Eliminare gli interferenti endocrini, è l’obiettivo di “Life Edesia”, il progetto europeo che punta a sostituire queste sostanze pericolose
Eliminare gli interferenti endocrini, è l’obiettivo di “Life Edesia”, il progetto europeo che punta a sostituire queste sostanze pericolose
Luca Foltran 29 Ottobre 2013Trovare soluzioni alternative e sicure per sostituire gli interferenti endocrini, sostanze potenzialmente pericolose e usati in moltissimi ambiti tra cui quello degli imballaggi alimentari: questo l’obiettivo di LIFE-EDESIA (Endocrine disruptors in silico/in vitro – Evaluation and Substitution for Industrial Applications), progetto europeo coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato parzialmente dalla Commissione Europea*.
Gli interferenti endocrini sono sostanze come il famoso bisfenolo A, gli ftalati e i parabeni, tecnologicamente utili nella produzione di plastiche ma altrettanto preoccupanti per la loro capacità di alterare il sistema endocrino, ponendo a rischio i consumatori.
I ricercatori europei lavoreranno per individuare alternative ai tre gruppi di sostanze che siano più sicure ai fini della tutela della salute umana e altrettanto valide per gli usi industriali. Esiste già una lista di sostanze potenzialmente sostitutive, ma spesso mancano dati e studi approfonditi in merito alla loro eventuale tossicità.
Proprio per questo motivo, il primo passo del progetto sarà quello di sviluppare studi in vitro e mediante l’uso di software per valutare la reale attività di interferenza endocrina delle sostanze candidate alla sostituzione.
L’obiettivo è identificarne da tre a cinque per ognuno dei tre gruppi di sostanze considerate, e di valutarne il possibile impatto sulla sicurezza dei prodotti negli specifici settori considerati (materiali a contatto con gli alimenti, cosmetici, plastiche utilizzate nei dispositivi medici). Il passo successivo sarà la valutazione di prodotti veri e propri e prototipi che saranno poi confrontati con gli analoghi prodotti normalmente in uso.
Tra i partner troviamo l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e l’Università di Napoli “Federico II”. Tra gli stakeholder invece il Centro Comune di Ricerca Europeo (JRC), l’European Food Safety Authority (EFSA) e l’European Chemicals Agency (ECHA).
Un’iniziativa interessante che coinvolgerà, secondo i dati presentati dall’ISS, organizzazioni governative italiane ed europee, istituti di ricerca, organizzazioni No Profit, imprese private e associazioni di categoria: tutti interlocutori interessati al problema degli interferenti endocrini.
Attraverso LIFE-EDESIA, ancora una volta l’Italia sembrerebbe confermare il proprio ruolo di leader europeo nel campo della sicurezza alimentare grazie anche a una legislazione attiva sul territorio fin dal 1973 e articolatasi nel corso degli anni; i risultati del progetto sono attesi per il mese di Giugno 2016.
* Total budget 1,205,464.00 € //EU contribution 602,731.00 €
Luca Foltran
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