Nel mese di luglio e agosto 2015 il Ministero della Salute ha rinnovato – per l’ennesima volta dagli anni ’80 – il divieto di prescrivere (per il medico) e di preparare (per il farmacista) capsule contenenti miscele dimagranti, ottenute utilizzando otto sostanze ben identificate, a cui spesso si ricorre per queste combinazioni e che già in passato avevano provocato, usate insieme, conseguenze dannose.
La lista comprende: pseudo efedrina (un simpaticomimetico), triac o acido triiodotiroacetico (un simil ormone tiroideo), metformina (un ipoglicemizzante), clorazepato e fluoxetina (un ansiolitico e un antidepressivo), furosemide (un diuretico), bupropione (un antidepressivo) e topiramato (un antiepilettico). Tutte molecole che, prese singolarmente, possono essere utilizzate per le finalità terapeutiche in vista delle quali sono state autorizzate e messe in commercio, ma che, quando sono miscelate insieme, danno vita a un cocktail che mette a rischio la salute, come dimostrato purtroppo da numerosi casi di cronaca nera negli ultimi decenni e come segnalato al Ministero della salute dalla Rete Nazionale di Farmacovigilanza.
È bene precisare che queste preparazioni galeniche non sono né prodotti omeopatici, come spesso vengono spacciate, né “naturali”, e nemmeno scoperte rivoluzionarie o formule segrete. Sono ricette a tutti ben note, che uniscono varie sostanze spesso caratterizzate da azioni contrastanti fra loro. Se assunte tutte insieme possono anche far diminuire per un po’ il senso della fame, ma con il pericolo di numerosi effetti collaterali e un rapporto rischi-benefici inaccettabile. Il loro impiego è pericoloso, diseducativo e sostanzialmente inutile, perché sempre inefficace a lungo termine.
D’altra parte se questi preparati fossero una soluzione sicura e valida anche nel tempo, è evidente che farebbero parte da tempo della farmacopea ufficiale e sarebbero disponibili per tutti, invece di essere prescritti in maniera semiclandestina, come avvenuto finora, ed è chiaro che anche la medicina ufficiale ne farebbe volentieri uso, a vantaggio di tutti i pazienti. Ma le cose non stanno così ed è necessario che anche la opinione pubblica se ne convinca una volta per tutte.
Pochi anni fa l’OMS definì il problema del sovrappeso e dell’obesità nelle società avanzate come una delle maggiori sfide da affrontare nel 21° secolo: ma non ha certo parlato di armi farmacologiche, delle quali purtroppo ancora non disponiamo. Infatti tutti i farmaci “per dimagrire” approvati negli ultimi quaranta anni sono stati in breve tempo precipitosamente ritirati dal mercato, dopo tante illusioni iniziali e tanto clamore mediatico, perché i danni provocati prevalevano sui vantaggi. E la stessa OMS, in un suo rapporto ufficiale, si limita a ricordare che le uniche armi utilizzabili per perdere peso sono mangiare meglio e muoversi di più. Insomma, gli “sciogli pancia” e i “brucia grassi” esistono solo nei titoli fantasiosi dei giornali. E se ci pensiamo, come scrisse tempo fa un noto clinico, “è davvero paradossale pretendere di curare l’obesità per prevenirne le possibili complicazioni cardiovascolari, facendo ricorso a farmaci i cui principali effetti collaterali sono proprio a carico di questo apparato”!
Marcello Ticca (libero docente in Scienza dell’alimentazione)