Life’s Essential 8 è un documento prodotto recentemente dalla Nutrition Foundation of Italy (NFI), un’organizzazione italiana no profit sponsorizzata da diverse aziende che producono bevande alcoliche, dolci (biscotti, snack, cioccolato), salami, formaggi, bevande zuccherate, ecc. L’elenco ‘dei soci’ si può consultare direttamente nel sito della fondazione.
Il documento destinato principalmente per i Medici di Medicina Generale (MMG), quelli che una volta erano conosciuti come “medici di famiglia”, ha l’obiettivo di affrontare otto temi forti della prevenzione nella realtà italiana:
Il documento ricalca un analogo lavoro che porta il nome di Life’s Essential 8 prodotto dall’American Heart Association (AHA) per prevenire le malattie cardiovascolari. Otto sono gli argomenti trattati “che il medico di famiglia dovrebbe considerare basilari, e dei quali dovrebbe parlare con regolarità ai suoi pazienti quando affronta il tema della prevenzione”.
Gli argomenti trattati nei diversi capitoli sono interessanti, pregnanti e di facile lettura. Gli autori italiani sono stati scelti tra persone di grande competenza. L’unico capitolo che lascia un po’ perplessi è quello sui concetti base per un’alimentazione equilibrata che sono difformi rispetto a quanto enunciato nel capitolo originale “How to eat better” dell’AHA e diversi rispetto a quanto ribadito da una recente pubblicazione della FAO/OMS (si veda tabella sottostante).
Le raccomandazioni ai medici sui grassi saturi
La Nutrition Foundation of Italy sostiene che: “Gli studi più recenti non identificano infatti un aumento significativo del rischio coronarico, o della mortalità per tutte le cause, al crescere dei consumi di questi grassi, le cui fonti principali nella nostra dieta sono rappresentate dai prodotti della filiera del latte e dei formaggi e dalle carni. Il recente documento OMS sul consumo dei grassi saturi alimentari sottolinea i vantaggi associati alla sostituzione dei grassi saturi con polinsaturi, ma senza proporre elementi convincenti per sostenere l’opportunità della riduzione del loro apporto.”
Il documento continua poi così: “L’opportunità di limitare l’apporto di grassi totali al di sotto del 30-35% delle calorie, d’altra parte, non è supportata da studi epidemiologici o di intervento recenti: diete con una riconosciuta azione protettiva sulla salute, come la dieta mediterranea, sono spesso francamente iperlipidiche; nelle varianti cretese o greca, nelle quali il consumo di olio d’oliva è generalmente molto elevato, i grassi forniscono fino al 40% delle calorie totali” Alla fine del capitolo: “La letteratura più recente suggerisce l’opportunità di una parziale revisione delle raccomandazioni relative a specifici nutrienti incluse nelle linee guida per la popolazione generale.”
In realtà un recente documento rilasciato dalla FAO/OMS dopo 10 anni di lavoro e revisione della letteratura ribadisce ancora una volta l’importanza di contenere gli acidi grassi saturi al di sotto del 10% delle calorie totali giornaliere (“strong recommendation”). L’America Heart Association raccomanda di limitarli a un 6% delle calorie totali giornaliere. I vari modelli di Dieta mediterranea del 7 country study di Ancel Keys non sono affatto iperlipidici, come lo era la classica dieta degli abitanti delle isole di Creta e Corfù.
Zuccheri semplici aggiunti
La NFI sostiene che: “Anche gli effetti di salute attribuibili all’apporto di zuccheri semplici sembrano essere più modesti di quanto considerato nella definizione delle principali linee guida. Da una recente umbrella review emerge solamente la riconferma degli effetti non favorevoli associati al consumo, specie in quantità elevate, delle bevande zuccherate … in contrasto apparente con i limiti fissati dal documento del WHO, secondo il quale il 10% delle calorie totali è la quota massima che può essere raggiunta dagli zuccheri aggiunti, con un limite facoltativo ulteriormente più restrittivo fissato al 5% delle calorie totali”…“La letteratura più recente suggerisce l’opportunità di una parziale revisione delle raccomandazioni relative a specifici nutrienti incluse nelle linee guida per la popolazione generale.”
L’associazione dei cardiologi americani e la FAO/OMS raccomandano di limitare gli zuccheri semplici aggiunti rispettivamente a un 6 e 10% delle calorie totali giornaliere, quindi non suggeriscono affatto di cambiare le linee guida!
Sale
NFI sostiene che “Soltanto il consumo di sale sarebbe responsabile di una parte significativa degli eventi fatali, in base al modello del GBD (Global Burden of Disease), ma con un importante margine di incertezza: secondo altri studi infatti questa indicazione, soprattutto quando coincide con la definizione di livelli ottimali di apporto dell’ordine di 4-5 g al giorno, e quindi estremamente bassi (equivalenti a 1,6-2,0 g di sodio al giorno), non sarebbe di reale utilità per le persone con valori della pressione arteriosa nella norma (non ipertesi).” Quindi si discute sulla reale utilità di consigliare di ridurre il sale alle persone con pressione normale. Secondo l’American Heart Association e la FAO/OMS il sodio nella dieta va limitato a soli 2.300-2.000 mg al giorno.
Alcol e medici: un tema spinoso
La Nutrition Foundation of Italy non ne fa alcun cenno mentre, l’AHA tratta l’argomento in maniera molto esaustiva suggerendo di limitare il consumo e ribadendo che non ci sono benefici per la salute nell’assumere vino o altre bevande alcoliche. La FAO/OMS si limita a scrivere in maniera sintetica che il consumo di alcol non fa parte di un’alimentazione equilibrata.
Questo è un punto molto importante in un documento che ha la pretesa di informare i Medici di Medicina Generale che possono orientare le abitudini dei cittadini italiani. Molti medici hanno una scarsa conoscenza dei rischi legati all’assunzione di bevande alcoliche e sono vittime della propaganda che parla di vino e salute, quando in realtà il consumo di alcol si accompagna solo a rischi. E il rischio zero si ha solo quando non si assume alcol.
Positive Nutrition
La NFI introduce il concetto di ‘positive nutrition’ secondo cui è meglio suggerire alla popolazione generale di incrementare il consumo di alimenti positivi piuttosto che indicare di mangiare meno cibi con un profilo nutrizionale più sfavorevole: “In Italia, in particolare, più della metà dei decessi per cause cardiovascolari attribuibili alla dieta secondo il GBD può essere spiegata dall’insufficiente apporto di cereali integrali (che contribuisce per oltre il 20% agli eventi cardiovascolari fatali associati alla dieta), di verdura (17%) e di frutta fresca (15%). Un ulteriore 28% complessivo dipenderebbe dall’inadeguato consumo di altri quattro gruppi di alimenti o nutrienti: frutta secca e semi, acidi grassi polinsaturi omega-6, dei quali sono ricchi per esempio molti oli vegetali, fibra alimentare, acidi grassi omega-3, contenuti soprattutto nel pesce grasso. In sintesi, l’apporto inadeguato di alimenti e nutrienti che dovremmo consumare in quantità maggiori sarebbe responsabile dell’80% circa degli eventi cardiovascolari fatali.”
Fermo restando il concetto di positive nutrition che condividiamo, rimane il fatto che questo non deve essere un alibi per non dire di limitare il consumo di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri semplici aggiunti, sale e alcol… Il messaggio deve essere chiaro quando ci si rivolge ai Medici di Medicina Generale. Anche l’associazione dei cardiologi americani e la FAO/OMS danno dei messaggi positivi (aumentare il consumo di cereali integrali, frutta, verdura…) ma nello stesso tempo continuano ad avere un approccio classico al problema, con indicazioni che mirano a limitare l’apporto di determinati componenti della dieta (sale, zuccheri aggiunti, grassi saturi…).
In conclusione
Le indicazioni nutrizionali di questo documento mettono in discussione i principi che stanno alla base di diete salutari come indicato dall’American Heart Association e dalla FAO/OMS. Il capitolo sui concetti base per un’alimentazione equilibrata rivolto ai Medici di Medicina Generale è ambiguo e può creare confusione. Andrebbe riscritto da un autore privo di conflitti di interesse. Questi sono i punti salienti da sottolineare:
- Il problema dell’alcol è molto importante per la salute della popolazione italiana che va informata correggendo la falsa propaganda del “vino rosso che fa bene al cuore”. Il MMG ha il dovere di dire a tutti i suoi pazienti che non assumere alcuna bevanda alcolica è l’unica opzione sicura per la sua salute.
- Qualunque medico ha il dovere di dire a tutta la popolazione generale di ridurre il consumo di sale, perché ne assumiamo in eccesso ed è un fattore di rischio importante per malattie cardiovascolari.
- I grassi saturi e gli zuccheri semplici aggiunti vanno limitati nella dieta a meno del 10% delle calorie totali giornaliere.
- Infine è prudente da parte dei Medici di Medicina Generale suggerire alla popolazione di ridurre il consumo di carni rosse processate (insaccati) e di alimenti ultra trasformati (biscotti, snack, merendine…) preferendo alimenti più semplici come il pane.
Antonio Pratesi e Abril Gonzalez Campos gli autori dichiarano di non aver alcun conflitto di interesse
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