Sant’Anna è un marchio leader di mercato nel settore delle acque minerali. L’azienda è nota anche per la capacità di innovare e offrire sempre qualcosa di nuovo in un’ottica di servizio anche nel caso dell’acqua, prodotto per certi versi piuttosto banale.
La società infatti, un paio di anni fa, ha tentato di eliminare l’ingombrante e inquinante fardello (il rivestimento di plastica che tiene insieme le 6 bottiglie) sostituendolo con semplici fascette assemblanti. Nell’estate scorsa Sant’Anna ha proposto il proprio tè freddo nel bicchierino, unico concorrente diretto di Estathé Ferrero, di cui si è parlato nelle pagine de Il Fatto Alimentare (leggi articolo).
SanFruit Sant’Anna
Nel mese scorso è comparso sugli scaffali il nettare di frutta. Per questa novità l’azienda ha ideato la marca SanFruit, che analogamente a SanThè, richiama la marca d’azienda.
Si tratta di tre succhi, tutti senza glutine: pera, pesca e albicocca, confezionati in un bicchiere di plastica identico a quello utilizzato per il tè. L’innovazione sta nel packaging: è il primo, e al momento l’unico, succo nel bicchierino. Può essere consumato con la cannuccia, annessa alla confezione, oppure si può togliere il coperchio e bere direttamente. Questo consente una maggiore praticità proprio nel caso di giovanissimi consumatori.
Ingredienti e valori nutrizionali
Per quanto riguarda il prodotto non ci sono differenze negli ingredienti rispetto ad altri nettari. L’unica diversità rilevante è l’utilizzo di acqua minerale Sant’Anna per la produzione.
Anche dal punto di vista nutrizionale, SanFruit è in linea con gli altri succhi già presenti sul mercato. Gli zuccheri sono il punto dolente con un’incidenza piuttosto alta sulla dieta quotidiana. Un bicchiere comporta l’assunzione di una quota variabile dal 24 al 27% della quantità giornaliera di zuccheri necessari a una persona che assume 2.000 kcal, ossia di un adulto.
Infine il prezzo risulta leggermente più alto dei prodotti analoghi dei concorrenti: rispetto a Valfrutta, SanFruit costa il 3% in più. Se il confronto, invece, si fa con un nettare a marchio di una catena di supermercati la differenza è molto più ampia.
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