona sostanza, a mio avviso non è tanto un problema di titolo accademico, quanto di reale conoscenza e serietà di chi trova ospitalità in uno spazio pubblico, che, proprio perché tale, dovrebbe essere luogo rigidamente selezionato, ma dove invece, stante il grande business legato al tema dell’alimentazione e delle diete, ci si preoccupa solo di fare audience (= tanti bei soldini…) a nostro discapito).

vincenzo
vincenzo
Reply to  Laura S.
6 Marzo 2017 12:09

Laura, potrebbe citare uno degli studi seri di Berrino in cui vengono dimostrare queste tesi?

ezio
ezio
5 Marzo 2017 11:06

Leggo commenti che ricalcano ed approvano anche la trattazione omnicomprensiva di La Pira sull’argomento, ma ribadisco che non si possono fare troppe associazioni d’idee su argomenti e persone non confrontabili.
Poi emerge ancora la diatriba su chi sia esclusivamente patentato a prescrivere ricette dietetiche, sorvolando sul fatto che un conto è una patologia di competenza medica, un altro conto è una generica dieta dimagrante ed infine uno stile di vita salutare e preventivo.
Fare di tutta l’erba un fascio, per buttare tutti nella spazzatura mediatica, mi appare un gioco disinformativo al massacro.
Distinguiamo argomenti, ruoli, serietà della ricerca e della proposta, poi separiamolo dall’atto medico, di esclusiva pertinenza dello specialista per la diagnosi patologica e per il singolo paziente, senza generalizzare troppo.

Carla
Carla
5 Marzo 2017 15:26

Ma perchè dobbiamo nutrirci con latte e derivati che non servono al nostro organismo , derivano da uno stravolgimento del ciclo naturale( il latte è prodotto dalla mucca per il vitello, non per l’animale adulto,nè tantomeno per l’uomo, così come il latte della donna è prodotto per il neonato e non per l’adulto), contengono sostanze non certamente salutari per l’essere umano , le mucche che producono il latte immettono una quantità immensa di metano nell’atmosfera, consumano quantità ingenti di acqua, le loro deiezioni inquinano terreni e falde acquifere e richiedono quantitativi ingenti di terreni per la produzione del loro cibo.
L’immensa letteratura scientifica ha ormai dimostrato che l’alimentazione ottimale non richiede nè latte nè derivati.

Luc
Luc
Reply to  Carla
6 Marzo 2017 09:54

“il latte è prodotto dalla mucca per il vitello”
Anche è il miele è prodotto dalle api per le api
La mela per far germinare e riprodurre la stessa pianta

Ce li meritiamo evidentemente, certi imbonitori televisivi…

vincenzo
vincenzo
Reply to  Carla
6 Marzo 2017 16:27

A parte “the china study” o qualche libro simile – che di scientifico hanno ben poco – , non mi risulta nulla in letteratura, ma sarei curioso di conoscere quale sono le fonti dell’immenso sapere che cita.

ezio
ezio
6 Marzo 2017 11:48

In linea di principio ed in natura, sembra proprio che la gazzella esista perché c’è l’erba da mangiare ed il leone perché c’è la gazzella che ha mangiato l’erba.
Se la gazzella mangiasse carne di leone, oppure il leone l’erba, probabilmente si sarebbero estinti sul nascere.
L’essere umano si è evoluto mangiando di tutto senza estinguersi, anzi evolvendo biologicamente ed intellettualmente rispetto a tutti gli altri animali.
Sono convinto che la questione per noi umani non sia cosa sia giusto o sbagliato mangiare in assoluto, ma cosa è più salutare per il nostro benessere e lo stile di vita personale.
Quindi non generalizziamo, ma personalizziamo in libertà senza troppi vincoli ideologici, se non il rispetto per la nostra fisiologia e l’ambiente dove viviamo, insieme al benessere degli animali.

Mileno
11 Marzo 2017 11:50

Io non guardo quasi mai in TV certe trasmissioni e,e per caso vedo qualcosa,non ne tengo nessun conto. Io mangio un poco di tutto moderatamente e cerco di bilanciare i grassi non oltrepassando l’8 % dei saturi sul totale. Vedo che mantengo sempre il mio peso sui 67 Kg giusto entro la norma e il mio HDL è attestato tra 150 e 170 da molti decenni. Cerco di fare movimento compatibilmente con i miei 93 anni e le mie difficoltà ambulatorie. La mia dieta rispecchia la quella mediterranea,però non esagerando come in grecia con l’eccesso di olio evo che ne fanno. in una terrina di patate bollite mettono circa 400 cc di olio,e ho visto diversi,ai quali piacciono i (speghetti) all’italiana,mangiarne quasi un pacco intero da 500 gr. Lo so perché ho molti amici in quasi 60 di frequenza e ho preparato io la carbonare,la puttanesca e altre a casa loro. Moderazione,movimento e giudizio,ecco la dieta!

Chiara Manzi
Chiara Manzi
11 Marzo 2017 17:57

Concordo al 200%. Sembra che di nutrizione si possa dire qualsiasi cosa. È’ stato per me terrificante partecipare a domenica live con Lemme. Ho fatto di tutto per smontare le cialtronerie di Lemme e condurre la trasmissione su argomenti scientifici ma e’ stato impossibile. La nutrizione non può essere solo spettacolo. Ci devono essere basi scientifiche serie per formare e informare il pubblico! Vi invito a fare una richiesta all’ordine dei farmacisti di intervenire e pronunciarsi pubblicamente.

cristina campioli
cristina campioli
14 Marzo 2017 18:15

Concordo pienamente. CON BERRINO però