La Commissione europea sta preparando un nuovo regolamento per limitare la presenza di acrilammide all’interno dei cibi, senza fissare dei valori limite ma solo abbassando i valori di riferimento attuali. Tuttavia, la lobby dell’industria alimentare, interpellata dai funzionari che stanno preparando il nuovo regolamento, è riuscita ad annacquare questa proposta.
L’acrilammide, che si forma durante la cottura ad alta temperatura di prodotti ricchi di amido, è giudicata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) come una sostanza genotossica e cancerogena. Gli attuali valori indicativi per l’acrilammide indicati dall’Unione europea sono contenuti in una Raccomandazione della Commissione del 2013, dove si specifica che tali valori “intendono solo indicare la necessità di un’analisi e non costituiscono soglie di sicurezza. Di conseguenza, il ricorso a misure coercitive e/o alla notifica con il sistema di allarme rapido dovrebbe essere fatto soltanto sulla base di un’accurata valutazione dei rischi effettuata caso per caso e non semplicemente a causa del superamento di un valore indicativo”.
Una bozza di nuovo regolamento preparata a fine giugno, di cui il quotidiano britannico The Guardian ha potuto prendere visione, invitava le industrie alimentari a “fornire la prova del controllo periodico dei loro prodotti per garantire che l’applicazione del codice di condotta sia efficace nel mantenere i livelli di acrilammide bassi quanto ragionevolmente ottenibile, e almeno inferiori ai livelli indicativi di cui all’allegato 3”, dove vengono indicati i parametri di riferimento per i livelli di acrilammide in una gamma di alimenti, tra cui patatine, crackers, pane morbido, cereali da colazione, biscotti, wafer, pan di zenzero, caffè, biscotti e alimenti per bambini.
Tuttavia, come ha denunciato l’ong Corporate Europe Observatory, questa bozza di regolamento è stata condivisa dalla Commissione Ue con un’associazione di settore, Food Drink Europe, che ha immediatamente contestato con una lettera, anch’essa vista dal Guardian, la terminologia usata, obiettando che la dizione “almeno al di sotto del valore indicativo” potrebbe essere interpretata nel senso che i valori indicativi sono limiti massimi.
Pochi giorni dopo, una nuova bozza del nuovo regolamento, inviata ad una platea ampia di soggetti, per una consultazione non riservata, non conteneva più la frase contestata da Food Drink Europe. Ora si attende la proposta definitiva della Commissione Ue.
Lo scorso giugno, l’Efsa ha pubblicato il suo parere scientifico sulla presenza di acrilammide negli alimenti, affermando che l’acrilammide e la glicidammide, suo metabolita, sono genotossiche e cancerogene, e dunque qualsiasi livello di esposizione presenta potenzialità in grado di danneggiare il DNA e far insorgere il cancro. Secondo l’Efsa non è quindi possibile stabilire una dose giornaliera tollerabile negli alimenti. I gruppi di alimenti che contribuiscono maggiormente all’esposizione all’acrilammide sono i prodotti fritti a base di patate, il caffè, i biscotti, i cracker, i diversi tipi di pane croccante e il pane morbido. Poiché gli ingredienti ma soprattutto le condizioni di lavorazione influenzano molto la formazione del composto chimico, la scelta del metodo di cottura diventa fondamentale per ridurre l’esposizione.
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A me pare che da che mondo è mondo si è sempre mangiato il pane, il caffè e pure le patatine fritte. L’unica differenza che vedo è che adesso si vive fino a 80 e oltre anni mentre un tempo l’età media era di 40-50 anni.
Secondo me hanno ragione le aziende del food.
non credo che se oggi si vive più a lungo è grazie al cibo ..ma a tante altre cosette …………… se poi provo ad usare la memoria ….credo che per ritornare ad “un tempo in cui l’età media era 40-50” devo tornare alcuni secoli addietro e non certo all’ultimo (circa 80 ann fà o più) ma…detto questo…….
chi arriva oggi ad 80 anni è colui che si è nutrito da bambino,giovane,adulto , quando le patatine fritte non esistevano, non c’erano le sigarette e il caffè era tutt’altro (1920,1930,1940) e la dieta era altro che mediterranea, …era “forzata” !! non c’erano i media e i processi di produzione di oggi ..non c’era tutta questa chimica….i glifosati…. le problematiche ambientali e le centrali nucleari
bisognerebbe vedere fra 40 anni , la vita media a quanto ammonterà…….ma non solo……. vedere come ci si arriverà a 40 anni , se come in america OGGI , dove l’insorgenza di un tumore oramai è una “prassi standardizzata” , si danno 5 anni di vita extra al malato.. c’è un protocollo ed una procedura da seguire …….e amen….
Scusate, ma non ho capito una cosa: “…diversi tipi di pane croccante e il pane morbido…”, cosa significa questa distinzione? Se non è croccante, è morbido, quindi tutto il pane contiene acrilammide?
@Laura, l’acrilammide si sviluppa sottoponendo ad una temperatura oltre i 120°C tutti quei cibi che contengono amido. quindi, in base alla quantità di amido contenuta (ed a talune condizioni ambientali) si formerà più o meno acrilammide. le patate sono in cima alla classifica del contenuto di amido.
Io credo che si debba accettare la pur difficile verità che prima o poi si deve morire…
Ad esempio, viene menzionato il caffè: leggevo di diversi studio che dimostrano benefici dalla sua assunzione e questo parere efsa che invece ne dimostra il contrario. Questo non significa che uno studio ne smentisca un altro, ma semplicemente che probabilmente non esistono le sostanze che fanno solo bene…e quindi ogni cosa che ingeriamo ci fa morire un pochino…
E’ inutile il tentativo di dribblare tutte le sostanze che fanno male…non si riesce…si può solo tenere una dieta il più possibile varia…
…anche se si cucinano al forno le patate producono acrilammide???
ciao Luca,
le patate producono acrilammide quando diventano marroncine, in seguito alla cottura. Si produce sia quando venono cotte al forno, che in padella, che fritte. Ci sono due modi per evitare la formazione di acrilammide: prima di cuocerle al forno o friggerle, bollirle per 6 minuti in acqua e aceto (14 g di aceto per litro di acqua) e poi cuocerle a 150°C. l’altro modo è acquistare delle patate che non contengono asparagina.