Importazione di riso dalla Cambogia: la Camera chiede il ripristino dei dazi e il rispetto dei diritti sociali e ambientali per i lavoratori
Importazione di riso dalla Cambogia: la Camera chiede il ripristino dei dazi e il rispetto dei diritti sociali e ambientali per i lavoratori
Beniamino Bonardi 23 Novembre 2015Il 19 novembre, la Camera dei deputati ha approvato sei mozioni sulle importazioni di riso dai paesi meno sviluppati, in particolare dalla Cambogia, impegnando il governo a intensificare l’azione affinché l’Unione europea revochi per il riso proveniente da Paesi extra UE l’applicazione del regime EBA (Everything But Arms) ( accordo che concede l’accesso senza dazi e contingentamenti a tutti i prodotti, eccezion fatta per le armi e le munizioni, provenienti dai paesi meno sviluppati).
In merito all’etichettatura del riso importato, le mozioni impegnano il governo ad agire a livello nazionale ed europeo. In Italia si chiedono obblighi di pubblicità e trasparenza, specificando sulla confezione l’origine del prodotto e lo stabilimento di confezionamento. A livello europeo si impegna il governo a intervenire perché sia resa obbligatoria l’origine della materia prima e non del luogo dove il riso ha subito l’ultima trasformazione come accade adesso. Infine, il governo dovrebbe “intervenire a livello europeo per l’attivazione di adeguate misure di controllo e di garanzia in relazione ai modelli di produzione dei Paesi terzi, con particolare riguardo al rispetto dei diritti sociali, alla salvaguardia ambientale ed alla sicurezza e salubrità dei prodotti”.
In Italia, dal 2010 al 2015 la superficie coltivata a riso si è ridotta di circa 20.000 ettari (-8%) e dal 2013 al 2015 la superficie coltivata a riso della varietà “indica”si è dimezzata, passando da 71.000 a 35.000 ettari. Infatti questo tipo di riso viene lavorato in Italia ma arriva dalla Cambogia a un prezzo grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata ( quasi la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale). Le mozioni denunciano la possibilità che il riso importato possa essere spacciato come nazionale, non essendo obbligatorio indicare in etichetta l’origine (provenienza) della materia prima. Il Sistema rapido di allerta per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF) ha effettuato sovente la presenza di riso e prodotti derivati di provenienza asiatica, con troppi pesticidi non autorizzati e l’assenza di certificazioni sanitarie.
Secondo quanto scritto nelle mozioni, il regime EBA non favorisce lo sviluppo dei piccoli produttori cambogiani visto che si assiste a «triangolazioni» per cui il riso che giunge a dazio zero dalla Cambogia viene prodotto in altri paesi asiatici, dove le multinazionali hanno fatto incetta di terreni e operano senza offrire assistenza adeguata ai lavoratori. Nelle ultime cinque campagne, le importazioni europee di riso dalla Cambogia sono aumentate da 5.000 a 181 mila tonnellate, raggiungendo il 23% di tutto l’import UE.
La Cambogia gode dell’esenzione dai dazi per l’esportazione di riso verso l’UE dal settembre 2009, la Birmania dal giugno 2013 (con effetto retroattivo dal 2012), mentre con il Vietnam è stato firmato un accordo di libero scambio lo scorso agosto, in cui è previsto per l’UE il libero accesso all’importazione a dazio zero per 76.000 tonnellate di riso di varietà indica l’anno.
Registro che la modalità commerciale di farci del male da soli, imperversa in ambito europeo e non accenna a cambiare.
Il trattato TTIP sarebbe solo la ciliegina sulla torta della globalizzazione incontrollata che ci stiamo mangiando da anni.
Occorre cambiare registro e personaggi nelle commissioni europee che emanano direttive e trattano impunite condizioni dannose per il mercato europeo ed italiano in particolare.