Ancora oggi, miliardi di pulcini maschi vengono uccisi ogni anno a causa della selezione dopo la schiusa per scartare gli individui che non produrranno uova e che non sono adatti alla produzione di carne. Ora gli sforzi per evitare questa strage potrebbero essere giunti a un punto di svolta, grazie a un metodo messo a punto dai ricercatori dell’Università della California di Davis e della startup Sensit Ventures, illustrato in un articolo pubblicato su PLoS One. A differenza di quasi tutti gli altri tentativi precedenti, infatti, il sistema prevede solo la raccolta e l’analisi delle sostanze volatili emesse dalle uova, i composti organici volatili (Voc), senza bisogno di forare il guscio. In sintesi, alle uova di otto-dieci giorni viene applicata una ventosa (di quelle utilizzate per la manipolazione delle uova) all’interno della quale, praticando un leggero vuoto, si aspirano i composti organici volatili. Quindi, l’aria aspirata viene analizzata da un gascromatografo, che separa e identifica le sostanze presenti e, in base al profilo, distingue quelle che contengono embrioni maschi da quelle che contengono embrioni femmine. Il tutto dura due minuti e ha un’accuratezza dell’80%.
I vantaggi di un sistema di questo tipo sono evidenti: si evita che l’embrione diventi pulcino, nasca e sia ucciso. Inoltre si evita qualunque sensazione di dolore, perché a otto giorni le parti del cervello che elaborano gli stimoli dolorosi non sono ancora sviluppate. Inoltre, le uova scartate non sono distrutte, come accade con i pulcini maschi, ma vengono utilizzate per le proteine che contengono. Il tutto, poi, fa risparmiare elettricità e riduce praticamente a zero la necessità di smaltimento degli scarti. Infine, non è affatto difficile realizzare macchinari per l’analisi dei composti organici volatili su scala industriale: ciò significa che il metodo potrebbe essere presto implementato da grandi produttori.
Secondo le stime, ogni anno sette miliardi di pulcini maschi sono soppressi nel primo giorno di vita, di solito con un gas (argon o altro), ma ciò comporta enormi sprechi e infligge inutili sofferenze appunto a miliardi di pulcini, al punto che la pratica inizia a essere vietata e diversi governi invitano gli allevatori a cercare alternative. Un primo passo in avanti era stato compiuto dalla start up tedesca Seleggt, dell’Università di Lipsia, brevettando un metodo basato sul laser e sulla ricerca di un ormone prodotto solo dagli embrioni di sesso femminile. In questo sistema, dopo che un sensore identifica le uova fertilizzate, un laser effettua un piccolo foro, dal quale viene prelevato il liquido, che viene poi analizzato. In questo modo è possibile capire di che sesso sia l’embrione prima della nascita e utilizzare le uova che contengono i maschi per produrre proteine destinate all’alimentazione animale. Inoltre, le uova sono avviate al mercato con il marchio Respeggt (vedi foto sopra), per aiutare il consumatore a capire che, appunto, non sono stati sacrificati i maschi e spiegare perché queste uova costino 1-2 centesimi di euro in più rispetto a quelle normali. Questo metodo nel 2018 ha ricevuto un premio dall’associazione Compassion in World Farming come migliore innovazione.
Le uova di Seleggt sono comunque già in vendita in centinaia di negozi di Berlino e di altre parti della Germania, e hanno dimostrato che certe pratiche, ormai considerate inaccettabili, possono essere abbandonate, se c’è la volontà di farlo, e se si trovano i fondi per condurre le necessarie ricerche. Quelli che sono stati messi a disposizione dei ricercatori in California e che hanno permesso un fare il passo in avanti che potrebbe rivelarsi decisivo.
© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, Rewe
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Giornalista scientifica
Rai 3 …” Indovina chi viene a cena’..Il servizio che è andato in onda da poco ha fatto sì che i miei occhi e la mia mente si appropriassero di immagini di polli( e non solo quelli) modificati geneticamente ,il cui petto è stato fatto crescere a dismisura dalla “mano bestiale “dell uomo rendendo questi animali non capaci di reggersi sulle 2 zampe e finendo x accasciarsi a terra in posizioni innaturali ..E pensare che proprio oggi al Tg 5 è andato in onda un servizio in cui si è riferito che gli allevamenti intensivi farebbero bene ai cambiamenti climatici…Forse qualcuno ha pensato che il telespettatore sia così ignorante da non saper discernere quale sia la verità…