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Il caporalato colpisce ancora. Di seguito pubblichiamo l’editoriale di Fabio Ciconte Direttore di Terra! un’associazione ambientalista impegnata dal 2008 a livello locale, nazionale e internazionale in progetti e campagne sui temi dell’ambiente e dell’agricoltura ecologica, promuovendo un modello di sviluppo fondato sul rispetto dei diritti.

L’editoriale di Fabio Ciconte

Nei pressi di Borgo Santa Maria, in Agro Pontino, l’area agricola che abbraccia Latina, un lavoratore agricolo di nazionalità indiana, Satnam Singh, ha subìto un gravissimo incidente sul lavoro. L’uomo ha perso un braccio, trinciato dal macchinario con cui lavorava.

Se già questa notizia non fosse abbastanza grave, l’epilogo della vicenda mette i brividi. Il datore di lavoro non lo ha soccorso. Lo ha letteralmente abbandonato nei pressi della sua abitazione, come un sacco di rifiuti. Come si fa con qualcosa che non ti serve più, perché ormai rotto, vecchio. In un gesto che racconta tutta la vergogna della sopraffazione. Ieri Satnam ha perso la vita.

Siamo arrabbiati e tristi.

La morte di Satnam Singh è una ferita profonda che lascia il segno in tutte e tutti noi. Non possiamo tacere di fronte a questo atto criminale. In tutti questi anni, con Terra! abbiamo continuato a denunciare le nuove forme di sfruttamento, lo abbiamo fatto al Sud e nelle regioni del Nord perché dovunque abbiamo indagato, abbiamo trovato situazioni di sfruttamento e caporalato.

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La morte di Satnam Singh è una ferita profonda che lascia il segno in tutte e tutti noi

Di fronte alla morte di Satnam, giunto in Italia come tanti altri lavoratori indiani che vivono nella provincia di Latina, riusciamo a provare solo tantissima rabbia. Per aver detto spesso e a voce alta che lo sfruttamento c’è, esiste, e ha tantissime facce. E se solo si avesse voglia di guardarle, si capirebbe che c’è moltissimo da fare.

Caporalato e istituzioni

Perché lo sfruttamento si annida laddove c’è spazio. Lo spazio lasciato dalle istituzioni. Lo spazio lasciato dalla nostra disumanità e indifferenza.
E allora dobbiamo dirci che bisogna tornare in piazza per riappropriarci dello spazio che ci è stato tolto. Come ci hanno insegnato le rivolte di Rosarno, Nardò e Latina, solo così le cose potranno veramente cambiare.

Fabio Ciconte, Direttore di Terra!

© Riproduzione riservata. Foto: Deositphotos.com

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Leonardo
Leonardo
20 Giugno 2024 13:02

Grazie per aver condiviso questo articolo.
Oggi ho appreso che il padrone ha addirittura accusato la vittima di essersela cercata, il che non fa che confermare la sua mancanza di rispetto per i diritti e la vita altrui, già implicita nell’avvalersi di uno dei metodi più brutali ed egoisti di sfruttamento dei lavoratori.
Mi chiedo poi come sia regolata a livello legislativo la sicurezza sul lavoro laddove si impiegano lavoratori a cottimo, in molti casi addirittura in nero sotto la modalità del caporalato.

Armando
Armando
20 Giugno 2024 18:51

La cosa è di una gravità inaudita, ma quello che più stupisce è la disumanità del datore di lavoro nel trattare un essere umano, già sottopagato e sfruttato, come un sacco di patate . Non ho parole ma mi auguro che la giustizia sia veramente giusta. Un pensiero va, oltre che al ragazzo deceduto che era venuto in Italia – come tantissimi altri – per fuggire dalla fame, alla moglie rimasta nella disperazione, nella solitudine e con un futuro incerto e triste.

Maurizio
Maurizio
21 Giugno 2024 07:44

Premesso che è disumano e molto doloroso apprendere certe notizie, c’è molta ipocrisia e falsità tra le dichiarazioni ufficiali, doverose e necessarie, ed i reali interessi e lobby che gestiscono i flussi di lavoro.
Gli immigrati indiani e pakistani sono quasi sempre fatti entrare illegalmente da loro stessi connazionali già introdotti nei sistemi economici ed in affari con imprenditori locali senza scrupoli che si avvalgono di manodopera a basso prezzo. I connazionali già introdotti forniscono alloggi fatiscenti e trasporti detraendo parte dei loro già magri guadagni con una vera e propria forma di schiavitù. Quando non lavorano in nero sono assunti in cooperative o pseudo tali con a capo i loro stessi connazionali che li sfruttano , i quali fanno contratti di appalto servizi con aziende agricole e percepiscono tariffe non contestabili da eventuali controlli, pagano gli con bonifici stipendi agricoli regolari e si fanno restituire in contanti dagli stessi sfruttati parte dello stipendio e gli affitti per locali ed anticipi.
Tutto ciò è ben chiaro da molti anni alle Autorità e forze dell’ordine che hanno in parte le mani legate dalle attuali leggi, Non c’è volontà politica di cambiare questo stato di cose. Conviene a tutti e bene lo sanno le grandi catene distributive che (solo in alcuni casi) chiedono documentazione sui contratti di appalto tra i loro stessi fornitori e sulla manodopera che utilizzano.

Massimiliano
Massimiliano
21 Giugno 2024 08:48

Un uomo è morto, e un vigliacco se la caverà con poco o niente… come troppo spesso accade.
Fate bene a condividere questo editoriale, perché è l’unico modo per aggregare le coscienze di chi ancora ne ha una.

luigiR
luigiR
21 Giugno 2024 14:32

come ho già scritto altre volte, il settore primario italiano, da molto tempo ormai, non si vede riconosciuto sufficiente valore per i prodotti che offre al mercato, dando così modo di aprire ampi spazi a pratiche illegali, connaturate con la criminalità, pur di sopravvivere. certo, non tutti si sono fatti coinvolgere nel giro del malaffare, ma, chi più, chi meno, sono in tanti a sfruttare manovalanza indegnamente. poi arrivano anche queste cronache dell’orrore, che rappresentano conseguenze di ordinaria follia. la conclusione è sempre la stessa: il giorno dopo il Governo annuncia interventi risolutivi che non si realizzeranno mai, perché non vuole o non ha soldi da investire in materia, per cui, continueremo, avvezzi ed indifferenti, ad annotare soprusi, infortuni e decessi sul lavoro in grandi quantità. in fondo, anche le stesse categorie corporative non mostrano un animo limpido…

Gabriele Eschenazi
22 Giugno 2024 08:56

Un editoriale profondamente giusto. Non posso che condividerlo.

Guglielmo
Guglielmo
22 Giugno 2024 08:58

L’uomo è criminale non è degno di abitare in questo pianeta non rispetta i suoi simili li sfrutta e li abbandona , tutti i giorni azioni criminali .

Sandro Ventura
Sandro Ventura
22 Giugno 2024 09:01

Dove sono ora quelli della Coldiretti con le loro bandiere?

Patrizia
Patrizia
Reply to  Sandro Ventura
22 Giugno 2024 12:01

Se ne stanno buoni e zitti perchè sono i primi ad usare lo sfruttamento della manodopera e il governo (tutti i governi) taccioni perchè “poverini loro” come farebbero sennò a sopravvivere?

Salvatore
Salvatore
22 Giugno 2024 09:41

Provo un immenso dolore per questo Ragazzo venuto da lontano e vergogna per il comportamento avuto da questo essere Immondo

Francesco T.
Francesco T.
22 Giugno 2024 11:19

Dare la colpa alle istituzioni è comodo. Ma i sindacati dov’erano?

Daniele
Daniele
Reply to  Francesco T.
23 Giugno 2024 13:07

Risposta per Francesco T. :sono molti anni che il sindacato CGIL FLAI denuncia alle autorità competenti lo sfruttamento illegale di questi lavoratori ,ultimi tra gli ultimi, e chiede alla politica interventi atti a risolvere questa vergogna nazionale.
Frequentemente i sindacalisti presidiano i siti dove questi lavoratori sono sfruttati, ricevendo anche insulti e minacce da chi non vuole che nulla cambi.
Ricordo inoltre che l’attivazione di intervento di primo soccorso allo sfortunato lavoratore abbandonato morente davanti alla propria abitazione nell’agro pontino, al quale era anche stato sequestrato il cellulare, è stata richiesta dalla sindacalista della CGIL.

Giovanni
Giovanni
22 Giugno 2024 12:11

Questi episodi continuano a sottolineare l’inerzia e la vergogna di governi e forze dell’ordine. I campi sono sotto il cielo e così le migliaia di sfruttati e le baraccopoli dove sopravvivono. I nomi delle aziende agricole sono noti. Ma chi sarebbe preposto ai controlli sembra non vedere nulla…

Marina
Marina
22 Giugno 2024 14:08

Bene, allora organizziamoci!!

Stefano
Stefano
22 Giugno 2024 20:10

Dispiace perché questa ennesima atroce morte lascia con la consapevolezza che è una delle tante morti sul lavoro e altre ne accadranno, il tutto con il solito rituale. Indignazione, sgomento, rabbia e chi più ne ha più ne aggiunga. Non vi è speranza perché in questi anni l’egoismo e l’individualismo hanno preso il sopravvento e tornare a valori di umanità, attenzione verso i più indifesi, verso una parte della gioventu’ che non avranno le stesse opportunità di tanti altri coetanenei che non conoscono neppure il significato letterale di fame, o difficoltà economiche. Questo è il divario che si prospetta, il termine solidarietà e’ oramai in disuso

Piergiuseppe Poletti
Piergiuseppe Poletti
23 Giugno 2024 20:55

Bene fare più controlli, bene inasprire le pene ma se le GDO non controllano la filiera produttiva ( penso a una specie di rintracciabilità documentata da quantitativi prodotti, ore impiegate, personale impiegato, ecc….) non si va da nessuna parte: oggi ci indignamo ma domani ci dimentichiamo.

Susanna
Susanna
23 Giugno 2024 22:30

Tutto questo mi fa vergognare di far parte del genere umano

Io me
Io me
24 Giugno 2024 07:45

Immagino che queste realtà di sfruttamento non siano chiuse dentro un capannone ma ben visibili con un semplice passaggio in macchina di politici locali, sindacalisti e forze dell’ordine. O coldiretti con i trattori.
Ci fanno comodo i pomodorini a 1,99 al kg. Sarebbe interessante diffondere (anche qui su il fatto alimentare) quali GDO richiedono certificazioni prima di acquistare prodotti e quali no… anche loro hanno un grande impatto assieme a noi consumatori.

Rosalba
24 Giugno 2024 12:15

Vuoi dire che nessuno sapeva delle condizioni in cui certi umani di categoria B son trattati? Ma se sono anni che se ne parla e nessuno fa niente! Come facciamo a distinguere la frutta che coinvolge persone maltrattate da quelle trattate con decenza? Dobbiamo evitare i super mercati?

Alex
Alex
24 Giugno 2024 16:04

Il vero problema è che né la politica e né i sindacati fanno qualcosa per sradicare questo male incurabile che affligge da sempre le nostre campagne.

ROBERTO TURINI
ROBERTO TURINI
25 Giugno 2024 19:27

BUONA SERA IO GESTICO UNA SUPERETTE ,SONO NEL COMMERCIO DA QUANDO SONO NATO PERCHE’ ESISTIAMO DAL 67 ADESSO CADONO TUTTI DAL PERO .MA TUTTI VOGLIONO COMPERARE MERCE BUONA A PREZZI STRACCIATI QUANDO VENDIAMO I POMODORI A 30 CENTESIMI AL KG
O LE ANGURIE A 20 CENTESIMI COME SI SPIEGANO QUESTOI PREZZI.OGGI HA TROPPA FORZA LA GDO E NE HA MENO LA PRODUZIONE E LA TRASFORMAZIONE .PURTROPPO SE VENISSERO RISPETTATE LE REGOLE NON CI SAREBBE PIU’ AGRICOLTURA A BASSO VALORE AGGIUNTO.VOGLIAMO PARLARE POI DELLE MIRIADI DI CONTRATTI CHE ESISTONO NEL NOSTRO SETTORE ?

ignazio
ignazio
26 Giugno 2024 16:53

Due cose sono certe. Di questo pover’uomo fra 10 giorni non si sentirà più parlare.
E gli sfruttatori con un buon avvocato se la caveranno molto a buon mercato, forse avranno qualche rognetta amministrativa ma poco altro.
E non cambierà niente.
Purtroppo sconfiggere la piaga del lavoro nero, vuoi in edilizia, in agricoltura, nella ristorazione non interessa a questo governo (e neppure ai molti precedenti), in quanto ci sono interessi politici trasversali, si sa e si lascia che tutto vada avanti così.

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