È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella con un elevato residuo fisso e ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali. Così si esprime l’istituto superiore di sanità nella pagine di ISSalute per smascherare una falsa credenza che assilla molti italiani sulla bontà dell’acqua fornita dall’acquedotto.
La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca un aumento di calcoli renali. Il consiglio molto diffuso di utilizzare acque leggere o moderatamente oligominerali in sostituzione dell’acqua del rubinetto per evitare la formazione di calcoli non è giustificato da evidenze scientifiche. È bene ricordare che la formazione dei calcoli, per lo più costituiti da ossalato di calcio, dipende in molti casi da una predisposizione individuale o familiare, in quanto il rischio è più elevato se ci sono in famiglia altre persone che ne soffrono. In caso di predisposizione è essenziale bere in abbondanza e di frequente nell’arco della giornata senza per questo temere che il carbonato di calcio, presente nell’acqua del rubinetto, possa favorire la formazione di calcoli.
È stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia(1, 2). Il calcio è un elemento essenziale per la nostra salute e la sua assunzione non va ridotta a meno che non sia un medico a prescriverlo.
Per prevenire i calcoli renali, invece, ciò che conta di più è la quantità totale di liquidi che si assumono nell’arco della giornata, quantità che dovrà essere adeguata a consentire una corretta diluizione delle urine. Per questo motivo, in presenza di un’abbondante sudorazione come avviene ad esempio nei mesi estivi o in caso di un’intensa attività fisica, la quantità di liquidi da assumere dovrà essere maggiore per compensare i liquidi persi, prevenire la concentrazione delle urine e quindi la formazione di calcoli. La diluizione e l’aumento del flusso dell’urina aiuta certamente a ridurre la formazione dei cristalli di sali, che vengono così più facilmente espulsi prima che le loro dimensioni possano esser tali da creare problemi al loro passaggio nelle vie urinarie.
Ciò che mangiamo può contribuire anch’esso alla formazione di calcoli. Sono considerati fattori di rischio, in particolare, l’eccessivo consumo di sale (cloruro di sodio) e di proteine animali. Una dieta equilibrata, con poche proteine animali e a ridotto contenuto di sodio ma a normale contenuto di calcio, svolge quindi un ruolo protettivo per l’organismo( 3, 4, 5).
Bibliografia
1. Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN). Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana. Cap.5: Bevi ogni giorno acqua in abbondanza. Anno 2003
2. National Kidney Foundation. Kidney Stones
3. Fondazione Umberto Veronesi. Magazine. Fate bene i calcoli renali
4. National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIH). Eating, Diet, and Nutrition for Kidney Stones
5. NHS Choices. Kidney stones
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Ecco, adesso le proteine animali sono il male per qualsiasi cosa…millenni a mangiarle, con aumento dell’aspettativa di vita media sempre aumentato in quel periodo, ma oggi hanno scoperto che non vanno bene…
L’acqua del rubinetto non provoca i calcoli. Soffro (raramente, per fortuna) di calcoli renali. Una sola volta ho dovuto ricorrere ad un ricovero ospedaliero e chissà perchè i medici curenti mi hanno raccomandato di bere, in abbondanza, acque leggere (una nota marca veniva gratuitamente fornita in reparto) vale a dire con un residuo fisso estremamente basso. Tempo fa ho dovuto effettuare una riparazione in una tubazione di arrivo all’acqua di casa. Lasciamo perdere di descrivere in quali condizioni le ho trovate. Sappiamo tutti che la rete Italiana di distribuzione assomiglia ad un groviera e per fortuna la rete è sempre in pressione. Al verificarsi di una non augurabile depressione il rischi per la salute sarebbe semplicemente enorme. Certo, ci salva la eventuale clorazione. Per favore, non raccontiamoci che è sufficiente l’ebollizione per eliminare il cloro…
Cordiali saluti
P. Valsecchi
Io probabilmente sono l’eccezione che conferma la regola. Ho avuto dei calcoli renali ed erano causati proprio dall’acqua di rubinetto, confermato dalle analisi che ho fatto fare ad un grosso calcolo che mi hanno estratto.
Tali acque non sono tutte uguali (dipende da dove la si prende). Quello che scorre dal mio rubinetto è presa quasi alla foce del fiume Po (ricettacolo dell’immondizia industriale di tutta la Pianura Padana). Pur con un impianto di potabilizzazione sofisticato (e costoso) ed una estrazione in profondità, dopo 10 anni di consumo mi sono ritrovata i calcoli.
E’ da 9 anni che sono tornata alle acque minerali (che consumavo da una vita e non mi avevamo mai dato problemi) e i residui calcoli (piccoli) che mi erano rimasti sono spariti da soli.
Non tutte le acque di rubinetto sono uguali, come non tutti i reni sono uguali. Fare affermazioni perentorie in proposito mi sembra un po’ azzardato.