Nasce il nuovo snack al gusto di pistacchio sotto l’etichetta Tronky della Ferrero. L’azienda dolciaria italiana tra le più famose nel mondo, ha saputo da sempre sfruttare al massimo il successo di un prodotto declinandolo in diverse versioni. Il lavoro di marketing dell’azienda di Alba è notevole come dimostra quest’ultima novità. Si tratta sempre del wafer ripieno ma in questo caso, il “guscio” è al cacao e il ripieno cremoso al pistacchio.
In termini nutrizionali non cambia molto rispetto alla versione classica. Abbiamo un’incidenza eccessiva di grassi rispetto agli altri componenti: se un singolo snack contribuisce per il 5% al fabbisogno calorico giornaliero apporta però il 9% del fabbisogno di grassi e in particolare il 12% dei grassi saturi raccomandati per un adulto. Anche gli zuccheri sono un po’ troppi; con un Tronky al pistacchio si introduce l’8% della quantità giornaliera raccomandata.
Per quanto concerne gli ingredienti lo zucchero è al primo posto, seguito da latte e siero di latte (entrambi in polvere) e quindi dai grassi (olio vegetale e grasso vegetale). I pistacchi rappresentano il 9,5%.
Il prezzo è più alto rispetto alla versione classica tradizionale. La confezione multipla con sette snack costa 2,45 euro ovvero 35 centesimi al pezzo (più di 19 euro al chilogrammo). La versione tradizionale costa meno: 31 centesimi a pezzo per confezioni da 6 pezzi (17,41 euro al kg).
Da segnalare come punto critico importante, la scarsa leggibilità delle informazioni nutrizionali riportate sul retro dell’etichetta. I caratteri tipografici sono davvero troppo piccoli; lo spazio ci sarebbe per dare maggiore risalto alle informazioni, anche se si sa che per gli snack e tutti gli alimenti che fanno leva sul piacere il contenuto nutrizionale passa in secondo piano.
Valeria Torazza
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Foto: Ferrero.it, Esselungaacasa.it
analisi di mercato
A me sembra normale che in un prodotto anidro vi siano ingredienti in polvere, per quanto riguarda il prezzo i pistacchi sono molto cari, quindi anche questo mi pare normale. Invece la cosa poco normale è ad esempio l’eccessivo prezzo dei prodotti nei punti sosta delle autostrade, che secondo un mio modesto parere sono poco giustificati. Proviamo a parlerne?
Buongiorno, trovo un poco ingenuo discutere della qualità ed il prezzo dei prodotti della Ferrero. L’azienda in questione non è una Onlus, come obiettivo ha quello di ottenere il maggior profitto con la minima spesa.
Poi ovviamente si adopera per convincere i consumatori che così non è, che i suoi prodotti sono sani e genuini, e che se i bambini diventano obesi la colpa è dei genitori che non sanno moderarne il consumo.
Che dire poi della trasparenza, se le diciture sono poco leggibili, sfido chiunque a determinare il paese di provenienza di tutti i prodotti dove compare solo la dicitura “Distribuiti da Ferrero Alba” (Tic Tac, Kinder Joy Merendero, Nutellina monodose … …).
La stessa trasparenza vale anche per la dichiarata “sostenibilità” delle sue forniture di materie prime?
Infine in risposta al precedente commento, sulle ricariche applicate da Autogrill e company, non credo che sia un problema che riguarda la ditta fornitrice.
Cordiali saluti
Certo che non è un problema delle ditte fornitrici, la mia era una richiesta al fatto alimentare per trattare il problema.
Saluti.
concordo con quanto asserisce walter63, il prezzo dei pistacchi è effettivamente di 3/4 volte superiore al costo delle nocciole, logico che il prodotto finale costi di più, se poi parliamo delle liste ingredienti il discorso diventa infinito, anche se personalmente trovo assurdo continuare ad accanirsi su certi ingredienti(vedi olio di palma da sostituire con altri oli tipo il colza), semplicemente perchè tante volte questi accanimenti sono di natura politica, cioè dovute alle diverse politiche agricole.