Presenza di ormoni e anabolizzanti in carne bovina italiana e ancora allerta per i frutti di bosco surgelati… Ritirati dal mercato europeo 67 prodotti
Presenza di ormoni e anabolizzanti in carne bovina italiana e ancora allerta per i frutti di bosco surgelati… Ritirati dal mercato europeo 67 prodotti
Valeria Nardi 9 Giugno 2013Nella settimana n°22 del 2013 le segrnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 67 (11 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco comprende cinque allerta: la prima per la presenza del virus dell’epatite A nel mix di frutti di bosco surgelati dall’Italia, con materie prime provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e Italia, la seconda riguarda la presenza del virus dell’epatite A nel mix di frutti di bosco surgelati dall’Italia, con materie prime provenienti da Canada, Serbia, Bulgaria e Polonia e Italia, attraverso la Svizzera. La prima allerta è stata anche ripresa indicando il nome di un prodotto dall’autorità sanitaria della provincia di Bolzano, mentre il Ministero della salute ha inviato una circolare sul problema dei frutti di bosco e dell’epatite A in tutte le regioni.
Le altre segnalazioni riguardano livelli oltre i limiti di residui di medicinali veterinari antinfiamatori (desametasone) e anabolizzanti in quarti di bovini congelati provenienti da Italia (distribuiti nei Paesi Bassi e Italia); conteggio troppo elevato di Escherichia coli in due lotti di vongole refrigerate (Venus gallina) da Italia (distribuiti in Spagna e Italia).
Nella lista dei lotti respinti alle frontiere e/o delle informative sui prodotti diffusi che non implicano un intervento urgente troviamo: aflatossine in noci del Brasile con guscio; istamina in sardine refrigerate italiane; insetticidi (methamidophos e acefate) in Centella asiatica dallo Sri Lanka; cessione di piombo in oliere in acciaio inox cinesi; insetticida (acefate) in okra dall’India; aflatossine in noci moscate secche dall’Indonesia.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi e ritirate dal mercato, oltre ai casi segnalati tra le allerta, troviamo la Norvegia che segnala la presenza di Campylobacter in aneto fresco.
Ulteriori informazioni sul rapporto settimanale, possono trovarsi sul sito del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna nella sezione notizie.
Valeria Nardi
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione